I risultati della notte NBA.
Houston-Miami 99-90
Insolita serata a basso punteggio al Toyota Center ma i Rockets si prendono lo stesso la terza vittoria consecutiva prima andando sotto di dieci nel primo periodo, poi rimanendo a contatto nella parte centrale e scappando a tre minuti dalla fine. Harden (28 punti e 5 assist ma 10/26 dal campo), Paul (16 punti e 3 recuperi) e Capela (14 punti e 8 rimbalzi) segnano i canestri che valgono il punteggio finale e Miami resta a secco negli ultimi due minuti e quando le tre punte di Houston sono contemporaneamente in campo il record in stagione è di 18-0. I padroni di casa tirano con il 44.4% ma gli Heat progressivamente si perdono sull’arco finendo con 7/30 e nel finale pagano la scarsa consistenza della panchina. Whiteside (22 punti e 13 rimbalzi) è trascinante ma gli esterni non hanno mira e il record di Miami è 15-11 in trasferta.
LA Clippers-Minnesota 118-126
I Wolves danno segnali di vitalità dopo le ultime due sconfitte e non casualmente la vittoria dello Staples Center coincide con la migliore prestazione stagionale di Andrew Wiggins che nelle ultime settimane era stato tra i più opachi. L’ala trascina i suoi con una notte da ricordare (40 punti e 6 rimbalzi) e nel finale segna il jumper del 113-111 sul quale Teague (30 punti e 6 assist) costruirà sei punti consecutivi per il 121-114 a un minuto dalla fine. Minnesota non ha quasi niente dalla panchina, 13 punti complessivi, ma l’intero quintetto in doppia cifra anche se Towns (11 punti, 17 rimbalzi) è in una serata di insolita timidezza offensiva. I Clippers nel finale pasticciano perdendo con Griffin uno dei loro 17 palloni, coach Rivers e il suo assistente vengono espulsi e non basta la tripla doppia dell’ala (32 punti, 12 rimbalzi e 12 assist) né il 56% dal campo a risolvere la serata. La parte rossa di Los Angeles ha poco dal quintetto, Wiliams (20 punti e 7 assist) e Harrell (23 punti e 6 rimbalzi) provano a dare sostanza dalla panchina ma arriva la seconda sconfitta consecutiva.
New Orleans-Chicago 132-128 2OT
I Pelicans sono la squadra dei supplementari e allo Smoothie King Center non ne basta uno, ne servono due per avere ragione dei Bulls. Una prima impresa New Orleans la fa nel quarto periodo, sotto di 18 a 7 minuti dalla fine, tornando con un parziale furioso condotto da Cousins e Davis che vale il 114-112. Chicago potrebbe vincerla perché Miller manda tre volte in lunetta Holiday proprio in concomitanza della sirena ma l’esterno sbaglia l’ultimo libero, quello della vittoria, e inizia la maratona. Il finale del primo overtime è pieno di errori e il secondo lo risolve ancora Cousins dalla lunetta coronando una prestazione gigantesca, la migliore della sua carriera, culminata in tripla doppia da 44 punti, 24 rimbalzi, 10 assist e 4 recuperi in 52 minuti. Anche Davis è abbondante (34 punti, 9 rimbalzi e 5 assist) prima di uscire per falli nel primo supplementare e i Pelicans sono 7-3 nelle ultime dieci partite giocate mettendo nel mirino il quinto posto della Western Conference. I Bulls hanno poco in attacco ma molto a rimbalzo da Markkanen (14 punti e 17 rimbalzi), un ottimo Grant (22 punti e 13 assist) ma chiudono con il 25.8% dall’arco, segnando per la prima volta meno di dieci triple dopo dieci partite consecutive in doppia cifra.
Denver-Portland 104-101
I Nuggets al Pepsi Center non perdono l’occasione di avvicinare i Blazers al settimo posto della Western Conference e in una battaglia equilibrata fino alla fine emerge Jamal Murray che sul 99-97 per gli ospiti a 41 secondi dalla sirena inventa il gioco da tre punti decisivo. Il play esplode con una notte da 38 punti, massimo in carriera, 14/19 dal campo e 6 assist e l’intero quintetto dei Nuggets è prolifico (Jokic da 16 punti e 12 rimbalzi) ad eccezione di Barton. In questo momento Denver ha poca mira, 41% dal campo e 10/30 dall’arco ma i Blazers pagano l’inconsistenza di McCollum (12 punti e 3/14 al tiro) e non basta il solito maestoso Lillard (25 punti e 8 assist) votato migliore giocatore della Western Conference la scorsa settimana. Ora i Nuggets sono 24-23 e i Blazers appena davanti con 25-22.
