
Giorgia Sottana Montpellier per mettersi alla prova
Mancherà più Giorgia Sottana al nostro campionato, di quanto noi mancheremo a lei, questo è sicuro. E sì perché parliamo di una che prima del titolo vinto da Lucca si è messa sul petto cinque scudetti consecutivi, tra Taranto e Schio.
Autentica Re Mida della pallacanestro italiana, ha deciso di lasciare l’Italia e di ripartire dalla Francia, da Montpellier per l’esattezza. Siamo andati a disturbarla, a pochi giorni dall’inizio del raduno, per chiederle di lei, della sua nuova squadra, della Nazionale e di Cecilia Zandalasini. Signore e signori, Giorgia Sottana.
Facciamo un passo indietro. Da dove nasce la scelta di lasciare Schio?
“Sento di essere entrata nell’età della maturità e ho voluto provare un’esperienza all’estero. A dire la verità già da qualche anno avevo in mente di provare ma lasciare Schio non era semplice e non è stato semplice, per tanti motivi. Ora però ho sentito la necessità di mettermi alla prova, di ripartire in un posto che non è il mio Paese. Solo per questo motivo potevo lasciare un posto super come Schio, allontanarmi da famiglia e amici”.
Perché Montpellier?
“Rachid Meziane, l’allenatore di Montpellier, mi ha parlato a lungo e mi ha convinto. Avevo offerte da altre parti d’Europa ma lui è quello che mi ha trasmesso di più facendomi capire che mi voleva davvero. Cercavo un posto che mi apprezzasse al 100% come giocatrice, sensazione che a Montpellier ho sentito a pelle dal primo istante”.
Venezia, Taranto, Schio. A 29 anni l’esperienza all’estero. Scelta anche di vita?
“Sì anche ma in prima battuta si tratta di una decisione che ha a che fare con la pallacanestro. Sono concentrata sul basket e su cosa sia necessario fare per migliorare. Ho lasciato l’Italia per questo ed è quello che voglio fare”.
Da enfant prodige a giocatrice di riferimento, leader di esperienza. Quanto ti senti cambiata?
“Nell’ultimo anno sono cambiata molto, completando un salto di qualità a livello mentale molto importante. Ora riesco a gestire meglio le difficoltà rispetto a quando ero più giovane e inesperta. Sono contenta di essere diventata una giocatrice di riferimento, spero di meritarlo. Sto impiegando tante energie al riguardo”.
Prime impressioni dal raduno.
“Vivo in un posto stupendo. La squadra si deve mettere insieme, sono rimaste solo due giocatrici dello scorso anno. Il gruppo è competitivo, dobbiamo meritarci l’Eurolega passando la fase di qualificazione. C’è il giusto mix tra esperienza e giovani di talento”.
Come si vive a Montpellier?
“Città fantastica, universitaria, piena di giovani. Io vivo in un posto sul mare, esco di casa e a 20 metri ho la spiaggia. Per me è fantastico perché il mare mi rilassa, mi aiuterà molto nel corso della stagione. Montpellier veramente offre di tutto: locali, ristoranti, negozi”.
Le ambizioni tue e della squadra.
“Il presidente è stato chiaro, vorrebbe arrivare nelle prime quattro al termine della stagione regolare e vincere la Coppa di Francia, oltre alla qualificazione in Eurolega. Il campionato francese è molto equilibrato e di altissimo livello, sarà una grande esperienza giocare in un contesto così competitivo. Quanto a me, voglio vedere come reagisco nell’inedito ruolo da straniera, in una prospettiva diversa, lontana dalla mia comfort-zone”.
A breve riparte l’ennesima avventura Azzurra, la tua dodicesima…
“Dodicesima? Mamma mia, sono veramente vecchia. L’Europeo appena finito me lo porto dentro, abbiamo completato un percorso importante insieme ad Andrea Capobianco. Ci ho parlato tanto in questi due anni e se mentalmente ho fatto un salto di qualità è merito anche suo e del suo staff. A beneficio della mia vita, prima ancora che della mia carriera. Mi porterò dentro le emozioni che mi ha fatto provare un gruppo straordinario e non parlo delle 12 dell’Europeo ma delle 18 che hanno lavorato in raduno insieme a uno staff col quale si era creata un’empatia incredibile. Degli episodi non parlo, mi tengo solo il bello”.
Che impressione ti fa vedere Zandalasini in WNBA?
“Sono molto molto felice per lei, la cosa non mi sorprende perché ne avevo parlato tante volte con lei anche lo scorso anno. Sapevo che sarebbe finita in WNBA dal primo momento che l’ho vista giocare, magari un giorno andrò anche a trovarla. Spero che torni con una grande esperienza, in modo che possa arricchire anche noi. Posso solo augurarle con tutto il mio cuore tutto il meglio per lei, se lo merita. Se porta a casa l’anello, sappia che al primo raduno deve portare paste per 72.000 giorni”.
Cosa ti manca dell’Italia?
“Per ora quasi niente, se non la famiglia e gli amici. Sto davvero molto bene qui. Anche perché so che le cose vere e belle della mia vita, quando torno, saranno lì ad aspettarmi”.