Davide Pessina a ruota libera: LeBron impressionante, tra Ambrassa e Irving scelgo…

In carriera ha vinto tanto, soprattutto a Milano e Cantù, oltre all'Argento con la Nazionale all'Europeo 1991. Da qualche anno è il commentatore tecnico a SkySport, sempre al fianco di Flavio Tranquillo nelle ultime 4 NBA Finals.

Davide Pessina non è stato un giocatore normale. Ala grande e talento offensivo ancora più grande, ha fatto le fortune di (tra le altre) Milano, Torino e Virtus Roma con le sue mani fatate che gli hanno permesso di produrre punti in mille modi diversi.

In carriera ha vinto uno scudetto con l’Olimpia Milano e due volte la Coppa Korac. In Nazionale (44 partite e 393 punti) si è messo al collo la medaglia d’Argento all’Europeo 1991 di Roma. Da qualche anno è la spalla tecnica più autorevole di SkySport, sempre al fianco di Flavio Tranquillo nelle ultime NBA Finale  Competente. Spiritoso. Auto-ironico. Mai un commento scontato. Mai una notazione superficiale. Valore aggiunto, esattamente come era in campo.

Perché il commentatore e non l’allenatore, il dirigente, la cheerleader?
Perché me lo hanno proposto. Avevo smesso di giocare da un anno e stavo cercando di capire cosa fare, tra corsi da dirigente organizzati dalla GIBA e tentazioni da ristoratore ai Caraibi, quando mi hanno chiamato da Sky e mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto provare. Non avevano nemmeno finito la frase che avevo già detto sì, senza neanche minimamente pensare o sperare che 15 anni dopo sarei stato ancora qui.

Da grande, cosa ti piacerebbe fare?
Continuare a fare quello che sto facendo e poi ritirarmi da qualche parte, tipo in una masseria in Salento.

Quanto è importante l’empatia con la prima voce?
È importante, perché ti permette per esempio di capire istintivamente quando sta chiudendo una frase e tocca a te, evitando una fastidiosa sovrapposizione di voci. O di sapere, a seconda dell’andamento della partita, quali argomenti saranno più facilmente toccati rispetto ad altri.

Quanto tempo impieghi per preparare una telecronaca?
Normalmente cerco di guardare l’ultima partita giocata da entrambe le squadre, leggo articoli sulla stampa locale e su siti tipo ESPN, Sports Illustrated, ecc., per cercare notizie su giocatori, allenatori, proprietari o qualunque cosa possa sembrare interessante Do un’occhiata a statistiche, avanzate e non, riassumendo il tutto su un quaderno a cui ogni tanto do un’occhiata in telecronaca. Lo so che sentendomi non si direbbe, ma un po’ di tempo di preparazione prima di una telecronaca c’è.

La telecronaca che ricordi con più piacere e quella che vorresti dimenticare
Forse Italia-Spagna degli Europei del 2015 a Berlino. Quali vorrei dimenticare? Tante, difficilmente sono contento dopo una telecronaca.

Ti lusinga sapere di essere la miglior spalla tecnica valdostana di Sky Sport?
Mi lusinga molto ma mai quanto essere stato il miglior giocatore di belote della storia del basket italiano (gioco di carte diffuso in val d’Aosta e Savoia).

Hai visto dal vivo Kyrie Irving? Sinceramente, tanto meglio di Ambrassa?
Devo ammettere che nell’uno contro uno Irving è un po’ superiore, ma come tiro e quantità di peli sul corpo il nonno è di un’altra categoria.

Durant, LeBron, Davis, Aldridge, bravi tutti, ma quel tuo tiretto morbido dall’angolo non si vede più…
Non si vede più perché adesso lo prendono da un metro indietro e vale un punto in più. Mica fessi…

Il telecronista tuo di riferimento, senza distinzione di sport…
Flavio Tranquillo, non per piaggeria ma perché rende una partita migliore (con Buffa, altro fuoriclasse, hanno formato una coppia irripetibile). Tra i commentatori americani, e più nel mio ruolo, Jeff van Gundy. 

Come giocherebbe Pessina nella pallacanestro del 2018?
Non giocherebbe.

Il privilegio di raccontare le Finals Live. Quanto ti sei emozionato?
Molto, anche per la possibilità di vivere dall’interno per 15 giorni un evento planetario. Avere accesso agli allenamenti, agli spogliatoi prima e dopo le partite, essere a contatto con giornalisti di  tutto il mondo, vivere il dietro le quinte, osservare la macchina organizzativa NBA dispiegare la sua potenza ed efficienza… in più, il basket giocato al suo massimo livello, tecnico e atletico. Le prossime saranno le mie quinte Finals ma l’emozione sarà sempre la stessa, un misto di eccitazione e di paura di non essere all’altezza, di non riuscire a raccontarle nel modo giusto alle persone che in Italia sono sveglie nel cuore della notte per godersi lo spettacolo.

La chiacchierata durante le Finals che racconterai ai tuoi nipotini.
Non ho nipoti ma racconterei a chiunque abbia voglia di ascoltarmi del pomeriggio a casa di Ron Adams, assistente di Steve Kerr ai Warriors, uomo di grande spessore, a parlare di basket, vini, poesia e umanità varia. Una delle cose più belle di questo lavoro è che ti dà la possibilità di entrare in contatto con persone del genere.

Il giocatore che più di tutti gli altri ti ha impressionato, dal vivo?
LeBron James. Se non lo vedi dal vivo non realizzi del tutto il mix di stazza, atletismo, rapidità, potenza e intelligenza cestistica. Mi ha colpito anche la sua capacità di gestire tutta la spasmodica attenzione mediatica che c’è intorno a lui senza mai un gesto di insofferenza. Mica facile.

L’anno scorso la coppola che ha scosso le Finals. Quest’anno?
Non so, sarà frutto di improvvisazione.

Foto Archivio Privato Giancarlo Migliola