L’intervista ad Andrea Diana: “Allenare a Brescia, che grande privilegio”

La Germani è quarta in campionato, accompagnata da un pubblico eccezionale e sostenuta da un pool di sponsor entusiasti. E l'anno prossimo si gioca nel nuovo impianto.

Il quarto posto in classifica, alle spalle di tre grandi consolidate come Milano, Avellino e Venezia, è solo la punta di un iceberg bellissimo. La Germani Basket Brescia gioca bene, vince sempre, è accompagnata da un pubblico fedele, affettuoso e composto e sostenuta da un gruppo di sponsor entusiasti. Il palazzetto di Montichiari è sempre pieno e ribolle di passione, quello nuovo sarà modernissimo e pronto per la nuova stagione.

Andrea Diana è uno degli artefici principali della rinascita e dell’esplosione della Leonessa. E’ lui il coach della promozione in Serie A, tecnico preparato e che si integra perfettamente in una realtà che fa dei rapporti umani uno dei propri motori.

Ti aspettavi una stagione stabilmente al vertice, al secondo anno di Serie A?
Riconfermare sei giocatori del gruppo dell’anno scorso ci ha dato un grande vantaggio. Siamo partiti in fiducia e vincere aiuta a vincere. È stato un inizio di stagione indimenticabile, storico, e ora giochiamo per cementare i risultati positivi che ci siamo conquistati sul campo. La fiducia data ai miei giocatori è stata ripagata con prestazioni oltre le aspettative, e sono molto orgoglioso di ognuno di loro.

Un giocatore che ti ha sorpreso quest’anno rispetto alle aspettative di inizio stagione.
Più che di una sorpresa parlerei di una meritata conferma. Michele Vitali ha avuto una crescita notevole rispetto allo scorso anno, è stato responsabilizzato, mi aspettavo che facesse bene e non ha deluso le aspettative.

La storia recente di Brescia insegna che si ottiene un risultato dopo averlo sfiorato. La tua straordinaria serenità nel post Coppa Italia persa in volata con Torino dipende da questo?
Sono molto orgoglioso di quanto fatto a Firenze, e soprattutto sono sostenuto da una Società che ha espresso i miei stessi sentimenti. Mentirei se dicessi che è facile superare una sconfitta così, ma passata la delusione iniziale rimane la soddisfazione di aver partecipato da protagonisti e di aver nuovamente scritto una pagina di storia per il basket di questa città. L’affetto e l’amore dei tifosi poi ci hanno aiutato a concentrarci su ciò che di positivo abbiamo espresso, e la nostra serenità va ricondotta anche a questo.

La squadra va bene, siete circondati da tifosi appassionati e correttissimi, gli sponsor vi sostengono, il nuovo impianto è quasi pronto. Quanto è gratificante allenare a Brescia?
È molto gratificante, e personalmente sono molto riconoscente a chi ci permette di lavorare con tale serenità. La nostra squadra, nella sua accezione più ampia con Società, Sponsor e tifosi sempre al nostro fianco, viaggia verso un’unica direzione e si percepisce in campo. Giocare nel nuovo EIB sarà per questo molto emozionante.

Cosa chiedi a questo finale di stagione?
Più che chiedere sono abituato a fare e so che dovrò continuare a lavorare con concentrazione percorrendo la strada presa fino ad oggi. Ho la fortuna di lavorare con uno staff di primissimo livello, e proseguendo questo cammino insieme saremo pronti ad affrontare le sfide che ci aspettano fino alla fine della stagione.

Livornese di nascita, quanto e come ti senti bresciano?
A Livorno si vive di sport e anche nel basket gli esempi illustri non mancano. Siamo competitivi, non ci accontentiamo, lottiamo fino all’ultimo minuto e viviamo lo sport come uno stile di vita. Ho portato questo modo di vedere le cose qui a Brescia, dove mi sono sentito subito a casa. Ormai è il settimo anno qui, quando ho un po di tempo libero vivo la città con la mia famiglia, come credo faccia ogni bresciano. Ci piace il centro storico, prendere la metropolitana e adesso con l’arrivo della primavera non mancherà qualche gita sul lago.

Ufficio Stampa Leonessa Brescia