I Jazz piegano anche San Antonio, Davis trascina i Pelicans, tutto facile per i Warriors

Decima vittoria consecutiva per i Jazz che superano San Antonio grazie alle giocate di Donovan Mitchell, i Pelicans costringono i Pistons alla terza sconfitta consecutiva, Warriors a valanga sui Suns

I risultati della notte NBA.

Utah-San Antonio 101-99

La striscia vincente dei Jazz si allunga in doppia cifra e anche gli Spurs pagano la tassa alla squadra più calda della Nba. La squadra di Popovich a nove minuti dalla fine è avanti 83-70 e a ritmi bassi e basso punteggio sembra la serata adatta per interrompere la striscia. Ma Mitchell e Gobert suonano la carica e il rookie è protagonista assoluto della serata, è suo il canestro decisivo a 39 secondi dalla sirena per il 100-99, suo anche il libero che chiude il punteggio a 17 secondi dalla fine prima che Ginobili sbagli la tripla della vittoria. Per San Antonio è la seconda sconfitta consecutiva in una serata in cui le assenze di Aldridge e Rubio si sentono da una parte e dall’altra. Il quintetto di Popovich è prolifico, in cinque in doppia cifra con un abbondante Gasol (15 punti, 15 rimbalzi e 6 assist) ma la mira è imprecisa e oltre il 24% dall’arco costa caro il 17/25 ai liberi con l’inaspettato 4/8 firmato da Parker e Ginobili. I Jazz fanno 11/24 da tre, sbagliano dieci liberi ma Mitchell (25 punti, 7 rimbalzi e 5 assist) e Ingles (20 punti, 7 rimbalzi e 5 assist) sono un rebus insolubile per la difesa texana. I Jazz sono 29-28 e danno battaglia per l’ottavo posto nella Western Conference.

Detroit-New Orleans 103-118

La spinta propulsiva dell’arrivo di Griffin sembra essersi arrestata e Detroit complica la propria rincorsa ai playoff perdendo la terza partita consecutiva. Sono i Pelicans a prendersi una vittoria che rilancia le loro ambizioni di post season, la seconda di seguito, ed è Davis a smantellare gli uomini d’area dei Pistons con una prestazione superlativa. New Orleans si mette davanti nel secondo periodo e ci rimane agevolmente grazie alla sua stella (38 punti, 10 rimbalzi e 2 stoppate) che domina dentro l’area e fa ammattire Van Gundy, c’è anche un Holiday strepitoso in regia (21 punti e 12 assist) dentro un quintetto che non ha bisogno di altre soluzioni. La panchina dei Pelicans è insolitamente abbondante, 43 punti di cui 21 e 12 rimbalzi di un Mirotic tornato a fare la differenza, e i padroni di casa non hanno armi da opporre. Griffin (22 punti e 6 rimbalzi) è bello solo nella metà campo offensiva ma è 4/16 dall’arco nelle ultime due partite, Drummond è favoloso a rimbalzo ma poco presente in attacco (13 punti e 21 rimbalzi) e la panchina di Van Gundy non aiuta in una serata da 25.7% dall’arco e 36.8% dal campo.

Golden State-Phoenix 129-83

Migliore squadra della Nba contro una delle due peggiori squadre della Western Conference, alla Oracle Arena, significa diluvio che si abbatte sui malcapitati Suns. I Warriors si scaldano le mani nel primo periodo, fanno sul serio nel secondo e chiudono la partita con un 37-21 di parziale che sarà replicato dopo l’intervallo. Il punteggio di secondo e terzo periodo riporta 74-47 e non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. E siccome il punteggio non è in discussione, coach Kerr durante i timeout si chiama fuori e lascia che a maneggiare la lavagnetta siano i suoi giocatori, gli infortunati Green e Iguodala più degli altri. Cifre di campo sparse, Golden State tira con il 58.4% dal campo, Curry è il migliore marcatore (22 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) davanti a Durant e a un Casspi inaspettato (19 punti e 10 rimbalzi), Phoenix è anche senza Booker e Ulis sul perimetro e chiude con 3/23 dall’arco la peggiore serata dell’anno, Payton (29 punti e 8 rimbalzi) è l’unico che non faccia una brutta figura.

