Tour de France 2020 al via il 29 agosto, Roglic e Bernal i favoriti ma tante incognite

Tour de France 2020, il percorso, l'analisi delle tappe e la condizione dei favoriti prima della partenza

Tour de France 2020 – 107° edizione del Tour de France che si disputerà dal 29 agosto al 20 settembre. Si partirà da Nizza per 3470 km fino a Parigi con nove tappe di pianura, tre intermedie, otto di montagna con quattro arrivi in salita e una solo cronometro di 36 km ma con finale in salita nella quale si arriverà a La Planche des Belles Filles.

Il percorso

Come detto una sola cronometro ma poca pianura, la crono sarà individuale e non di squadra. Ci sarà una prima settimana inedita con molte montagne e anche questa è una novità per una manifestazione che dopo il successo dell’ultima edizione conferma il format di tappe corte, soltanto una oltre i 200 km, e tanto dislivello. La terza settimana sulle Alpi sarà particolarmente difficile e potrebbe cambiare drasticamente la classifica. Alcuni hanno definito il percorso di questa edizione come brutale, difficile, con poco margine per recuperare e probabilmente il più duro delle ultime stagioni.

Le tappe

– 1a Tappa, Nizza – Nizza (156 km): Tappa mossa ma adatta ai velocisti.

2a Tappa, Nizza – Nizza (187 km): Frazione molto dura con oltre 4000 metri di dislivello che chiamerà a esporsi gli uomini di classifica.

– 3a Tappa, Nizza – Sisteron (198 km): Tappa per velocisti.

4a Tappa, Sisteron – Orcières-Merlette (153 km): Primo arrivo in salita a Orcières-Merlette (6,7 km al 6,8%).

– 5a Tappa, Gap – Privas (183 km): Altra frazione riservata ai velocisti.

– 6a Tappa, Le Teil – Mont Aigoual (191 km): Secondo arrivo in quota con 35 km di ascesa nel finale di tappa, suddivisi in tre GPM: Col des Mourèzes, Col de la Lusette e Mont Aigoual.

– 7a Tappa, Millau – Lavaur (168 km): Nuova tappa per gli sprinter.

– 8a Tappa, Cazères – Loudenvielle (140 km): Arrivano i Pirenei con una prima frazione che presenta tre Gpm in sequenza.

– 9a Tappa, Pau – Laruns (154 km): Secondo giorno sui Pirenei con il passaggio sul Col de la Hourcère (11,1 km all’8,8%) e Col de Marie-Blanque (7,7 km, 8,6%) nel finale.

– 10a Tappa, Ile d’Oléron – Ile de Ré (170 km): Altro spazio per gli sprinter in una frazione senza grosse difficoltà altimetriche.

– 11a Tappa, Chatelaillon-Plage – Poitiers (167 km): Ancora una tappa adatta ai velocisti.

– 12a Tappa, Chauvigny – Sarran (218 km): Arrivo in falsopiano nell’unica tappa oltre i 200 km che potrebbe presentare spazio per uomini coraggiosi e con voglia di attaccare.

– 13a Tappa, Chatel-Guyon – Puy Mary (191 km): Arrivo sul Pas de Peyrol (5,4 km all’8,1%), ascesa con due km finali in doppia cifra.

– 14a Tappa, Clermont Ferrand – Lyon (197 km): Tappa con 4 cotes negli ultimi 15 km.

– 15a Tappa, Lyon – Grand Colombier (175 km): Arrivo in cima al Grand Colombier (17 km al 7%). Nella prima parte si affrontano Montèe de la Selle de Fromentel (11,1 km all’8,1%) e Col de la Biche (6,9 km all’8,9%).

– 16a Tappa, La Tour-du-Pin – Villard-de-Lans (164 km): Cinque gpm, tra cui il Montée de St Nizier du Moucherotte (14,6 km al 6,5%) e arrivo su uno strappo che potrebbe presentare sorprese in classifica.

– 17a Tappa, Grenoble – Méribel (168 km): Il Col de la Madeleine (17,1 km all’8,4%) sarà l’antipasto del durissimo Col de la Loze, salita di 21,5 km al 7,8% con finale di tappa in salita.

