Maurito, i pali, il VAR e Lucianone

I nerazzurri hanno la fortuna di restare in partita contro una Roma superiore per larga parte della gara. Ma quando ne hanno l'occasione affondano i colpi decisivi

Ormai sapete che qui di cronaca ne leggerete poca. Il meno possibile. Inter batte Roma 3-1, in rimonta, con doppietta di Icardi e ciliegina finale di Vecino. I giallorossi colpiscono per tre volte i legni della porta difesa da Handanovic e contestano il mancato ricorso al VAR in occasione di un intervento di Skriniar su Perrotti in area di rigore.

 

Capitolo primo: Maurito

Oggi tutti a scrivere o a dire: ‘Ma come si fa a contestare Icardi?’. Peccato che eserciti di zucche vuote lo abbiano fatto da sempre, e continuino ancora, nonostante tutto. Se la vacuità cerebrale affligge persino chi nella vita ha avuto la fortuna di nascere nerazzurro, si giunge trotterellando all’autolesionismo. Il ragazzo è un cobra da aerea di rigore, un bomber di razza purissima. Non fa gioco di squadra fuori dai sedici metri? Per essere riconosciuti secondo i meriti effettivi non dovrebbe servire essere il migliore del mondo.

Capitolo secondo: i pali

Mica facile prenderne tre, e poi in quel modo. Pali interni (tipo quello colpito dalla Fiorentina la settimana scorsa). Appena la sezione romanista del blog sbollisce mi faccio fare un resoconto sulla notte radiofonica romana. Non c’è dubbio che i giallorossi siano stati sfortunati ma non è solo questo che li ha condannati. Dopo aver preso il primo gol è mancata la reazione da grande, mentre l’Inter è stata brava a colpire un avversario mummificato dal morso del cobra. Di Francesco ha detto che però prima i nerazzurri sono stati fortunati a non prendere cinque gol. Vero. Ma approfittare delle occasioni è una delle qualità che fanno la differenza in questo sport e nella vita.

Capitolo terzo: il VAR

Marco Biffi, linguista esperto di anglicismi e responsabile internet dell’Accademia della Crusca, ha dichiarato che è più corretto al maschile. Probabile che il milanese imbruttito includa nella lista dei giargiana chi continuerà a dire la VAR. Secondo il Corriere dello Sport è uno scandalo che non sia stato usato in occasione del contatto tra Skriniar e Perrotti. La Gazzetta invece ha cercato di giustificare Orsato. Sarà Moviolone 2.0, meglio abituarsi. Irrati ha sbagliato, e l’unica cosa certa. Il rigore in effetti ci stava. Noi interisti saremo portati a ritenerla una svista accettabile perché ‘allora Iuliano’. E’ il calcio amisci, VAR o minga VAR.

Capitolo quarto: Lucianone

Spalletti (oltre all’uomo di Rosario) è la cosa più bella vista fin qui. La sua mano si vede, anche se l’opera è ben lungi dall’essere completata. Penserete che ha azzeccato il cambio quando ha buttato dentro Joao Mario per Gagliardini. Si, ma per un allenatore del suo livello questa è routine. Il giovane ex Atalanta è apparso chiaramente a disagio. La bella impressione destata nelle prime partite della stagione scorsa va sbiadendo sempre più. Il capolavoro sono quei venti minuti finali, dopo aver sofferto senza mai sbandare e perdere il filo. Pronti ad innescare il morso velenifero che dapprima ha paralizzato l’avversario per poi divorarne le carne inerte. Cose che da queste parti non si vedevano da tempo e sono nella testa più che nelle gambe.

Capitolo quinto: varie ed eventuali

Ma Borja Valero? Voi ve lo aspettavate così? Io sinceramente no. Ero molto fiducioso, ora lo sono un po’ meno. Mi pare che sia decisamente più utile Vecino. Non lo avrei detto, ma spero ancora di vedere lo spagnolo riproporsi con continuità al suo massimo.

Perisic mi piace sempre più. Forse qualcuno ricorda quando scrivevo che 50 milioni erano pochi per uno così.

Abbiamo fatto questi sei punti e vinto uno scontro diretto per la corsa al quarto posto. Se proprio non è impossibile, facciamolo sto benedetto colpo di mercato. Consolidiamo e puntelliamo. Non siamo a posto così.