Philadelphia-New York 108-92

I Knicks incerottati regalano successi a chiunque ne abbia bisogno e i Sixers alla quarta vittoria consecutiva e ancora in attesa dell’esordio di Belinelli sorpassano gli Heat al settimo posto nella Eastern Conference. La striscia perdente della mela si allunga a sette partite e una fiammata di orgoglio le consente di tornare in parità sul finale del terzo periodo. A quel punto i padroni di casa alzano l’intensità difensiva, trovano molteplici soluzioni offensive e il quarto periodo per un New York è una recita da 13 punti segnati mentre T.J. McConnell firma la più inaspettata delle triple doppie (10 punti, 10 rimbalzi e 11 assist) dando un ulteriore contributo a una serata nella quale il quintetto va per intero in doppia cifra e Saric (24 punti e 4 rimbalzi) fa anche meglio di Embiid. Il solito Simmons (13 punti, 6 assist, 4 recuperi e 3 stoppate) fa quello che non riesce agli esterni dei Knicks, ovvero contribuire in ogni fase del gioco. Ciò che coach Hornacek rimprovera ai suoi esterni dopo una serata da 25% dall’arco, con particolare riferimento a Hardaway Jr fermo a 0/8 da tre: ‘Esistono altri modi per rendersi utili oltre a segnare, per esempio difendere forte su qualcuno’.

Brooklyn-LA Clippers 101-114

I Nets hanno abbandonato mentalmente la stagione nell’ultimo mese, sesta sconfitta consecutiva e nona nelle ultime dieci gare, i Clippers combattono furiosamente per l’ultimo posto playoff disponibile. Elementi che collegati insieme fanno un facile dominio rosso al Barclays Center con Los Angeles avanti 34-22 a fine primo periodo e vittoria di inerzia portando sette uomini in doppia cifra. Gallinari ha una serata piacevole (16 punti e 5 rimbalzi) e Jordan è finalmente un fattore in attacco (16 punti e 17 rimbalzi) insieme a Rivers (17 punti e 4 assist) sfruttando la tendenza di Brooklyn a non difendere nemmeno per sbaglio generando il 56.5% dal campo dei Clippers, con Lou Williams solito mattatore dalla panchina (20 punti e 4 assist). I padroni di casa vanno ognuno per conto loro, tirano con il 30% dal campo e solo Dinwiddie (13 punti e 4/7 dall’arco) e Carroll (12 punti e 10 rimbalzi) hanno da dire qualcosa che non sia prettamente frutto di statistica all’interno del quintetto.

Chicago-Orlando 105-101

Bulls e Magic giocano per aumentare le proprie biglie nella lotteria ma Zach LaVine dopo avere rovinato il ritorno a Chicago di Jimmy Butler si ripete ed è di nuovo protagonista nel finale. Sul 101-101 a 12 secondi dalla fine ruba palla su una rimessa e va a schiacciare in contropiede il canestro che decide la partita, sigillando la vittoria con i due tiri liberi conclusivi. L’esterno è protagonista assoluto (18 punti, 7 rimbalzi e 5 assist) e una mano gliela dà Markkanen (21 punti e 8 rimbalzi) insieme a Portis (19 punti e 3 assist) dalla panchina. Allo United Center si scheggiano ferri dall’arco da una parte e dall’altra e Orlando ancora senza Vucevic ha molto dal quintetto con Fournier (22 punti e 5 assist) ed Hezonja (24 punti, 4 recuperi e 3 stoppate) ma poco dalla panchina e quasi niente a rimbalzo dentro l’area per la seconda sconfitta consecutiva.