
EASTERN CONFERENCE
Cavs sotto di 25, ci pensa il Re – I Cavs non sono squadra da mezze misure. Se devono perdere lo fanno in modo rocambolesco, vedi i due supplementari consecutivi di fine regular season che sono costati il sorpasso di Boston. Se devono vincere lo fanno in modo di entrare nella storia, come in gara 3 contro Indiana. Finisce 119-114, che vanno 3-0 nella serie e ipotecano il passaggio del turno. Ma per farlo sono capaci di tornare dal -26 nel quale erano sprofondati nel primo tempo: è la più grande rimonta nella storia dei playoff Nba.
Nella follia di Indianapolis vengono giù numerosi record. Anche i Pacers, che finiscono dalla parte sbagliata del risultato, ricorderanno una serata nella quale a fine primo tempo segnano 74 punti, record di franchigia, tirano il 57% dal campo e il 59% da tre. I Cavs sono di nuovo a braccetto con i propri fantasmi, la serie sembra riaperta, il regno vacilla. Ma il sovrano ha una striscia aperta di 19 vittorie consecutive al primo turno ai playoff e non vuole interromperla. Perciò 28 punti, 6 rimbalzi e 7 assist. Sarebbero numeri da prestazione assoluta, sono soltanto quelli che LeBron James firma nel secondo tempo per trascinare i suoi alla rimonta.
Cleveland segna 70 punti nel secondo tempo, ne concede 40 ai Pacers, appena 17 nel terzo periodo e nel finale sono due triple, una di LBJ e una di Frye a dare il 114-107 e ammutolire l’incredulo pubblico delle Bankers Life Fieldhouse. Per il re alla fine 41 punti, 13 rimbalzi, 12 assist, 14/27 al tiro, sei triple a bersaglio, diciassettesima tripla doppia in carriera ai playoff, davanti a lui solo Magic Johnson. E la serie praticamente finisce qui. Ai Pacers non basta un George da 36 punti, 15 rimbalzi e 9 assist, non bastano altri quattro uomini in doppia cifra tra cui Teague da 15 e 7 assist, non basta una panchina da 38 punti. E’ un discorso emotivo che parte da James e coinvolge tutti gli altri. Ovvero cinque uomini in doppia cifra e i più decisivi non sono nemmeno Love (13 e 6 rimbalzi) e Irving (13 e 4 assist con 4/17 dal campo), ma Smith e Korver. Il primo con 13 punti e quattro triple, il secondo con 12 e 4/5 dall’arco, i Cavs da tre sparano 21/44 e costruiscono la rimonta sul perimetro e con un Thompson da 9 punti e 10 rimbalzi che da solo impedisce che Indiana sia dominante a rimbalzo. Partita che rimarrà nella storia e Cavs che guardano già alla semifinale di Conference.
I Bucks travolgono i Raptors – Anche qui abbiamo una serie, ed è una serie imprevedibile. Milwaukee dimostra di avere le idee chiare e appena arrivati al Bradley Center si porta in vantaggio 2-1 nella serie contro i Raptors. Non vincono e basta, i Bucks, travolgono Toronto 104-77 ed è una cavalcata inaspettata alla quale i canadesi non oppongono nessuna resistenza. Si comincia e i padroni di casa sono già avanti di venti a fine primo periodo, 32-12, con i Raptors che sverniciano ferri e non si ritrovano difensivamente. All’intervallo è già 57-30 e nel secondo tempo il divario si dilata fino a più 34 nel terzo periodo. I Bucks portano sei uomini in doppia cifra, corrono, aggrediscono atleticamente in difesa e si portano in vantaggio nella serie con una prestazione solida ma non stellare di Antetokounmpo, 19 punti, 8 rimbalzi, 4 assist e 7/10 dal campo. Il che fa impressione se Kidd riesce a trovare in Middleton, 20 punti, 7 assist e 2 recuperi, e Monroe, 16 con 7 rimbalzi dalla panchina, protagonisti alternativi di questo impatto.
Beasley fa 13 punti e 3 rimbalzi con 3/3 dall’arco e i Bucks approfittano della difesa inesistente di Toronto che concede il 52.7% dal campo e 12/23 dall’arco. Per i canadesi è una delle peggiori prestazioni offensive stagionali: 24/71 dal campo, 4/18 nel primo periodo, 6/22 dall’arco. Incredibile vedere DeRozan fermo a 8 punti, 0/8 al tiro, trovare tutta la sua produzione in lunetta. Lowry segna 13 punti con 5 rimbalzi, Valanciunas 11 e 7 senza nessun impatto in area, Wright e Powell mettono insieme numeri positivi dalla panchina quando la partita è ormai finita visto che anche Ibaka è trasparente e 23 dei 77 punti arrivano dai tiri liberi. Se Toronto non ritrova velocemente mira e fiducia la prima e la terza della Eastern Conference potrebbero guardare il secondo turno in televisione.
WESTERN CONFERENCE
I Grizzlies battono un colpo – Coach Fizdale doveva motivare i suoi giocatori dopo il 2-0 rimediato a San Antonio corrispondente alla decima sconfitta consecutiva contro gli Spurs ai playoff. Con il suo anatema contro gli arbitri dopo gara 2 ha avuto le tasche alleggerite di 30000 dollari ma ha ritrovato pubblico di casa (tutti con indosso la maglia con la scritta ‘Take that for data’ pronunciata dal coach nel suo lamento contro la scarsa protezione ricevuta dagli arbitri) e la sua squadra nella stessa notte. I Grizzlies vincono 105-94, battono Popovich ai playoff per la prima volta dall’aprile del 2011 e allungano la serie. Lo fanno con un terzo periodo da 31-17 che spacca la partita dopo un primo tempo equilibrato e Fizdale va con il quintetto che aveva reagito in gara 2 spedendo Randolph e Ennis nello starting five alla palla a due. Le due ali incidono sulla serata, il primo con 21 punti e 8 rimbalzi, il secondo con 12 e 4/6 dal campo. Memphis chiede una grande prestazione a Conley, 24 punti e 8 rimbalzi, e 21 punti con 6 rimbalzi e 3 assist a Gasol che in questa serie batte per la prima volta il fratello.
Carter viene riportato nella posizione di guardia e i Grizzlies vincono con le percentuali, 50.6% dal campo e 41% dall’arco, anche se con una panchina che produce appena 23 punti con una rotazione ridotta a otto uomini effettivi. Le parole di Fizdale hanno comunque un effetto sulle decisioni arbitrali. Gli Spurs nel secondo periodo hanno un solo fischio a favore quando mancano 11 secondi all’intervallo, vanno comunque più spesso in lunetta ma tirano 16/28 contro il 18/20 di Memphis. Non ha ritmo Leonard, 18 punti e 3 assist ma tirando appena 11 volte, problemi per Parker che gioca solo 18 minuti con 0/4 al tiro e uovo deposto, e senza regia e senza Ginobili (200 partite ai playoff festeggiate con 10 minuti senza segnare) gli Spurs non hanno risorse. Aldridge è l’unico a combattere, 16 punti e 11 rimbalzi, da Gasol 6 punti con 2/9 dal campo, Mills, Anderson e Simmons hanno un minutaggio più alto e rispondono con 36 punti complessivi perché Popovich è indispettito dalla prestazione delle sue colonne e si mette a fare esperimenti. Aspettatevi la reazione di San Antonio in gara 4.