Il piano dell’Uefa, completare le coppe anche se non si chiudono i campionati

L'Uefa spinge per la conclusione di Champions ed Europa League ad agosto, le prospettive di una Superlega europea sono sempre più concrete

L’Europa del calcio viaggia a velocità diverse, come era lecito attendersi nell’epoca della pandemia che colpisce con tempi e modalità diverse nei vari paesi. Da una parte le federazioni nazionali che hanno già deciso di fermarsi fino a settembre come Francia, Olanda e Belgio, che stanno per farlo come in Italia anche se nessuno si prende la responsabilità, o che provano a darsi un orizzonte come in Inghilterra e Germania. Dall’altra l’Uefa, che studia la possibilità di concludere Champions League ed Europa League tra agosto e settembre indipendentemente dai campionati nazionali. Andiamo verso un futuro nel quale la famosa Superlega europea che sembrava un evento distopico prenderà il sopravvento sui tornei nazionali?

La questione medica

Il nodo più grande da sciogliere rimane quello della convivenza con il rischio, in un braccio di ferro tra attività sportiva, scienza e responsabilità delle autorità preposte a dare l’autorizzazione alla ripresa delle partite che è la vera chiave per capire quanto ci vorrà per rivedere il calcio giocato. In quest’ottica è evidente la discrepanza tra quanto succede in diversi paesi, con i comitati tecnico-scientifici che proclamano cautela se non pessimismo intorno a una ripresa rapida, e quanto dichiarato dal comitato medico della Uefa. Il suo presidente Tim Meyer ha fatto circolare una nota nella quale dichiara che ripartire è possibile.

‘Nel discutere qualsiasi ritorno al calcio competitivo, a livello d’élite, la salute dei giocatori, di tutti coloro che sono potenzialmente coinvolti nelle partite e il pubblico in generale è di fondamentale importanza. Tutte le organizzazioni calcistiche che stanno pianificando il riavvio delle loro competizioni produrranno protocolli completi che dettano le condizioni sanitarie e operative garantendo che la salute delle persone coinvolte negli incontri sia tutelata e che l’integrità del pubblico sia preservata. In queste condizioni e nel pieno rispetto della legislazione locale, è sicuramente possibile pianificare il riavvio delle competizioni sospese durante la stagione 2019/20.’

La fattibilità della ripresa dichiarata dall’Uefa è chiaramente il manifesto dell’intenzione di completare le due coppe europee a tutti i costi ed è inutile sottolineare ancora l’incidenza del fattore economico su questa posizione, vale per tutti i tornei nazionali e vale ancora di più per le competizioni continentali. Di base resta da capire in che modo verranno condivisi e accettati i protocolli delle condizioni sanitarie e operative su base locale, visto che anche il fronte scientifico ha posizioni differenti sulla ripresa delle attività e gli stessi giocatori nutrono dubbi su una ripresa frettolosa in assenza di dati certi. Argomento già dibattuto, anche l’Uefa se vuole riprendere deve abbattere un muro finora invalicabile, ovvero trovare un interlocutore che si prenda la responsabilità di dare il via alle competizioni anche di fronte alla consapevolezza che il rischio zero non esiste.

La Superlega europea

Dal punto di vista sportivo, se si giocassero ad agosto la Champions League e l’Europa League anche con formule inedite come le Final Eight e le Final Four, andremmo in effetti verso quello scenario ipotizzato negli ultimi vent’anni nel quale i campionati nazionali lasciano spazio a grandi competizioni europee che diventano protagoniste della scena. Nessuno immaginava che potesse essere un evento biologico a determinare questa svolta, ma il risultato non cambierebbe. L’Uefa ha capito presto che non avrebbe potuto penalizzare i club i cui campionati sono stati sospesi definitivamente escludendoli dalle coppe e per questo i club si stanno attrezzando di conseguenza. Il Psg che è già ai quarti di Champions League potrebbe trasferirsi in Qatar per allenamenti mirati solo alla coppa. Squadre italiane come Inter e Atalanta sono contrarie alla ripresa del campionato ma favorevoli alla conclusione di Champions ed Europa League anche se i problemi logistici (dove allenarsi e dove giocare) non sono indifferenti. Ad agosto potremmo assaggiare un antipasto di quello che succederà nel calcio europeo nei prossimi anni.

Le prospettive

Immaginiamo un mondo nel quale l’emergenza sanitaria finisce ma le conseguenze economiche restano. A farne le spese in un primo momento saranno naturalmente le società medio piccole, che rischiano di scomparire o di sopravvivere a stento generando un divario sempre più ampio con i grandi club europei che saranno chiamati a limitare i danni del collasso. Un grande torneo continentale con Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Psg, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Chelsea più altre squadre blasonate diventerebbe l’approdo naturale da contrapporre alla perdita di appeal e competitività dei campionati nazionali. I diritti televisivi diventerebbero un problema potenzialmente devastante per le federazioni locali visto che i broadcaster investirebbero di meno su questi tornei e dirotterebbero le loro risorse verso prestigiose leghe europee che avrebbero il vantaggio di contare su un pubblico potenziale di almeno 150 milioni di persone nel solo continente. E’ uno dei motivi per i quali l’Uefa spingerà per completare le coppe ad agosto e in prospettiva è anche uno strumento che i grandi club potrebbero utilizzare come ancora di salvataggio per il sistema calcio nazionale. Introiti enormi una cui parte potrebbe essere destinata alle federazioni locali per sopravvivere dopo la fine della tempesta.