Ligue 1, ripartenza il 17 giugno (ma i giocatori protestano)

La federazione francese ha stabilito ufficialmente il 17 giugno come data della ripresa per la Ligue 1, ma al momento i calciatori sono contrari

Nelle scorse settimane abbiamo raccontato come la Germania sia stata la prima a permettere la ripresa degli allenamenti alle squadre professionistiche e come la Bundesliga avrebbe potuto essere il primo tra i grandi tornei europei a ricominciare anche se non sono ancora state proposte date ufficiali. In Italia è stato stilato un protocollo per la ripresa degli allenamenti e lo svolgimento in sicurezza degli eventi ma la sensazione è che ci sarà un lungo braccio di ferro tra Figc e governo su chi dovrà prendersi la responsabilità di dare il via al calcio e sappiamo che nel nostro paese questo genere di confronti sono più logoranti che costruttivi. In Inghilterra e Spagna discutono di varie ipotesi ma sono ancora lontani dal trovare una soluzione. La Francia invece, come aveva già fatto con il Tour de France spostato a fine agosto, è la prima a indicare una data ufficiale per la ripresa della Ligue 1.

Ligue 1 il 17 giugno

Con un comunicato ufficiale di Ligue 1 e Ligue 2, i primi due campionati professionistici francesi, dopo il voto all’unanimità che ha dato esito favorevole alla ripresa dei campionati, si è stabilita ufficialmente la data di mercoledì 17 giugno per la ripresa dei tornei. L’obiettivo è di completare i campionati entro il 25 luglio in modo da permettere il regolare svolgimento della stagione 2020-21 a partire dal 22 agosto. La Lfp ha inoltre specificato che è stata creata una commissione sanitaria speciale per elaborare un protocollo di ripresa a tutela della salute dei calciatori che riporta ‘Abbiamo seguito scrupolosamente i consigli del Governo e lavoriamo col Ministero dello Sport e dell’Interno per studiare le condizioni migliori per un ritorno in campo, garantendo la salute di tutti‘. Questa postilla, come vedremo in basso, non è casuale. Nel frattempo dovrà essere il governo francese a dare risposte entro fine mese per confermare la ripresa delle competizioni. Naturalmente tutte le gare si giocherebbero a porte chiuse.

Lo scontro con i giocatori

La Lfp ha specificato che è stata creata una commissione sanitaria speciale perché l’associazione calciatori francese per tramite del presidente Sylvain Kastendeuch ha fatto sapere di essere contraria a una ripresa prematura dell’attività dichiarando che l’emergenza economica non può essere messa davanti alla saluta pubblica. La preoccupazione della Unfp non è soltanto legata al coronavirus, ma anche alla possibilità di un aumento degli infortuni come conseguenza di un calendario nel quale in piena estate si giocheranno molte partite in pochi giorni. Questo scenario, che potrebbe verificarsi anche in altri paesi, si gioca anche sulle diverse posizioni delle leghe rispetto a quelle dei calciatori. Se le prime hanno necessità di non vedere andare in fumo i contratti per la trasmissione televisiva delle partite (che per esempio in Francia aumenteranno nella prossima stagione grazie al nuovo contratto firmato con Mediapro), i secondi sono sì preoccupati per le prospettive economiche della pausa e della crisi che ne conseguirà, ma per molti punti di vista hanno il coltello dalla parte del manico visto che sono loro a scendere in campo. Un conto è un presidente che minaccia di non fare scendere in campo la propria squadra, vedi Cellino al Brescia, un altro è un gran numero di giocatori che decide di non giocare indipendentemente dalla squadra a cui appartengono. Un compromesso si troverà e la funzione sociale e di intrattenimento dello sport avrà un forte valore al momento della ripartenza. Intanto la Francia ha dato una collocazione concreta ai suoi due eventi più seguiti, la Ligue 1 e il Tour de France, in attesa di vedere se si potranno davvero disputare.