Italia e Messina avanti insieme, pro e contro della scelta

Italia conferma Messina, l'analisi: i motivi per i quali è la scelta giusta e quelli per i quali può trasformarsi in una mossa rischiosa per il futuro azzurro

Italia conferma Messina, la scelta – Sicché Ettore Messina non lascia. Raddoppia. E’ arrivata ieri la notizia dell’accordo tra l’allenatore attualmente vice di Greg Popovich agli Spurs nella Nba e la nazionale. Obiettivo quello di disputare un grande Europeo dopo la parziale delusione dell’edizione 2015 e l’enorme delusione del preolimpico di Torino, costato quasi 2 milioni di euro con il risultato di vedere l’Italia fuori da Rio 2016. Vediamo i pro e i contro di questa scelta, che non era scontata.

Italia conferma Messina, perché sì – Perché parliamo comunque di un’eccellenza assoluta, forse il miglior tecnico europeo del basket moderno insieme a Obradovic. Perché Messina è uomo di motivazioni. Il fallimento di Torino lo ha toccato personalmente. Avrebbe voluto fare le Olimpiadi, ma soprattutto non è un allenatore che lascia il lavoro a metà. E non avrebbe lasciato la nazionale nel guado. Né avrebbe accettato la sfida se non avesse avuto la percezione che questa nazionale ha margini di miglioramento netti.

Italia conferma Messina, perché sì – Finita la fase dell’euforia e della ‘nazionale più forte di sempre’, si può lavorare nelle condizioni che predilige. Pochi proclami, testa bassa, entusiasmo. Niente prime donne e niente minuti a chi non se li merita. Messina ritroverà un Gentile forse più motivato dopo una stagione privo della fascia di capitano. E quasi sicuramente, di là dell’oceano, avrà parlato con i due italiani in Nba, Gallinari e Belinelli, con la garanzia che anche loro si metteranno a disposizione della maglia azzurra. Con la speranza di avere Datome al massimo della forma fisica. Perché tutti, dentro questa nazionale, hanno qualcosa da farsi perdonare dopo il preolimpico. E Messina è l’uomo giusto per trasformare le motivazioni in benzina da spendere in campo. Soprattutto, invece che dieci giorni scarsi, ne avrà oltre trentacinque per plasmare il gruppo e far digerire dettami tattici che non si assimilano in una settimana. La nazionale vista a Torino non era sua ed è stata la stortura più evidente nel vedere giocare l’Italia. Questa lo sarà molto di più, a partire da una scelta più ponderata in cabina di regia, una fase difensiva ancora più solida e un attacco che per forza di cose sarà più fluido. Che possa esserlo completamente, è difficile dirlo.

Italia conferma Messina, perché no – Parliamo sempre di un allenatore che sta dall’altra parte del mondo. Vero che la tecnologia di oggi permette di informarsi in tempo reale e in modo approfondito su ogni giocatore di ogni parte del globo, ma un conto è averci a che fare di persona e un conto è sentirselo raccontare o vederlo attraverso un video. Al netto dell’eccellenza, che è indiscutibile, ci sono due elementi sui quali riflettere. Il primo: Messina è un allenatore che vive la professione in maniera integrale. Che possa trasformarsi in un coach di successo part time, vedendo e allenando un nucleo di giocatori per appena un mese in un anno, è ancora da dimostrare. E non è detto che sia una dimensione nella quale possa adattarsi completamente. Tra le nazionali di rango, quella di un allenatore part time è scelta singolare. Non succede in Spagna, dove Scariolo fa solo quello. Non succede in Grecia e nemmeno in Francia. Succede negli Stati Uniti ma in maniera particolare, Krzyzewski allena a Duke ma è comunque stabilmente sul territorio, ha contatti quasi quotidiani con tutti i membri di Team Usa e la quantità di talento è tale da rendere il lavoro completamente diverso da quello di qualsiasi altro Ct.

Italia conferma Messina, perché no – Secondo: come la maggior parte dei giocatori, non si può escludere che un Messina americanizzato nel modo di lavorare e nella pallacanestro che vive ogni giorno si stia allontanando dal tipo di basket che si gioca e si allena in una competizione particolare come l’Europeo. A San Antonio ha a che fare con l’elite del basket mondiale, con l’Italia avrà a disposizione giocatori dalla scarsa esperienza europea, in una serie A sempre meno competitiva, o che raramente giocano i playoff Nba (Gallinari e a tratti Belinelli). Inoltre da più parti si vocifera che potrebbe essere il successore di Popovich dalla stagione 2017-18, la prossima. Giocare l’Europeo dal 31 agosto al 17 settembre con la prospettiva di diventare il primo head coach continentale alla guida di una squadra Nba meno di un mese dopo può togliere risorse nervose e concentrazione anche a un numero uno assoluto. Vedremo cosa succederà. Di sicuro è una scelta che va ancora in direzione del tutto e subito, in termini di risultati e di resa, invece che di costruzione e prospettiva.