La risolve Gordon, Rockets sul 3-2 ma l’infortunio di CP3 tiene in ansia D’Antoni

Eric Gordon segna 24 punti e produce le due giocate decisive nell'ultimo minuto, i Rockets vincono ancora grazie alla difesa in una partita a basso punteggio e si portano 3-2 nella serie

I risultati della notte NBA.

Houston-Golden State 98-94 (3-2)

Due squadre stanchissime, una partita intensissima, punteggio più basso delle aspettative e altro finale in volata. Il quinto episodio, che al momento manda la serie dalla parte dei Rockets che hanno due possibilità per andare alle Finals, somiglia incredibilmente al quarto con tante analogie e una grande differenza. Golden State e Houston arrivano a questo finale di stagione sulle gambe, due pugili al centro del ring che si scambiano sberle senza idee, solo per inerzia. Logico che alla fine a fare la differenza siano i dettagli statistici e gli uomini della rotazione, anche se rimane difficile da credere in una serie che mette di fronte i due attacchi più prolifici degli ultimi anni e quattro dei primi dieci giocatori della Nba. Non Harden e Paul, non Curry e Durant ma Eric Gordon. E’ lui l’eroe di gara 5 nel finale in volata, segnando prima la tripla del 95-91 a 1:21 dalla fine. Anche i Warriors mettono in mano a un comprimario una tripla piedi per terra a 42 secondi dalla fine, ma Cook la sbaglia così come Curry sbaglia l’appoggio al tabellone del sorpasso. A 6 secondi dalla sirena i Warriors sono sotto 96-94 e stranamente Curry decide in transizione di dare la palla a Green, che non se l’aspetta e la perde. E’ proprio Gordon a recuperarla e a chiudere con i due liberi della vittoria una notte indimenticabile (24 punti, 4 rimbalzi e 9/10 ai liberi oltre a tre triple). Ormai la rotazione di D’Antoni è ridotta a sette uomini, con Ariza e Tucker trasparenti in attacco ma monumentali nel lavoro difensivo. A quel punto, con Capela che lavora pregevolmente in area (12 punti e 14 rimbalzi) i Rockets la vincono lo stesso perché congelando i possessi e gli isolamenti continuano a guadagnarsi più liberi (32 contro 23), a limitare le palle perse e a fare in modo che le percentuali non siano una zavorra, altra partita che non dovresti vincere tirando sul parquet di casa con il 37.2% dal campo e 13/43 dall’arco. Non dovresti vincere nemmeno con Harden e Paul che insieme tirano 11/40 dal campo e se il barba (19 punti, 6 palle perse e 0/11 dall’arco) gioca la peggiore partita stagionale e reagirà in gara 6, un orgoglio CP3 (20 punti, 7 rimbalzi e 6 assist) è fondamentale in lunetta e con un paio di fiammate nell’ultimo periodo prima di arrendersi a pochi secondi dalla fine a un infortunio al quadricipite femorale della gamba destra che lo mette in serio dubbio per il prossimo episodio. In sua assenza lo scenario potrebbe cambiare, così come cambierebbe con il ritorno di Iguodala.

Senza di lui i Warriors perdono intensità difensiva e ancora una volta pagano una gestione incomprensibile dei possessi decisivi. Durant (29 punti con 8/22 dal campo) è il principale responsabile di ogni scelta sbagliata, senza punire i cambi di marcatura e rallentando un attacco che produce solo 18 assist dentro il 44.4% dal campo. Se i campioni non muovono velocemente il pallone e non si muovono lontano dalla palla diventano prevedibili, anche Curry è pieno di responsabilità negli ultimi due minuti (22 punti, 6 assist e 4 recuperi ma 3 palle perse) e non basta il ritorno offensivo di Thompson (23 punti, 4/7 dall’arco e 4 rimbalzi) che però viene ignorato nell’ultimo periodo. Green va vicino a compiere l’impresa da solo (12 punti, 15 rimbalzi e 4 assist) ma sono sue 6 delle 16 palle perse dai Warriors, un’enormità dentro una partita che può cambiare la stagione. L’altro problema di Kerr è che per la prima volta da quando è nella baia la sua panchina è inesistente, quattro uomini che producono la miseria di 4 punti. Ed è la sfumatura decisiva perché la rotazione dei Rockets sembra più pronta e se le stelle hanno la lingua di fuori qualcuno di loro sarà ancora decisivo. Gara 6 alla Oracle Arena è appesa alla presenza di Chris Paul, anche D’Antoni sembra pessimista a riguardo mentre i Warriors si trovano in una posizione simile a quella del 2016, sotto 3-1 contro i Thunder prima di vincere le successive tre partite. La notizia è che nella sfida tra due attacchi superlativi, i Rockets hanno vinto due gare di seguito con la loro difesa. Resta da capire se questo trend potrà continuare o sono stati due episodi inediti.