Cecilia e gli 8 secondi di Minneapolis. Per dimenticare quelli di Praga…

Anello vinto con le Lynx, venti anni dopo Pollini. Sparks battute in gara5. Nell'ultimo episodio delle Finals, l'Azzurra ha giocato pochissimo.

Cecilia Zandalasini titolo WNBA vinto con Minnesota.

Cecilia Zandalasini ha giocato otto secondi nella gara5 che stanotte ha consegnato alle Minnesota Lynx il quarto titolo nella storia della franchigia di Minneapolis.

Otto secondi.
Otto secondi mancavano anche a Praga, quando a Cecilia è stato fischiato uno dei falli antisportivi più controversi (disponendo di eufemismi in esubero per il 2017) della storia recente della pallacanestro.
Otto secondi.
Otto secondi di lacrime, quelli, con le mani in testa e il cuore sottoterra. Vissuti con l’intima consapevolezza di una partita maledetta, segnata, indimenticabile.

Otto secondi di felicità, questi, incontenibile, ingestibile, altrettanto indimenticabile. Corsi su e giù per il campo in cerca di un abbraccio. Otto secondi di nulla e di tutto, otto secondi che grazie all’Anello delle Lynx hanno fidanzato definitivamente Cecilia con lo sport italiano. Sì, Sport, non solo Basket.

Perché è chiaro a tutti che anche se il contributo WNBA di Cecilia è stato marginale rispetto al successo di Minnesota, la sua esplosione mediatica è risultata senza precedenti rispetto alle abitudini e alla storia della Nazionale Femminile.

Zandalasini ha 21 anni, ha vinto da protagonista diverse medaglie con le Nazionali Giovanili ma in Azzurro ha giocato un solo Europeo Senior, chiuso dall’Italia al settimo posto e con l’accesso al Mondiale fallito. E anche a Schio dove ha già portato a casa scudetti e Coppe Italia, Cecilia ha vissuto spesso all’ombra di Macchi, Masciadri, Sottana, Yacoubou.

E’ la sua magia. Il mondo intero ne magnifica le doti ma passato e presente spariscono se uno prova a immaginare cosa Zandalasini potrà fare nei prossimi giorni, mesi, anni. «Non so descriverlo, è assurdo, avrò un Anello WNBA – ha dichiarato pochi minuti dopo la fine di gara5 – mi porto tanto da questa esperienza e quando ci ripenserò so che avrò cose su cui lavorare. Ora però mi godo l’Anello: 8 secondi in finale me li sono fatti ed è stato bellissimo».

Già, otto secondi. Da sommare agli altri scampoli di partita messi insieme nel corso della Finals. Apparizioni episodiche e trascurabili, certo, ma lo sapevamo. Impossibile atterrare da rookie in una squadra di extraterrestri e attendersi il red carpet, in termini di minutaggio.

Venti anni fa Cata Pollini vinse l’Anello con le Houston Comets senza però mettere piede in campo nella Finale unica contro New York. Neanche otto secondi, per Cata.

La Zarina è nata il 16 marzo 1966, Zanda il 16 marzo 1996.

Data evidentemente scolpita nel destino del basket femminile italiano.
Come gli otto secondi di Minneapolis.
E purtroppo pure quelli di Praga…