EuroBasket -2. Dino Meneghin: “Fattore psicologico determinante: Forza Azzurri!”

L'intervista al grande campione, anche ex presidente della FIP. "Gli Azzurri devono compattarsi e rispondere alle difficoltà di queste settimane".

Nazionale Basket Dino Meneghin: “Azzurri spinti dalla voglia di rivalsa”

Snocciolare i successi ottenuti da Dino Meneghin nel corso della sua carriera di giocatore può risultare esercizio lungo e noioso ma tant’è: tra Varese e Milano 12 scudetti, 6 Coppe Italia, 7 Coppe dei Campioni, 2 Coppa delle Coppe, 4 Intercontinentali.

In Nazionale l’Argento olimpico a Mosca nel 1980 e poi l’Oro europeo a Nantes nel 1983, oltre a due Bronzi (1971 e 1975). In totale 836 partite e 8.580 punti in Serie A, 271 presenze e 2.947 punti in Maglia Azzurra. Non vi basta? Il 7 febbraio 2009 Meneghin è stato eletto Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, nel 2016 è stato nominato presidente onorario dalla FIP.

Nel 1991 Giganti del Basket l’ha eletto il più grande giocatore europeo di tutti i tempi, nel 2003 è diventato il primo giocatore italiano a entrare nella Hall of Fame di Springfield, il maggiore riconoscimento che un giocatore di pallacanestro possa ricevere. È stato inoltre il primo italiano ad essere scelto dalla NBA: nel 1970 all’11º giro (182º assoluto) dagli Atlanta Hawks.

Nessuno come Dino Meneghin sa come si affronti una competizione internazionale: 4 Olimpiadi alle spalle, vissute in campo e poi da Team Manager della Nazionale nel 2004, quando l’Italia vinse la medaglia d’Argento.

La squadra di Ettore Messina si avvicina all’EuroBasket 2017 senza particolari squilli di tromba, consapevole dei propri limiti e di cosa servirà in campo per combatterli.
In competizioni così importanti le squadre possono compattarsi, è un procedimento per certi versi inspiegabile ma piuttosto comune e spesso è accaduto anche alle nostre Nazionali in passato. La voglia di riscatto dopo aver subìto le critiche dei Media può fare la differenza, a maggior ragione per questo gruppo di giocatori che negli ultimi anni è arrivato molto vicino a un grande risultato, senza però mai coglierlo”.

Cosa deve accadere?
Ovviamente la base non può che essere la salute psicofisica complessiva della squadra, nei giorni della competizione. Poi è fondamentale che lo staff abbia riportato tutti i giocatori sulla stessa pagina nelle settimane precedenti all’evento. In raduno arrivano giocatori stanchi, altri delusi per aver giocato poco in campionato, altri ancora che hanno vinto. Persone diverse, situazioni diverse. Sono certo che coach Messina e i suoi collaboratori siano riusciti a compattare tutti gli Azzurri, a forgiare una squadra che vada tutta nella stessa direzione”.

E poi i leader…
Certo, come in tutte le squadre chi ha più esperienza ed è più forte deve fare da guida per gli altri. Alcune volte accade naturalmente, altre volte no. Ma è chiaro che la componente psicologica rimane centrale, in un Europeo come in un’Olimpiade. E questa squadra è certamente animata da un forte spirito di rivalsa, un fattore che potrebbe portarci avanti in una competizione così equilibrata”.

In panchina accanto a Ettore Messina siederà Roberto Brunamonti, suo compagno di squadra a Mosca ’80 e Nantes ’83.
Che gruppo eccezionale che era quello! Una squadra di persone serie e positive, lavoratori incredibili, mai soddisfatti, sempre alla ricerca del meglio per se stessi e per la squadra. Roberto farà un ottimo lavoro, come sempre ha fatto nei tanti ruoli ricoperti in questi anni. Poi tra qualche mese in Azzurro torna anche Meo Sacchetti, ottimo allenatore e persona fantastica. Un altro innamorato della pallacanestro e della Nazionale. Uomini che hanno fatto le fortune del basket italiano, in campo e fuori”.