La Nigeria è una delle nazionali che raccoglie più simpatie del mondo e sicuramente la più identificabile con il continente africano. E’ notizia fresca il boom di vendite della maglietta che le super aquile indosseranno ai mondiali con quasi tre milioni di prenotazioni. Nel 1996, quando alle Olimpiadi di Atlanta la selezione nigeriana guidata da Kanu vinse la medaglia d’oro battendo 3-2 proprio l’Argentina, che ritrova nel girone D, nel torneo di calcio, si pensò che a breve la coppa del mondo potesse finire in Africa dopo l’exploit del Cameroon a Italia ’90. Non è successo ma la Nigeria è entrata nel cuore di milioni di tifosi e, grazie alla prima Playstation, a Babangida e a Winning Eleven 4, di tantissimi Millennials. La squadra allenata da Gernot Rohr ha mancato la qualificazione alla Coppa d’Africa nel 2015 e 2017 ma ha centrato la sesta partecipazione della sua storia ai mondiali, la terza consecutiva e dopo tre eliminazioni agli ottavi come migliore risultato assoluto (Usa ’94, Francia ’98 e Brasile ’14) proverà a contendere alla Croazia il passaggio del turno nel girone di ferro di questi mondiali.
Convocati
Portieri: Uzoho (Deportivo La Coruna), Ezenwa (Enyimba), Akpeyi (Chippa United)
Difensori: Troost-Ekong, Abdullahi Shehu (Bursaspor), Ebuehi (Ado Den Haag), Echiejile (Cercle Brugge KSV), Idowu (Amkar Perm), Awaziem (Nantes FC), Balogun (Brighton), Omeruo (Kasimpasa)
Centrocampisti: John Obi Mikel (Tianjin Teda), Onazi (Trabzonspor), Ndidi (Leicester City), Etebo (Las Palmas), Ogu (Hapoel Beeer Sheva), Joel Obi (Torino)
Attaccanti: Musa (CSKA Moscow), Iheanacho (Leicester City), Moses (Chelsea), Ighalo (Changchun Yatai), Iwobi (Arsenal), Nwankwo (Crotone)
Il punto di riferimento è John Obi Mikel, 31 anni, centrocampista con un passato nel Chelsea, capitano che come tanti si è lasciato ammaliare dai dollari del campionato cinese nel pieno della carriera e gioca nel Tianjin Teda. Tocco pregiato, capacità di svolgere il lavoro sporco, utile nelle ripartenze, il gioco in mediana dalla Nigeria passa da lui. Il Chelsea è coinvolto anche nelle sorti di un altro centrocampista offensivo da tenere d’occhio, Victor Moses, che gioca ai Blues e aggiunge velocità, corsa e capacità di scendere sulla fascia per tagliare verso l’area, spesso combinando in uno-due con gli attaccanti. C’è talento diffuso tra Iwobi, Iheanacho e Ndidi all’interno di un gruppo particolarmente unito ma poca esperienza in porta dopo la perdita di Enyeama e Ikeme, con Uzoho che ha ottimo potenziale ma è da testare ad altissimi livelli.
Allenatore
Gernot Rohr dovrebbe confermare il suo 4-3-3 anche ai mondiali. L’allenatore tedesco, che da difensore ha vinto due Bundesliga e una Coppa dei Campioni con il Bayern Monaco e tre campionati francesi con il Bordeaux, ha iniziato proprio dai francesi la sua carriera in panchina, passata anche per Nizza, Young Boys, Ajaccio e brevemente al Nantes. Dal 2010 ha iniziato a collezionare esperienze da commissario tecnico delle nazionali africane, Gabon, Niger e Burkina Faso prima di approdare alla Nigeria nel 2016.
Prospettive
Inserita all’interno di un girone diverso, le possibilità di qualificazione agli ottavi della Nigeria sarebbero state concrete. Ma con l’Argentina favorita per la vittoria e la Croazia indicata come probabile seconda del gruppo D, senza dimenticare l’Islanda che può dare problemi a tutte le sue avversarie, è difficile immaginare il percorso degli africani ai mondiali. L’esordio contro la Croazia somiglia già a uno spareggio e la sfida ai sudamericani all’ultimo turno potrebbe arrivare quando i giochi sono già fatti oppure essere un insidioso scoglio sulla strada verso il secondo posto. I bookmaker vedono la Nigeria come terza forza del girone e al netto dell’imprevedibilità della squadra balcanica, che non può mai essere sottovalutata, è un’ipotesi attendibile.
Quote e pronostici
Le quote sono relative alle 9:45 dell’11.6.2018 e potrebbero essere soggette a variazione, verificare il book di riferimento.
Bet365 | Vittoria gruppo | Si qualifica | Non si qualifica |
Nigeria | 11.00 | 3.25 | 1.33 |
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Il Senegal di Manè e Koulibaly