L’U17 Femminile chiude alla grande, il Mondiale è un’esperienza pazzesca!

Cinque vittorie e due sole sconfitte per la squadra di Roberto Riccardi, capace di battere la Spagna per due anni di fila.

Domenica scorsa a Minsk si è chiuso il Mondiale Under 17 Femminile. L’Italia l’ha mandato in archivio con un eccellente quinto posto, figlio di cinque vittorie e due sconfitte, maturate contro Stati Uniti e Australia, rispettivamente prima e terza poi sul podio.

Per la squadra di Roberto Riccardi si tratta di un bilancio più che positivo: un anno fa la Medaglia di Bronzo all’Europeo Under 16 di Bourges e in totale, nel biennio, 10 vittorie e solo 4 sconfitte con Team USA, Francia, Ungheria e Australia. Ovvero le prime quattro squadre del Mondiale di Minsk.

Dal 2011 a oggi le nostre Nazionali Giovanili hanno partecipato a sei edizioni dei Mondiali. Nel 2011 l’Under 19 di Giovanni Lucchesi viaggiò fino in Patagonia per chiudere decima in una spedizione penalizzata dalle troppe assenze. L’anno dopo l’Under 17 di Cecilia Zandalasini fece un figurone ad Amsterdam chiudendo sesta, meno bene andò nel 2014 con l’Under 17 allenata da Umberto Alliori che sfiorò l’accesso ai quarti ma poi chiuse nelle retrovie. Dopo la favola dell’Under 17 che nel 2016 a Saragozza vinse l’Argento chiudendo alle spalle dell’Australia, l’undicesimo posto di Udine nel 2017 e l’eccellente torneo giocato in Bielorussia dalle Azzurre di Riccardi.

Per giocare un Mondiale, è bene saperlo, devi arrivare tra le prime cinque squadre della edizione precedente. Un obiettivo quasi sempre centrato dalle nostre rappresentative giovanili, a certificare il livello di eccellenza raggiunto dal nostro Settore Femminile Giovanile che negli ultimi dieci anni ha portato a casa dieci medaglie. 

Il bacino delle giocatrici da cui attingere non è sconfinato e spesso la qualificazione al Mondiale costituisce una gratificazione straordinaria da una parte e una “grana” da affrontare dall’altra. Non a caso, di ritorno da Minsk la metà delle atlete raggiungeranno Under 18 e Under 16 che si apprestano ad affrontare il loro Europeo.

Il Mondiale, però, non può e non potrà mai rappresentare un problema quanto semmai un’opportunità da cogliere e assaporare. Giovanni Lucchesi nel 2011, di ritorno dal Cile, ebbe a dire: “Siamo partiti italiani, torniamo cittadini del Mondo”. Vero. Perché la competizione iridata, e ovviamente vale anche per il Settore Maschile, ti concede giorno dopo giorno la possibilità di confrontarti con culture e pallacanestro diverse e talvolta sconosciute.

Personalmente, ho avuto la fortuna di raccontarne quattro dal vivo ed è stata una gioia vera. Il giorno prima affronti le “cavallette” del Giappone, 24 ore dopo devi fronteggiare il talento esplosivo e grezzo del Mali e poi magari ti ritrovi contro Team Usa, con giocatrici che tra qualche anno saranno protagoniste in WNBA. E contro gli Stati Uniti, tra l’altro, la maggior parte delle ragazze non ci giocheranno più nel corso della loro carriera.

Un concentrato di emozioni e di colori che non ti può lasciare indifferente e infatti la socializzazione tra le varie squadre (e i relativi staff) è certamente più autentica e forte rispetto a quella di un Europeo. Vuoi mettere, a manifestazione conclusa, scambiare un pantaloncino con l’Australia, la felpa col Canada o una t-shirt con la Nigeria?

Da Minsk le nostre Azzurre sono tornate più forti, consapevoli del fatto che il Mondo sia enorme e variegato ma che loro di quel Mondo siano state grandi protagoniste dal primo all’ultimo minuto delle sette partite giocate.

Foto Ufficio Stampa FIP