I Celtics si prendono la 16° vittoria consecutiva con super Irving, i Cavs piegano i Pistons

Irving segna 47 punti e i Celtics vincono la 16° partita consecutiva, segnali di crescita dai Cavs, perdono ancora i Thunder

I risultati della notte Nba.

Detroit-Cleveland 88-116

L’autunno si sta per fare inverno e i Cavs iniziano a fare sul serio. Quinta vittoria consecutiva e stavolta Cleveland mette subito le cose in chiaro chiudendo il primo periodo 36-23 con un LBJ da 16 punti nei primi dodici minuti. Il copione non cambia nel secondo periodo, i padroni di casa non sono presenti emotivamente e fisicamente e il 73-46 di fine primo tempo è una sentenza che si dilata fino al più 49 di fine terzo periodo. Sei uomini in doppia cifra tra i Cavs che tirano con il 52.5% e se il re dopo avere indicato la strada resta tranquillo con 18 punti e 8 rimbalzi, Love produce una doppia doppia da 19 e 11 rimbalzi. Calderon non dispiace in quintetto in attesa di Rose e Thomas e i Pistons sono in una fase di totale appannamento, quarta sconfitta nelle ultime dieci giocate e seconda casalinga con Drummond fermo a 8 punti e 8 rimbalzi. I Cavs iniziano a alzare la voce.

New Orleans-OKC 114-107

Il tempo potrebbe volgere finalmente al bello per i Pelicans, che sono capaci di battere i Thunder in una partita nella quale era richiesta maturità e lo fanno nonostante l’espulsione di Cousins, mandato sotto la doccia a cinque minuti dalla fine del terzo periodo per una gomitata gratuita sul volto di Russell Westbrook. L’episodio dà la scossa ai padroni di casa, sotto di nove dopo l’intervallo ma anche indietro di 19 nel primo periodo, che con Davis e Holiday si rimettono davanti e costringono i Thunder a segnare appena 41 punti nel secondo tempo. New Orleans tira meglio in area, il 51.3% dal campo, e non paga il 7/25 dall’arco perché Davis ne segna 36 con 15 rimbalzi ed è un rebus insolubile per i lunghi di OKC.

Cousins prima dell’espulsione aveva prodotto 18 punti, 4 assist e 3 recuperi e Holday chiude con 18 e 4 rimbalzi. Agli ospiti non basta la tripla doppia di Westbrook, 22 punti, 16 rimbalzi e 12 assist ma con appena 6/19 al tiro. George e Anthony, 26 e 19 punti a testa, tirano 16/36 dal campo e Adams non è una presenza a rimbalzo. I Tunder in trasferta sono 2-7 e per coach Donovan il processo di crescita della squadra sarà un lavoro lungo e pieno di incognite.

Orlando-Indiana 97-105

I Pacers salgono e i Magic scendono. Orlando dopo un inizio di stagione spumeggiante cala di intensità su due lati del campo e dopo un primo tempo promettente crolla consentendo ai Pacers di vincere la quarta partita consecutiva. Partita di intensità appena accettabile e che qualcosa non funzioni nella testa dei padroni di casa lo dimostrano le 22 palle perse e il 33% dal campo del secondo tempo. Sul parquet che ha calcato per tre stagioni arriva forse la prestazione più bella della carriera per Oladipo che trascina Indiana con 29 punti, 12/14 ai liberi, 9 rimbalzi, 5 assist, 7 recuperi e 2 stoppate. E’ lui insieme a Bogdanovic, 26 punti e 7 rimbalzi, il trascinatore in una serata nella quale la rotazione di McMillan è ridotta a otto uomini. Orlando ha 25 punti e 13 rimbalzi da Vucevic e 13 e 12 da Gordon ma quasi niente dagli esterni e dalla panchina. Per i Magic il problema non sono solo le cinque sconfitte consecutive, ma anche lo scarto medio di 16 punti con il quale sono arrivate.