Memphis-Philadelphia 105-101
I Sixers si fermano a Memphis nel senso letterale del termine, sono avanti di 13 a tre minuti dalla fine del terzo periodo e smettono di giocare. Ne viene fuori un parziale di 31-18 per i padroni di casa nell’ultimo periodo e l’inevitabile sorpasso firmato da Gasol che a tre minuti dalla sirena segna quattro punti consecutivi generando la quinta vittoria casalinga consecutiva. I Grizzlies sfruttano la serata illuminata di Gasol (19 punti e 6 rimbalzi) e Evans (18 punti e 8 assist) vincendo nonostante vengano travolti 48 a 32 a rimbalzo. Partita buttata da Philadelphia che ha poco dalla panchina e non sfrutta la presenza in area di Embiid (15 punti e 14 rimbalzi) perdendo 23 palloni nella serata peggiore della stagione di Simmons, fermo a 6 punti e 7 assist.
Dallas-Washington 98-75
Altra partita anomala all’American Airlines Center e i Wizards mettono in mostra il peggio del loro repertorio venendo spazzati via nella peggiore esibizione stagionale. Incassano un parziale di 31-15 nel secondo quarto, segnano 32 punti tra secondo e terzo periodo e finiscono sotto di venti nel secondo tempo senza nessuna reazione. La capitale è nervosa, Wall (11 punti e 4/15 dal campo) bisticcia con Barea in campo e davanti ai microfoni, tira con il 30.& dal campo e 16/27 ai liberi. Senza nemmeno entusiasmare i Mavs sfruttano la vena di Barnes (20 punti e 10 rimbalzi) e l’impatto di Ferrell dalla panchina (14 punti e 5 rimbalzi) portando a 10-15 il proprio record casalingo.
Milwaukee-Phoenix 109-105
Tumultuosa giornata in casa Bucks, nel pomeriggio arriva il licenziamento di coach Jason Kidd e in serata la vittoria in volata sui Suns. Sono quattro punti consecutivi di Middleton nell’ultimo periodo a risolvere la pratica, uno degli uomini cresciuti sotto l’ala di Kidd, ma si parlerà a lungo dell’allontanamento del coach con il suo assistente Joe Prounty promosso head coach fino al termine della stagione. Il protagonista della serata è Brogdon (32 punti e 3 recuperi) in assenza di Antetokounmpo, i padroni di casa tirano con il 53.5% dal campo e portano quattro uomini del quintetto in doppia cifra. Phoenix ha poco da Booker (14 punti e 2/14 al tiro) e molto da Warren (23 punti, 2 recuperi e 2 stoppate) ma continua a tirare male dall’arco ed è 9-14 in trasferta.
Charlotte-Sacramento 112-107
Gli Hornets si mettono davanti con un parziale di 32-22 nel secondo periodo e passano il resto della serata a controllare senza difficoltà la reazione dei Kings, sempre distanti in doppia cifra nel secondo tempo. Le voci di mercato intorno a Walker si moltiplicano ma è lui a trascinare Charlotte (26 punti, 6 rimbalzi e 9 assist) insieme a un Howard sostanzioso in area (14 punti, 16 rimbalzi e 6 stoppate). Sacramento continua la propria striscia negativa, ottava sconfitta consecutiva, e manda in quintetto suggestioni assortite. Il più prolifico è Fox (16 punti e 7 assist) che si trova di fianco Vince Carter, che giocò la prima partita Nba quando lui aveva undici mesi.
Atlanta-Utah 104-90
I Jazz durano un tempo, poi un parziale di 32-22 per Atlanta risolve la serata e i playoff sono sempre più lontani per la squadra di Snyder, ora 19-28 in stagione dopo sette sconfitte nelle ultime dieci partite. Utah è come spesso succede inconsistente sull’arco tirando il 26.7% e non ha presenza dal quintetto se non da Mitchell (13 punti e 6 assist ma anche 6 palle perse). Gli ospiti perdono 16 palloni e coach Budenholzer ne approfitta per fare esperimenti dando a 12 giocatori della rotazione più di dieci minuti di utilizzo. Schroder costruisce il parziale decisivo (20 punti e 2 assist) e Belinelli è prolifico (11 punti e 5/10 dal campo) segnando anche un canestro dalla propria metà campo nel primo tempo che però non viene convalidato.