Sempre e solo LeBron James, Celtics piegati in gara 7, Cavs alle Finals

LeBron James gioca 48 minuti, segna 35 punti e nonostante l'assenza di Love trascina i Cavs alle Finals per la quarta stagione consecutiva, per i Celtics traditi dagli esterni prima sconfitta casalinga ai playoff

I risultati della notte NBA.

Boston-Cleveland 79-87 (3-4)

Il TD Garden non era mai stato violato in questi playoff. Ma LeBron James non era rimasto mai fuori dalle Finals dal 2010 in avanti. Uno dei due record doveva cedere ed è stato quello dei Celtics, piegati in casa per la prima volta nella partita decisiva dall’uomo che sta riscrivendo la storia del basket Nba. Gara 7 non c’entra col resto della pallacanestro, soprattutto se sei una squadra giovane, non importa se giochi sul parquet di casa con i tifosi che ti spingono dagli spalti. La sintesi è che LBJ, nona finale in quindici anni nella lega, è più forte anche dell’orgoglio dei Celtics, che partono forte chiudendo il primo periodo 26-18 e provano a scappare sul 35-23 a inizio secondo periodo. Sembra il solito copione di primavera, con la squadra che gioca in casa che fa valere la propria legge, ma quella di Stevens è una squadra giovane e nel momento di accelerare arriva la frenata. Boston segna 30 punti tra secondo e terzo periodo, subisce un parziale di 20-13 nel terzo quarto e la partita finisce proprio nel territorio prediletto da LBJ, una battaglia punto a punto nella quale i Celtics non hanno Irving, che in estate si era allontanato dai Cavs proprio pensando a uno scenario del genere. Così a sei minuti dalla fine è 72-71 Boston con un canestro di Tatum, il rookie che gioca da veterano anche la partita senza ritorno, ma Green segna una tripla fondamentale, Thompson ci mette una schiacciata e quattro liberi del numero 23 mandano Cleveland avanti 79-74 a due minuti dalla fine. Si aggiunge ai protagonisti anche Hill e in una partita a bassissimo punteggio i Celtics non hanno la forza di dare l’ultima spallata della stagione.

I Cavs tornano alle Finals per il quarto anno consecutivo, nonostante le contraddizioni e i limiti del roster, le carenze difensive, l’assenza di Love in gara 7. Più esperienza, o semplicemente fisiologica conseguenza di avere in campo il giocatore più forte dell’epoca moderna. LeBron James sfiora la tripla doppia, gioca 48 minuti in quella che è la centesima partita della sua stagione, dovrebbe essere senza carburante e invece questi sono i numeri, 35 punti, 12/24 dal campo, 15 rimbalzi, 9 assist e 2 stoppate. Perde anche 8 palloni, ma sono pochi dentro una partita del genere e senza un singolo minuto di riposo. I Cavs tirano con il 25.7% dall’arco ma questa non è una partita che si vince con le percentuali, a LBJ serve almeno un compagno in serata illuminata e in gara 7 ne trova tre in quintetto. Il primo è Green (19 punti e 8 rimbalzi) che produce energia e lucidità inaspettata, il secondo e Smith (12 punti e 4 rimbalzi) che offre un paio di lampi nel momento del bisogno e il terzo è Thompson (10 punti e 9 rimbalzi) che torna a essere decisivo dentro l’area. La panchina di coach Lue vale appena 5 punti divisi tra Korver e Nance Jr ed è ridotta a tre giocatori, ma i Cavs vanno alle Finals lo stesso.

Non ci vanno i Celtics, troppo giovani e con le mani troppo tremanti nella serata decisiva, il 34.1% dal campo e 7/39 dall’arco sul parquet di casa, scherzi della tensione. Tatum (24 punti e 7 rimbalzi anche se 4 palle perse) e Horford (17 punti, 7/12 dal campo, 4 rimbalzi e 3 assist) giocano una partita orgogliosa ma gli esterni del quintetto sono disastrosi al tiro, con Rozier e Brown che fanno 7/32 dal campo in coppia e 3/22 dall’arco. Anche Stevens decide di ridurre la panchina a due uomini, ma Morris e Smart producono 18 punti ma tirando loro pure con 6/24 dal campo e 2/10 dall’arco. I Celtics restano in partita perché fanno uno sforzo supplementare a rimbalzo offensivo e perdono solo 5 palloni, ma l’organizzazione di squadra non basta quando hai di fronte il più forte. ‘Mi è stato chiesto di giocare l’intera partita e l’ho fatto’ dichiara LBJ ai microfoni prima di ringraziare i compagni. Significa che a Cleveland vedranno almeno altre due partite del re in maglia Cavs. Ogni discorso sul suo futuro è rimandato di almeno un mese.