Roma, dopo Nainggolan via anche Alisson. Monchi, mia unica speranza!

Dopo quella di Radja Nainggolan all'Inter, un'altra cessione eccellente ha ferito il popolo giallorosso.

“Se dico che il cavallo non parla, il cavallo non lo vendo mai”. Mi ha conquistato così, Monchi, durante la conferenza stampa di presentazione di Justin Kluivert, che giocoforza si è trasformata nel passo di addio di Alisson Becker.

Conservo una perversione nell’assistere alle conferenze stampa su YouTube, l’ho confessata tempo fa, e ora seguo Monchi per il motivo uguale e contrario a quello per cui mi ipnotizzavo di fronte a Luciano Spalletti. Luciferino e iper-polemico quest’ultimo quanto lo spagnolo si dimostra sempre gioviale e disponibile. Anche quando confessa di aver rincoglionito di bugie i giornalisti romani, negando la possibilità di cessione di Alisson ad esempio.

Nei prossimi giorni sapremo se e come verranno reinvestiti i 75 milioni di euro piovuti da Liverpool, la speranza è che la strategia si dimostri più redditizia di quanto non fu quella dell’anno scorso con Schick e i 50 milioni elargiti dai Reds.

In ogni caso, se mai ce ne fosse bisogno e pure se a Trigoria dovesse sbarcare Malcom, la partenza di Alisson ha certificato una volta di più che se la Roma riesce a valorizzare “eccessivamente” un giocatore, è poi destinata a privarsene. Al punto che c’è quasi da sperare che Under o Coric il prossimo anno vadano bene ma non incantino, facciano la differenza ma in maniera discreta, soffusa, trasparente.

Altrimenti a Trigoria busserà il Real Madrid di turno a offrire il quadruplo dell’ingaggio garantito dalla Roma e si ripartirà con la medesima giostra. Cessione. Plusvalenza. Soldi reinvestiti nel giovane talento di turno. Quanti tra Coric, Kluivert e Luca Pellegrini vestiranno ancora la maglia giallorossa tra tre anni, nel caso in cui dovessero conquistarsi la maglia da titolare a forza di prestazioni eccellenti?

E’ un triste destino ma non c’è alternativa, al momento. Quelli poco appetibili sul mercato restano qui, gli altri al momento giusto vanno da chi li paga di più. Altrimenti in dodici mesi la Roma non si sarebbe privata di Salah, Rudiger, Dzeko (rimasto per sua decisione), Alisson e Nainggolan. Cessioni dalle diverse motivazioni, ma che di fatto hanno privato Di Francesco di pedine fondamentali. Al pari di Marquinhos, Lamela, Benatia, Pjanic, ecc.

Non puoi neanche più sperare che un tuo giocatore spezzi a metà il campionato, perché sai già che qualche mese dopo non sarà più tuo. Deprimente.

L’unica speranza, per quanto mi riguarda, la intravedo nel sorriso di Monchi. Uno che con questo sistema ha garantito la sopravvivenza del Siviglia ma ha anche vinto tanto. Quello che a Roma non succede da un decennio abbondante.

Foto Ufficio Stampa AS ROMA