Follie da calciomercato. Wall Street o Giochi senza Frontiere?

Il calcio è la dodicesima industria dell'Italia ma negli ultimi giorni di mercato fioccano le follie, gli affari last minute, gli affari saltati.

Calciomercato ultimi colpi. Il calcio italiano costituisce la dodicesima industria del Paese. Ogni anno muove circa 9 miliardi di euro, dà lavoro a circa 500.000 persone e versa 1 miliardo abbondante di euro allo Stato come contributo fiscale e previdenziale.

Il giro d’affari stimato costituisce il 5.7% del PIL dell’Italia.

E tanto per fare un esempio l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti dal 1995 al 2014 ha investito nel club nerazzurro per 844 milioni di euro.

Calciomercato ultimi colpi. Cifre che danno l’idea solo in parte della montagna di denaro e di interessi che il calcio italiano sa muovere.

Sarebbe lecito attendersi dirigenti illuminati, programmi quinquennali rispettati alla lettera, strutture societarie degne di aziende di altissimo livello, scelte strategiche ponderate e condivise con i vari staff.

Calciomercato ultimi colpi. Poi arriva il calciomercato e il calciomercato svela l’approssimazione, per non dire altro, del nostro calcio. Un incrocio tra “Giochi senza Frontiere”, “OK il Prezzo è giusto” e “Oggi le Comiche”.

Sessantadue giorni di trattative, per non parlare dei mesi cuscinetto tra la fine della stagione e l’inizio ufficiale delle compravendite. Settimane nelle quali le società si parlano, si confrontano, si odorano.

Calciomercato ultimi colpi. Gli affari che saltano…

Poi arriva il 31 agosto, ovvero il sessantaduesimo giorno di sessantadue. Non pensi che società con fatturati nell’ordine di centinaia di milioni di euro si riducano a vendere quattro giocatori in 10 ore (Torosidis, Ricci, Sadiq, Vainqueur).

O che facciano arrivare giocatori a Torino per le visite mediche e poi li rispediscano in Russia.
Tutto vero. Anche nel 2016 lo spettacolo del 31 agosto non ci ha deluso. Witsel è tornato a San Pietroburgo volando con indosso la maglia della Juventus.

Maksimovic è rimasto bloccato a Francoforte per un’emergenza terrorismo allo scalo tedesco il pomeriggio del 31 e ha firmato per il Napoli senza sostenere le visite mediche.
Lo scorso anno il divertimento fu da divano e popcorn.

I documenti per il trasferimento di De Gea al Real Madrid arrivarono con 28 minuti di ritardo rispetto alla chiusura del mercato. Il portiere spagnolo era già pronto per raccogliere l’eredita di Iker Casillas ma non se ne fece niente. “Ridìculo”, titolò a tutta pagina Marca. Già.

Invece in Italia il primo settembre qualcuno ha avuto il coraggio di titolare “Witsel a giugno”. Punti di vista.
Nel 2015 De Laurentis e Ferrero trovarono l’accordo per Soriano alle 23.04. Affare saltato nonostante lo scatto da centometristi dei dirigenti di Sampdoria e Napoli.

Tutto inutile, porte chiuse per pochi minuti. Peccato.
Alla faccia dei sessantadue giorni precedenti, tutti trascorsi tra proclami, schermaglie, smentite, rinvii.

Tutto si risolve all’ultimo minuto, all’ultimo secondo, magari facendo avanzare il proprio portiere nell’area avversaria per cercare il miracolo.

Calciomercato ultimi colpi. Gli affari last minute…

Due mesi di tempo per costruire una squadra e poi giocatori “fondamentali” presi alla rinfusa. Tanto per accontentare un capo-tifoso, una dirigente, un procuratore.
La sagra dell’improvvisazione pallonara a Wall Street.
E il dramma è che il calciomercato in Italia dura 365 giorni.

Ma poi le cose accadono solo negli ultimi 30 minuti.