Philadelphia vince ancora a Miami, i Pelicans eliminano i Blazers

I Sixers soffrono, perdono 26 palloni ma con Simmons e Redick vincono ancora sul parquet degli Heat e vanno 3-1 nella serie, i Pelicans eliminano i Blazers con 47 punti di Davis

I risultati della notte NBA.

Miami-Philadelphia 102-106 (1-3)

E’ l’anno dei Sixers, indipendentemente da dove arriveranno ai playoff. Al momento a una sola vittoria da uno storico passaggio del primo turno, dopo avere vinto per la seconda volta consecutiva all’American Airlines Arena, come storica è la prestazione di Ben Simmons che diventa il primo rookie da 38 anni, l’ultimo fu Magic Johnson, a siglare una tripla doppia. Gli Heat sono avanti 83-73 alla fine del terzo periodo ma Philadelphia con Redick e Simmons sorpassa ed è lo stesso rookie a firmare la schiacciata del 102-99 a 58 secondi dalla sirena. Gli ultimi quattro punti consecutivi di Redick chiudono una serata che lascia a bocca aperta anche coach Brown, ‘non avevamo nemmeno il diritto di vincerla’ dirà davanti ai microfoni. Invece i Sixers se la prendono anche tirando con il 22.6% dall’arco, anche perdendo 26 palloni, un’enormità in trasferta, perché sono più fisici e pronti nel quarto periodo nel quale concedono appena 19 punti ai padroni di casa. Con sei uomini in doppia cifra, Simmons brilla (17 punti, 13 rimbalzi, 10 assist e 4 recuperi a nascondere le 7 palle perse) più Embiid che anche tirando malissimo (14 punti con 2/11 dal campo ma 10/13 ai liberi e 12 rimbalzi) trova il modo di generare molti fischi a suo favore. L’autografo lo sigla Redick (24 punti, 3 assist e 3 recuperi) con Belinelli (10 punti e 2 assist) prezioso anche in una notte complicata in attacco. Gli Heat tirano con il 43.6% dal campo ma hanno problemi di falli, Whiteside (13 punti e 13 rimbalzi) continua ad avere un impatto intermittente e la regia di Dragic (20 punti e 3 assist con 9/19 al tiro) si perde in troppe soluzioni personali. Non basta il solito generoso Wade (25 punti e 3 recuperi dalla panchina) per oltrepassare i Sixers, che adesso tornano sul parquet di casa per chiudere la serie.

New Orleans-Portland 131-123 (4-0)

La prima sorpresa dei playoff arriva dai Pelicans che spazzano via i Blazers in una serie che doveva essere equilibrata e invece è stata a senso unico. New Orleans ancora una volta la gioca ad alto punteggio sapendo che Portland non ha antidoti difensivi ai suoi attaccanti, va avanti di 13 alla fine del terzo periodo, gli ospiti rimontano ed è parità a cinque minuti dalla fine ma Davis prende definitivamente possesso della notte segnando i canestri decisivi. La stella dei Pelicans è addirittura inarrestabile, segna 33 dei suoi 47 punti nel secondo tempo, 12 negli ultimi cinque minuti e insieme al record di franchigia per la migliore prestazione di sempre ai playoff aggiunge 11 rimbalzi e 3 stoppate dentro una serata da 15/24 dal campo e 15/17 ai liberi. La panchina dei padroni di casa è limitata a tre uomini ma non c’è bisogno del loro contributo perché anche Holiday è maestoso (41 punti, 8 assist e 15/13 dal campo) e i Pelicans vincono anche una partita nella quale i Blazers provano a giocarla mettendo la palla in mano alle stelle. New Orleans tira con il 57% dal campo, Portland con il 52.6% e McCollum raccoglie la sfida (38 punti, 3 assist e 15/22 dal campo) ma non è supportato da Lillard (19 punti con 7/16 al tiro) e non basta un Nurkic prolifico (18 punti e 11 rimbalzi) e l’intero quintetto in doppia cifra. I Pelicans si godono anche un Rondo esplosivo ai playoff (7 punti e 16 assist) che si conferma il migliore distributore di palloni a 13.3 di media. I Pelicans attendono la vincente della serie tra Warriors e Spurs e all’orizzonte si prospetta il duello tra Durant e Davis.

Minnesota-Houston 121-105 (1-2)

I Wolves ritrovano il pubblico di casa e come per magia anche la propria identità difensiva. Quella che manca ai Rockets nel secondo tempo, nel quale concedono 69 punti e si ritrovano sotto di 18 all’inizio del quarto periodo senza riuscire a reagire. Anche in attacco la squadra di D’Antoni fatica e Harden (29 punti, 7 rimbalzi e 7 assist) a dispetto del bottino tira 9/21 continuando a litigare con il proprio tiro dopo i 44 punti di gara 1. Con Capela e le ali del quintetto senza ispirazione, non basta Paul (17 punti e 6 assist) né Anderson, Gordon e Green in doppia cifra in una panchina insolitamente ricca di minuti. I padroni di casa ritrovano Butler, trascinatore su due lati del campo (28 punti, 7 rimbalzi, 5 assist e 4/6 dall’arco) e Towns (18 punti e 16 rimbalzi). Insieme a loro sono brillanti anche Wiggins (20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist) e un ritrovato Derrick Rose che dalla panchina alimenta la fuga (17 punti e 2 assist). I Wolves tirano con il 55.6% dall’arco e mandano a referto 29 assist su 45 canestri di squadra. La serie non cambia direzione ma si allunga.

Utah-OKC 115-102 (2-1)

Nella notte delle triple doppie, anche Ricky Rubio si iscrive al libro dei record (26 punti, 11 rimbalzi e 10 assist) che ai Jazz mancava da 17 anni, l’ultima fu di John Stockton nel 2001. I padroni di casa utilizzano un parziale di 31-22 nel terzo periodo per spezzare l’equilibrio contro i Thunder e andarsi a prendere in progressione il vantaggio nella serie. OKC va in difficoltà nel terzo periodo con i problemi di falli di Adams e Westbrook in questo momento è un caso (14 punti con 5/17 al tiro e 8 palle perse), non tira mai nel quarto periodo e dichiara di non essere al meglio fisicamente, oltre a garantire davanti ai microfoni che in gara 4 non permetterà a Rubio di avere un simile impatto. I Thunder tirano con il 50% dall’arco ma perdono 17 palloni e nonostante George (23 punti e 3 assist) e Anthony (14 punti e 3 recuperi) siano prolifici non hanno il controllo sulla partita nei momenti chiave. I Jazz oltre a tirare con il 52.6% dal campo portano l’intero quintetto in doppia cifra con Mitchell (22 punti, 11 rimbalzi e 2 recuperi) che compensa con l’energia le 5 palle perse e Gobert (18 punti e 12 rimbalzi) che sta vincendo la battaglia in area in questa serie, la squadra di Snyder domina 48 a 33 a rimbalzo. Gara 4 sarà lo snodo decisivo.