Dallas-Boston 102-110 OT

I Celtics non riescono a smettere di vincere. Ci vanno vicini a Dallas, dove i padroni di casa li trascinano al supplementare, ma Kyrie Irving dimostra di avere le idee chiare sul perché del suo trasferimento a Boston e firma nell’overtime i canestri della vittoria. Come da tradizione nella striscia vincente di sedici partite i Celtics sono costretti a inseguire nel secondo tempo, chiudono il quarto periodo 27-19 e il finale è in volata. Nowitzki segna il 94-91 con un jumper dei suoi, ma Smart e Tatum a un minuto dalla fine confezionano il 96-96 e non si segna più fino alla sirena. Nella continuazione ci pensa Irving con dieci punti a spianare la strada ai Celtics e il suo tabellino dice 47 punti, 16/22 dal campo, 5/7 dall’arco, 6 assist e una prestazione da Mvp.

Boston non ha niente da Horford ma vince lo stesso con i 22 punti e 9 rimbalzi di Brown e i 15 e 9 di Tatum che stupisce ogni sera per la sua maturità, poco dalla panchina, appena 15 punti di cui 12 di un impreciso Smart al tiro. La vittoria è emotiva per una squadra in totale fiducia, i Mavs si arrendono tirando con il 21.2% dall’arco nonostante i 31 punti e 6 rimbalzi di Barnes, 18 e 4 recuperi per Matthews che però spara 4/11 dall’arco.

Milwaukee-Washington 88-99

I Bucks ogni tanto inciampano sul proprio talento e ne approfitta Washington che nel finale scappa dimostrando di avere più energie nonostante la sconfitta di Toronto della notte precedente. Un parziale di 8-0 nel terzo periodo manda avanti la capitale 58-55 e da quel momento la partita è a senso unico. Milwaukee ha un problema offensivo evidente, seconda sconfitta consecutiva tirando con meno del 50%, e paga le assenze di Dellavedova e Teletovic, nonché quella di Kidd che non è in panchina per la nascita della nipote. Il totale fa 44.3% dal campo per i padroni di casa con 4/22 dall’arco, i Bucks sono travolti 46 a 33 a rimbalzo e nonostante l’intero quintetto in doppia cifra con 23 punti e 8 rimbalzi di Antetokounmpo la panchina produce appena 16 punti. I Wizards ritrovano Wall, anche se a mezzo servizio con 15 punti e 6 rimbalzi, ma hanno un solido Beal che con 23 punti e 10/16 al tiro diventa il più giovane giocatore della storia Nba ad avere segnato almeno 700 triple. Sei uomini in doppia cifra per la capitale con Porter Jr da 12, 11 rimbalzi e 3 recuperi, due squadre che ancora devono trovare confidenza con il sostantivo continuità.

San Antonio-Atlanta 96-85

Gli Spurs vincono la settima gara nelle ultime dieci giocate e lo fanno in una notte senza sussulti nella quale piegano Atlanta senza mai scappare ma senza nemmeno complicarsi la vita. La striscia negativa degli Hawks a San Antonio si allunga a venti partite consecutive, ovvero dal febbraio 1997, e gli ospiti non hanno antidoti a Aldridge che segna 22 punti con 11 rimbalzi e a Anderson che finisce con 13 punti e 10 assist. Popovich ruota dodici uomini, ricava 16 punti da Ginobili e gli Hawks perdono anche Babbitt per infortunio nel primo tempo. Schroder è ingabbiato dalla difesa degli Spurs, ne segna 21 con 9 rimbalzi Collins dalla panchina e Belinelli chiude a 11 con 4/13 al tiro, l’autunno è confuso anche per lui.