– 18a Tappa, Méribel – La Roche-sur-Foron (168 km): Presenti, nell’ordine dal primo all’ultimo, Cormet de Roseland, Col de Saisies, Col des Aravis e Montéè du Plateau des Gliéres con finale in sterrato per una delle tappe più dure del Tour.

– 19a Tappa, Bourg-en-Bresse – Champagnole (160 km): Ultimo spazio per i velocisti.

– 20a Tappa, Lore – La Planche des Belles Filles (Cronoscalata, 36 km): Unica prova contro il tempo su un salita classica del Tour, 7 km all’8,7%.

– 21a Tappa, Mantes-la-Joly – Paris (122 km): Classica passerella finale con volata nella capitale.

I protagonisti

La pandemia che ha stravolto la stagione del ciclismo rende difficile anche capire a che punto sono i favoriti per la maglia gialla, con le tante cadute delle ultime settimane che non aiutano a stabilire una gerarchia. Primoz Roglic sembrava pronto a indossare i panni di favorito assoluto ma la caduta al Delfinato potrebbe avere ripercussioni almeno sulle prime tappe e bisognerà capire il suo stato di forma alla partenza, che al momento non è ancora sicura. Attenzione quindi al suo compagno di squadra Tom Dumoulin, che potrebbe passare dal ruolo di gregario di lusso a protagonista assoluto se il capitano non fosse al meglio e parliamo di un uomo che ha vinto il Giro d’Italia e che al Tour ha già in bacheca un secondo posto. Egan Bernal, vincitore lo scorso anno, contro Roglic ha fatto fatica nella prima parte di stagione e anche lui ha saltato la chiusura del Delfinato per un problema alla schiena che però è sembrato più diplomatico che reale. Più difficile capire le condizioni degli altri Ineos, con Geraint Thomas praticamente non pervenuto e Chris Froome in grande difficoltà in una squadra che abbandonerà a fine stagione che non parteciperanno al Tour e se il colombiano sarà ancora la prima punta ci sarà curiosità per vedere all’opera Richard Carapaz vincitore lo scorso anno al Giro d’Italia. Di fatto lo squadrone che ha dominato negli ultimi anni e che per la prima volta rispetto alle ultime stagioni con Luke Rowe avrà un solo britannico al via, potrebbe avere poche frecce al proprio arco nel caso in cui fosse necessario variare il copione originale. Nairo Quintana appena lasciata la Movistar ha ricominciato a andare forte, anche se da luglio ha un problema al ginocchio che potrebbe condizionarlo ma tra gli outsider pronti a fare la sorpresa non si può ignorare. Tra i francesi, Thibaut Pinot è sembrato l’alternativa più solida a Roglic al Delfinato ma rimangono i dubbi della sua capacità di gestire i momenti decisivi in salita, anche se tre settimane in una stagione del genere sono un’incognita e con ritmi più bassi del solito potrebbe ambire alla maglia gialla. Romain Bardet ha mostrato una buona condizione e il percorso è adatto a lui, che a 29 anni è in una fase in cui o sboccia definitivamente o appassisce. Alla maglia gialla, almeno a indossarla per qualche giorno, punta anche Julian Alaphilippe che però avrà pochi uomini a supportarlo, è apparso in forma alla Milano-Sanremo ma non nella condizione di dominio assoluto vissuta nella scorsa stagione. Altri due nomi da seguire sono Tadej Pogacar, che dopo il podio alla Vuelta lo scorso anno sarà il giovane da seguire nel resto della stagione visto che Evenepoel è fuori fino al 2021 e Miguel Angel Lopez che sul podio è già salito a Tour e Vuelta ma non ha ancora dimostrato di essere in grado di fare la differenza assoluta sulle tre settimane, ma tra gli uomini di classifica è quello che ha avuto meno problemi e messo a punto una condizione ottimale. Tra gli outsider Mikel Landa e Enric Mas, ma anche i fratelli Yates, possono essere una sorpresa o una delusione cocente visto l’inizio di stagione anonimo. Teniamo d’occhio Daniel Martinez con la EF e Guillame Martin della Cofidis che ha chiuso terzo il Delfinato.

Al momento è Roglic il favorito per la vittoria a 3.00 davanti a Bernal a 3.50, Dumoulin e Pinot a 6.00, Carapaz e Pogacar a 13.00.