Brava Marcella, l’Oro Mondiale è tutto tuo. E nel 2020 a Tokyo…

Un anno dopo l'esperienza in Cina, dove rimediò una delusione cocente e un dente rotto, ora è Campionessa del Mondo 2018 di Basket 3x3. Tra due anni le Olimpiadi in Giappone

Conosco Marcella Filippi da tanti anni e l’ho sempre vista inseguire. Con coraggio, incurante dello scetticismo circostante, ferma nella propria convinzione nonostante le tante porte chiuse. Si è ritrovata giocatrice di A1 a 25 anni e della Nazionale ancora più tardi e poi ha conosciuto il basket 3×3 a livello professionale, dopo aver calcato i playground di mezza Italia.

Marcella è la bandiera e l’anima della nostra pallacanestro 3×3, ha giocato in pratica tutte le competizioni internazionali degli ultimi anni e sempre le era rimasto l’amaro in bocca, anche quando le Azzurre erano arrivate a sfiorare il risultato, l’impresa, la medaglia. Il sogno era svanito, improvvisamente, per una scelta sbagliata o un rimbalzo non preso, una palla persa o un tiro storto. Molti di noi nel frattempo si sono abbattuti, Marcella non l’ha mai fatto e sulla medaglia d’Oro riportata a casa da Manila c’è la sua faccia sorridente stampata sopra.

Un anno dopo il Mondiale in Cina, dove rimediò una delusione cocente e un dente rotto. Campionessa del Mondo 2018, Marcella Filippi. Nessuno lo merita quanto lei.

Una medaglia d’Oro è una medaglia d’Oro ma per te, che pratichi questo sport da tanti anni, ha un sapore speciale. Tante volte siete arrivati a un centimetro dal risultato, stavolta cosa è cambiato?
Eravamo più determinate, abbiamo imparato dalle sconfitte precedenti e siamo cresciute. Io personalmente ho lavorato anche con un mental coach: l’ho trovato uno strumento in più, per migliorarmi e per crescere come giocatrice!

La partita con Team USA vi ha definitivamente aperto gli occhi rispetto alle vostre possibilità?
Si, diciamo che davanti potevamo avere chiunque. Per noi in quel momento contava passare i quarti e andare oltre a quello che fino a quel momento si era dimostrato l’ostacolo più grande! Poi, il fatto che fossero gli Stati Uniti, è stato certamente uno stimolo in più.

La tua tripla con la Cina, all’overtime. Hai esultato prima che entrasse…
Me la sentivo! Fino a quel momento non avevo tirato benissimo ma credimi avevo dentro un sacco di emozioni e forza, non posso dirti la mia vocina cosa mi ha detto, ma sicuramente, ho sentito l’energia di tutte le ragazze che sono sempre state con noi ma non potevano esserci, e poi in fondo… solo un tiro e il nostro sogno sarebbe potuto continuare.

Cosa vi diceva Rae in quei timeout così concitati?
Rae sembrava Mila di Mila e Shiro, aveva il fuoco negli occhi e questo valeva più di quello che diceva. Per mesi e mesi ci siamo sentite, confrontate e preparate per questo. Lo volevamo con tutte noi stesse.

Ora Tokyo 2020 è più vicino o no?
Tokyo è il nostro macro obiettivo, chiaro. Ma prima abbiamo altri impegni su cui concentrarci anche se lo sguardo sul futuro ovviamente è rivolto in Giappone.