Charlotte-Minnesota 118-102

Hornets e Wolves stanno a contatto per tre quarti e quando sembra che la partita si risolva in volata arriva un parziale di 34-22 dei padroni di casa con Howard protagonista in area. Minnesota perde la seconda partita consecutiva mancando in difesa e tirando male dall’arco, 6/27 con il 41.1% dal campo. Ma la notte si decide a rimbalzo, dove gli Hornets vincono 52 a 38 e Howard vince nettamente la battaglia con Towns. Il lungo di casa produce 25 punti con 20 rimbalzi, 8/10 dal campo e un insospettabile 9/14 ai liberi. A fine partita dirà che il segreto quando va in lunetta è mettersi a pensare ad altro, come una serie appena vista su Netflix riguardo Unabomber, e ‘rimanere lontano dal mio cervello’.

Con Walker fermo a 14 punti e 4/12 al tiro è Kaminsky a dare una mano dalla panchina con 24 punti e 4/5 dall’arco. I Wolves hanno poco dai loro lunghi, Towns 18 e 12 rimbalzi senza incisività e Wiggins 11 con 5/14 dal campo e un fallo tecnico nel terzo periodo. Butler e Teague tirano in coppia con 13/33 dal campo e Thibodeau in questo momento non ha intensità dai suoi uomini nei momenti chiave.

Philadelphia-Utah 107-86

I Sixers scappano già nel primo periodo e i Jazz non hanno energie offensive per correre loro dietro. Utah finisce sotto di 21, torna a meno undici nell’ultimo periodo ma il palcoscenico è di Simmons che nella sua migliore interpretazione in carriera da 27 punti, 10 rimbalzi e 4 recuperi trascina i padroni di casa. Philadelphia tira con il 51.8% dal campo, ha 15 punti e 11 rimbalzi da Embiid che si sveglia nel secondo tempo e 20 e 4 assist da Redick ed è 7-3 nelle ultime dieci partite giocate. I Jazz si fermano al 35.3% dal campo con 17 punti di Mitchell e Burks che dalla panchina fa 1/10 dal campo. Coach Snyder aspetta il ritorno di Gobert e nell’attesa non ha quasi niente dai suoi uomini d’area.

Memphis-Portland 92-100

Quinta sconfitta consecutiva per i Grizzlies e la firma è della difesa di Portland che per la settima volta nelle ultime otto partite giocate tiene gli avversari sotto i 100 punti segnati. L’altra chiave della partita è il 60 a 35 a rimbalzo dei Blazers e la partita, pari con sette minuti da giocare, va dalla parte degli ospiti quando Nurkic si attiva offensivamente. Gli ospiti incredibilmente si portano a casa una partita chiusa con il 39.8% dal campo grazie ai 24 punti di McCollum con 8 rimbalzi e ai 21 di Lillard con 4 assist. Memphis non ha geometrie da quando è priva di Conley, i 21 con 6 assist di Chalmers e i 19 e 12 rimbalzi di Gasol aiutano così come un Evans da 20 punti tornato prolifico dalla panchina, ma la squadra di Fizzdale non ha punti di riferimento nei momenti chiave della partita. Portland introduce la sua gita da cinque trasferte consecutive vincendo la seconda partita di seguito.

Sacramento-Denver 98-114

I Nuggets finalmente vincono in trasferta, anche se sul campo di una delle peggiori squadre della Nba, con un parziale di 19-7 nel terzo periodo che produce l’allungo decisivo. Denver, priva di Millsap e Chandler, non ha nemmeno coach Malone in panchina, sospeso per essere entrato in contatto con un arbitro nella sconfitta della notte precedente. Ma i Kings difendono raramente, concedono il 48.8% dal campo agli ospiti e gli esterni dei Nuggets vivono una notte illuminata. Barton segna 25 punti con 5 assist, Harris 20 con 3 recuperi e Jokic spazza l’area con 16 punti e 14 rimbalzi. Sacramento perde contatto nel secondo tempo nonostante i 16 punti e 4 recuperi di Hill e una panchina da 60 punti.

New York-LA Clippers 107-85

Il pezzo dal nostro Giancarlo Migliola inviato al Garden.