L’Italvolley e lo Zar, ecco perché ci hanno fatto sognare

La sconfitta in finale brucia, ma la pallavolo italiana ha fatto sognare un paese, nel bene e nel male.

Il sogno dell’Italvolley maschile, alla caccia di quel maledetto oro che ancora ci manca. Ma nonostante la sconfitta possiamo solo dire grazie.

Italvolley, semifinale – Terzo set. Gli Stati Uniti hanno appena dominato l’Italia per 25-9 e sono in vantaggio per 2-1. “E’ finita.” Dicono alcuni “Anche questa volta ci tocca lottare per il bronzo. Troppo forti gli americani.” E invece, dopo l’umiliazione, arriva la riscossa. Due set giocati con rabbia, cuore e speranza fanno rimontare e poi vincere l’Italia, permettendo agli Azzurri di giocare la finalissima contro i padroni di casa del Brasile. Strano, sembra un rematch stile beach volley, dove Lupo e Nicolai hanno vinto l’argento, uscendo sconfitti proprio contro Alison e Bruno Schmidt, brasiliani. Ovviamente.

Italvolley, niente da fare – L’epilogo tuttavia è lo stesso. Un secco 3-0 che non ammette repliche, e il Brasile vince la medaglia d’oro. Nei volti degli Azzurri si vede rammarico, come se quella medaglia d’argento non contasse nulla. Sarà perché ci credevano un po’ tutti, anche per chi alla pallavolo si è avvicinato in queste Olimpiadi, ma che comunque ha seguito tutte la partite con emozione unica. Sui social era già scattata la Zaytsev-mania: l’inconfondibile cresta, grinta e rabbia dopo ogni punto realizzato, ma soprattutto un braccio destro equivalente ad un cannone.

Italvolley, non solo lo Zar – L’Italia però non è solo Ivan Zaytsev. La memorabile cavalcata fino in finale è merito anche di altri. Come Simone Giannelli, vent’anni e non sentirli, Capitan Birarelli, il veterano che ha stretto i denti nonostante l’infortunio alla caviglia. O ancora Juantorena, cubano naturalizzato italiano, Colaci, il libero, quello “diverso”, che si è tolto lo sfizio di segnare un punto contro gli Stati Uniti, lui che invece sul campo deve far tutt’altro. Una squadra capace di unificare i tifosi, nonostante il volley si sa, non è il primo sport da seguire nel nostro paese. Un cammino che davvero ha fatto sperare, perché questa forse era la volta buona, dopo gli argenti di Atlanta e Atene.

Italvolley, e ora ? – Adesso che i giochi olimpici sono finiti, tutti a casa. La stagione è alle porte (inizia il 2 ottobre) e gli Azzurri si separeranno per tornare nei rispettivi club. La consapevolezza è che il volley italiano c’è e funziona, e chissà se lo Zar e i suoi, con questa indimenticabile Olimpiade, hanno attratto nuovi appassionati alla disciplina. La sensazione è positiva, questo sogno estivo non è destinato a morire facilmente. Per chi invece si dedicherà ad altro, segnatevi l’appuntamento tra quattro anni, Tokyo 2020 vi aspetta.