Spalletti, i rinforzi e i rossoneri

Libere riflessioni dopo la sconfitta contro il Norimberga alla luce della fase particolare di calciomercato

Abbiamo perso 2-1 contro il Norimberga. Secondo la Gazza ci sta, secondo altri fa niente. Secondo me a quelli che ogni anno prendono le ferie per andare a Riscone di Brunico qualche dubbio sta venendo. Non si tratta di crisi di fede, ma di semplice constatazione che questi ritiri che precedono le tournée estive sono sempre più farlocchi.

Giocatori palesemente sul mercato e fuori dai piani della società, ragazzi che di nerazzurro vedranno solo il settore giovanile, e grandi nomi, o presunti tali, con le gambe pesanti o la valigia sul letto, quella per un lungo viaggio.

Come in occasione della prima uscita stagionale contro il Wattens, cerco di raccontarvi le mie sensazioni più che parlare della gara.

Partiamo dalla fine. La foto di copertina è sfocata, fatta con uno smartphone che avevo scordato nel frigorifero. Ci era finito dopo che era rimasto per ore sotto il sole, abbandonato sul sedile di un’auto. Ho trovato Clean Master sul lettino dello psicanalista.

Ma è meglio che non sia nitida. Si vede che l’Inter ha segnato meno gol degli avversari e sullo sfondo una macchia vagamente rossonera. Oscuri presagi? Non vi avevo detto che bisogna sempre avere paura del Diavolo?

Oggi Giancarlo Migliola, a proposito del mercato del Milan, ha scritto: «Dice: ma il fair play finanziario? Pare si siano comprati pure quello. Un mercato impressionante, per certi versi ridicolo, col prodotto interno del Benin già speso e il tassametro che continua a correre, visto l’arrivo imminente di un centravanti tra Morata, Belotti e Kalinic. Per non parlare del fratello maggiore di Donnarumma, il vero colpo di un mercato da “Scherzi a parte”».

Normale che dall’altra parte del Naviglio si mugugni. Il filtro attraverso cui i tifosi nerazzurri seguono le vicende della beneamata è a tinte rossonere.

FcInterNews.it titola il suo pezzo post partita così: «Spalletti: “State tranquilli, i rinforzi arriveranno. I direttori lavorano. Nainggolan? Lavorano anche per lui“.» Anche Monchi a quanto pare.

Sky TV: «Spalletti ha le idee chiare». Riassumo: sono state fatte delle promesse e il tecnico di Certaldo si aspetta che vengano mantenute. Continua a dire che l’Inter non può spendere 50 milioni per ogni giocatore ma che 2-3-4 rinforzi servono. Anche non campionissimi ma servono. Parola chiave del SEO spallettiano: servono rinforzi.

Ma fino a qui tutto normale. Ho più volte scritto quello che penso sulla spending power di Suning imbrigliata dalle regole UEFA. Il club è ancora nel radar di Nyon.

E’ la titubanza con la quale ha dichiarato che l’Inter deve puntare a un posto tra le prime quattro che mi ha sorpreso. Secondo i bookmaker, nella prossima stagione ci sono solo cinque squadre la cui quota come vincente lo Scudetto e compresa da 1.80 a 11.00. La sesta (Lazio) è data a 81.00. Non è come dover arrivare nei primi quattro posti della Stramilano.

Le parole esatte non le ricordo, anche per la tipica sfuggevolezza dell’eloquio del mitico Luciano. Il senso comunque era … agghiacciande. Come se il solo pensare a tale prestigioso traguardo necessitasse di grande coraggio, di tempra impavida d’eroi.

Sensazione: o ha visto di che pasta sono fatti i pochi che ha testato seriamente sino ad ora e smoccola segretamente nottetempo, o, fine stratega, cerca di metter pressione sulla società e sui direttori, come ha spesso definito Sabatini e Ausilio. A Mou quando si lamentava di dover impiegare per novanta minuti Figo «che viene con trentasei anni» Moratti comprò El Trivela. Non va sempre bene.

Calcio d’agosto, il mercato è lungo, tutto quello che volete. Ma i vostri mugugni li sento anche da qua. Certo, ci sono anche i saggi che predicano pazienza. E’ un po’ che non sento l’Ernesto.

Vi lascio con l’unico pensiero che mi sta confortando in questi momenti difficili, con la marea rossonera che monta e pare ricostituire la Santa Alleanza (anti-interista) con gli acerrimi rivali juventini.

I cinesi danno molta importanza ai soldi e al potere. Mica solo loro, ovvio. Ma loro in modo particolare. Non ce lo vedo uno come Zhang Jindong, con un patrimonio di 4.1 miliardi di dollari, che ci sta dentro a farsi bagnare il naso da un gambler dalla scarsa reputazione come Li Yonghong. Uno che ha si e no il 20% dei soldi che ha lui e che è andato quasi a strozzo (11.5%) dal fondo Elliott per ottenere i capitali necessari a chiudere l’operazione.

Il fragore causato dalle risate potrebbe far crollare persino la Grande Muraglia.

Spero che questo tranquillizzi un po’ anche voi anche se sappiamo che il vero problema è il diverso ‘status’ dell’Inter rispetto al Milan agli occhi della commissione UEFA che si occupa di questi controlli. Zhang vorrebbe, ma per ora non può. Spero però che lo scomodo paragone lo spinga a moltiplicare gli sforzi.

Buona domenica a tutti!