Alessandro Mamoli: ex-giocatore, ora anchorman televisivo. E la Radio?

In passato ha giocato nelle Giovanili dell'Olimpia Milano, Sogna un futuro da speaker radiofonico

Alessandro Mamoli è una delle voci del basket di SkySport. Un passato da giocatore anche nelle Giovanili dell’Olimpia Milano, un presente da giornalista affermato, un futuro da speaker radiofonico? Lo abbiamo intervistato per voi.

Giornalismo: una passione che nasce come e quando?
Nasce conseguentemente alla passione per il basket. Direi per caso, quando mi sono accorto che poteva essere un buon modo per restare nel mondo arancione una volta appese le scarpe al chiodo (non le ho ancora appese).

TV, Radio, libri, web, fai di tutto: mettimeli in ordine di preferenza e perché…
In realtà faccio solo TV e Web per le pagine Social di Sky. Ho aiutato Marco a scrivere il libro, la radio resta il sogno bagnato. Avendo 10 anni da DJ nel mio passato, mi piacerebbe molto fare una trasmissione radiofonica. Magari prima o poi…

Quanto il tuo passato da giocatore ti aiuta nel tuo attuale lavoro e perché?
Mi aiuta nell’intuire quello che sta per fare un giocatore. Un po’ come se mi aspettassi il suo movimento. Non sempre ovviamente.  E poi mi aiuta nella comprensione del gioco, chiamate degli arbitri.

Sei cresciuto ascoltando…
Sono cresciuto ascoltando, da un punto di vista musicale gli ACDC, invece per quanto riguarda il basket in tv, Peterson e Sergio Tavcar non perdevo mai le partite su Capodistria E poi ovviamente come la maggior parte dei miei coetanei, con Flavio Tranquillo e Federico Buffa che poi ho avuto il piacere di avere come colleghi a Sky.

Sei cresciuto dicendo “Un giorno io…”
Sono cresciuto dicendo “Un giorno farò una trasmissione radiofonica”!

Le squadre per cui tifi, nei vari sport USA (NBA, NFL, NHL, MLB, ecc.)
Non tifo sostanzialmente per nessuno però le uniche due squadre per cui simpatizzo sono i Green Bay Packers della NFL e i Los Angeles dodgers della MLB. NBA assolutamente nessuna preferenza. Hockey seguo pochissimo.

Il giocatore più divertente da commentare, attuale e All Time.
In questo momento il più divertente quello che più mi trasmette emozione Giannis Antetokounmpo e non sottovaluterei nemmeno Stephen Curry. All Time, non mi è capitato di farlo perché ero troppo giovane e non facevo ancora questo mestiere però probabilmente commentare le partite di Magic Johnson sarebbe stato esilarante.

Quanto tempo impieghi per preparare una telecronaca?
Dipende dalla partita e dipende dal tempo che ho a disposizione tante volte capita di avere molto tempo a disposizione e quindi puoi entrare nel dettaglio altre volte meno e poi ci sono differenze, preparare una partita NBA è diverso dal preparare una partita di college, così come è diverso commentare i Golden state Warriors che magari hai già visto diverse volte su Sky o commentare Atlanta che magari va una sola volta e facendola solo quella volta ti concentri a raccontare cose diverse in quella partita. Mediamente però non meno di tre quattro ore.

L’importanza della spalla tecnica. Quanto è importante l’empatia con la seconda voce?
Le spalle tecniche sono diverse tra loro c’è la visione di chi ha fatto il giocatore e la visione di chi ha fatto l’allenatore in ogni modo il compito della spalla tecnica è sottolineare evidenziare cose che da giocatore ad allenatore hai più facilità a notare perché ci sei stato su quel campo poi l’empatia è fondamentale è ovvio che non puoi avere un feeling uguale con tutte le seconde voci, ci sarà qualcuno con cui ti trovi un po’ meglio qualcun’altro con cui ti trovi meno bene però in linea di massima io con i miei partner, con tutti quelli con cui mi è capitato di fare una telecronaca, non ho mai avuto problemi di comunicazione o di rapporto.

C’è una cosa che secondo te un telecronista non deve mai fare/dire?
Se è una prima voce dovrebbe nel limite del possibile cercare di astenersi, dal dire “secondo me” ma limitarsi a raccontare i fatti che succedono sul campo. Una cosa che non dovrebbe mai fare a schierarsi per una o per l’altra squadra capisco che ci sono delle realtà penso alle TV locali, in cui chi commenta ha un trasporto diverso per la squadra di casa però se fai questo mestiere e commenti per una TV nazionale diciamo così Devi cercare di essere il più possibile obiettivo io devo dire che non ho grandi difficoltà ad esserlo perché come ho scritto prima non non ho alcun tipo di afflato per alcuna squadra.

L’evento sportivo che hai seguito e che non dimenticherai mai
Olimpiadi di Londra 2012. Ma non il basket. Lavoravo sull’atletica. Le emozioni che mi ha regalato quello stadio non le ho più ritrovate da nessuna parte.

La telecronaca, invece, che non dimenticherai mai.
La prima non si può scordare. Un derby NCAA: Oklahoma St vs Oklahoma City. Nello speciale cassetto dei ricordi resta la gara 3 di finale NBA del 2010 (l’unica fatta) e Team Usa sempre a Londra. Non posso non mettere la finale NCAA col canestro di Jenkins allo scadere per vincere.

E quella che vorresti dimenticare.
Non c’è.

Esclusi i presenti, chi è il tuo giornalista di riferimento?
Non c’è più. Era Stuart Scott di ESPN.

Questo fatto di essere considerato un sex symbol, ti ha aiutato o penalizzato nello sviluppo della tua carriera?
L’unico Sex Symbol che io conosca nel mio ambito lavorativo è Matteo Marchi. Adesso che è negli USA il suo fascino è aumentato.

Dopo CiaBasket e LFTV, cosa dobbiamo aspettarci da Alessandro Mamoli?
Qualcuno che mi proponga un programma Radio?