Marcella Filippi, l’Azzurra che “se la tira” e potrebbe finire presto a Zelig

L'intervista all'Azzurra, mai banale. La pallacanestro conciliata con la femminilità e col suo irresistibile senso dell'umorismo.

Raramente, con Marcella Filippi nei paraggi, manca il sorriso. Mezza carriera vissuta nelle retrovie e poi al vertice grazie a San Martino di Lupari, colonna della Nazionale 3×3 e spesso convocata anche da Capobianco prima e Crespi ora. Passione per la pallacanestro conciliata con un senso dell’umorismo raro e convincente. Con Marcella Filippi non ci si annoia mai. Mai.

Hai 33 anni, solo da cinque o sei nel giro delle Nazionali. Rimpianti?
Innanzitutto ne ho ancora 32…. Rimpianti non ne ho perché ho sempre fatto ciò che volevo e quello che ho vissuto l’ho vissuto al massimo, sbagliando a volte. Ma quello che è stato ha fatto parte del percorso per arrivare fino a dove sono, nella pallacanestro e nella vita!

Cosa ti piace del movimento femminile?
Che siamo delle stakanoviste e tecnicamente molto precise.

Cosa non ti piace del movimento femminile?
Non mi piace la visione che hanno gli altri del femminile, che guardano da fuori e non ne capiscono nulla. Non sanno cosa viviamo, non sanno l’impegno e la dedizione che ci mettiamo.

Sei la regina dei giochi di parole, il tuo umorismo anima anche i raduni della Nazionale. E’ il tuo futuro?
Dovrebbero studiare le mie sinapsi per comprendere il tipo di ragionamenti che compio con il mio cervello. Purtroppo non riesco a contenermi. È da quando frequento spogliatoi che mi suggeriscono di andare a fare provini per Zelig. Ma non penso sarà il mio futuro, ma sicuramente sarà una delle skills che metterò nel curriculum.

Concili agonismo e femminilità. E’ un duro lavoro?
É un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo. C’è chi sceglie agonismo e studio, a me è toccato l’altro. A parte gli scherzi, mi sento a mio agio quando sono vestita da basket però è bello anche sentirsi donna ogni tanto. D’estate poi, che vivo al campetto, passo da canotta da muratrice e pantaloncini 4XL a vestitini da signorina in un attimo. 

Un sogno da qui alla fine della tua carriera?
Ci sto lavorando. E quando lo raggiungerò, dovrai prepararmi altre domande.

Da grande, che farai?
La vagabonda con il mio bellissimo (ma soprattutto bravissimo) moroso, con un furgoncino super assettato! Con qualche pausa per lavorare!

Sei fuori età per #ragazzeintiro ma il tiro è parte integrante del tuo gioco. Senza paura, no?
Si, ma per fortuna mi sono potuta togliere 11 anni e fare un allenamento con loro. Super iniziativa, che se potessi farei tutti i giorni. Senza paura, “me la tiro”.

Prima di smettere di giocare, vorresti…
Non smetterò mai.

Il 3×3, la tua nuova vita cestistica…
Si, uno sport diverso! Adrenalina ed energia pura, finché non lo si prova non si può capire.

Un ricordo della splendida vittoria in Svezia
A parte il dolce post-vittoria, che è stata una bomba inspiegabile, tipo tortino di burro al cioccolato caldo, con sopra del gelato. Il ricordo che ho ancora oggi se chiudo gli occhi e ci penso. Vedo il maxischermo appeso al centro del campo dove si vedevano le immagini della partita e i replay, poi guardò le ragazze in campo e penso ma sono qui, anche io, e sento un brivido lungo la schiena e le braccia. Poi riguardo le ragazze in campo e stiamo giocando un primo quarto perfetto. Mi commuovo. Ho 32 anni, é un sogno.

Foto Ufficio Stampa Federazione Italiana Pallacanestro