Harden segna 60 punti ed entra nella storia, mano rotta per Kevin Love

Harden segna 60 punti all'interno di una tripla doppia e quasi da solo piega i Magic, i Cavs perdono partita e Love che si frattura la mano, Golden State travolta dai Jazz

I risultati della notte NBA.

Utah-Golden State 129-99

I Warriors si prendono una serata di riposo a Salt Lake City e vengono travolti dai Jazz alla terza vittoria consecutiva. La difesa dei campioni pure è in vacanza, l’attacco si ferma a 14 punti nell’ultimo periodo e non c’è storia in un secondo tempo nel quale i padroni di casa dilagano senza trovare resistenza e Kerr a fine partita parlerà di ‘pallacanestro disgustosa da parte nostra, il nostro cuore non era connesso’. Le statistiche confermano, i Jazz tirano con il 58.2% dal campo e il 50% da tre, con tre uomini oltre i 20 punti e Rubio (23 e 11 assist) a guidare in cabina di regia supportato da Mitchell e Ingles. Golden State non ha l’arco, 5/25 da tre, Curry stavolta si ferma a 1/7 nelle triple, l’unico prolifico è Thompson (27 punti e 12/17 dal campo) ma la serata negativa dei campioni è anche nelle 19 palle perse, 4 delle quali di un disastroso Green.

Houston-Orlando 114-107

Ricorderemo il 30 gennaio 2018 come una notte storica sul piano statistico, che fa passare anche in secondo piano la sudata vittoria dei Rockets contro i Magic, acquisita soltanto con un parziale di 7-0 negli ultimi tre minuti sul punteggio di 107-107. Cinque di questi punti sono firmati da James Harden, 18 nel quarto periodo, 60 in totale. Eclissato il record in maglia Rockets di Calvin Murphy che si era issato fino a 57 e resisteva dal 1978. Il barba è anche il primo giocatore della storia a segnare così tanto all’interno di una tripla doppia (10 rimbalzi, 11 assist, 4 recuperi, 19/30 dal campo e 17/18 ai liberi) in 46 minuti di utilizzo. D’Antoni non lo leva dal campo perché Paul è tenuto a riposo e Gordon sta 10 minuti in campo senza incidere prima di arrendersi anche lui. Harden la vince quasi da solo con il contributo di Capela (12 punti e 13 rimbalzi) e ai Magic non basta una serata da 50% dal campo e cinque uomini in doppia cifra (Augustin 13 punti e 4 assist) dalla panchina per evitare la terza sconfitta consecutiva e il 14-35 che la rende la squadra con il peggiore record nella Nba.

Washington-OKC 102-96

Partita tra le squadre più enigmatiche della Nba, che infatti sfugge a ogni pronostico. I Wizards sono senza John Wall eppure riescono a interrompere la striscia di otto vittorie consecutive dei Thunder spuntandola nel finale in volata con sei liberi consecutivi nell’ultimo minuto mentre Carmelo Anthony sbaglia due triple di seguito e tre tiri negli ultimi 30 secondi. La capitale riesce a limitare Westbrook (fermo a 13 punti e 5/18 dal campo con 7 palle perse), George segna 20 dei suoi 28 punti nel primo tempo ma nessuno nel quarto periodo e Anthony chiude con 2/12 dal’arco. OKC ha poco dalla panchina, tira con il 37.5% dal campo e perde 20 palloni. Washington è trascinata da Beal (21 punti e 9 assist) che dà un dispiacere a Donovan, suo ex coach a Florida, e Porter Jr (25 punti e 6 rimbalzi) prendendosi una notte nella quale tira con il 38.2%, il 28% dall’arco e viene sconfitta 52 a 43 a rimbalzo. Fa la differenza il 27/29 ai liberi.

San Antonio-Denver 106-104

Equilibrio estremo anche a San Antonio e gli Spurs intascano una preziosa vittoria grazie a una tripla di Patty Mills che genera il 104-99 a meno di due minuti dalla fine. Si segna poco, come da abitudine texana, e i Nuggets non riescono a completare la rimonta bei pressi della sirena. Popovich si prende la seconda vittoria consecutiva grazie a Aldridge (30 punti e 5 rimbalzi) e a Ginobili (14 punti e 3/6 dall’arco) che insieme a Vince Carter è l’unico quarantenne nella storia Nba ad avere segnato almeno quaranta triple in una stagione. Gli Spurs tirano con il 50% dal campo ma vanno in lunetta solo cinque volte, ai Nuggets non bastano sei uomini in doppia cifra di cui l’intero quintetto (Jokic 13 punti, 7 rimbalzi e 8 assist) per evitare la seconda sconfitta consecutiva.

Toronto-Minnesota 109-104

Toronto continua la caccia ai Celtics e si prende la seconda vittoria consecutiva piegando i Wolves, che sprecano 13 punti di vantaggio nel secondo periodo e perdono la seconda partita di seguito. Minnesota non vince sul parquet dei canadesi dal 2004 e non le bastano sei uomini in doppia cifra, un Butler come al solito maestoso (25 punti e 6 assist ma 5/10 ai liberi) e un Dieng chirurgico dalla panchina. I Wolves la buttano in lunetta, chiudendo con 15/24 ai liberi, mentre i Raptors hanno linfa dagli esterni e da Valanciunas (18 punti e 11 rimbalzi). DeRozan (23 punti e 8 assist) e Lowry (15 punti e 9 assist) sono una garanzia e Toronto adesso è 34-15, due partite di distacco da Boston.

Detroit-Cleveland 125-114

I Pistons sono coinvolti nella trade dell’anno, non hanno ancora Blake Griffin ma anche con una rotazione ridotta sono capaci di stare davanti ai Cavs per tutto il secondo tempo e di scappare nel finale con una fiammata di Smith e Bullock. Il momento nero dei Cavs, 11 sconfitte nelle ultime 16 gare, diventa ancora peggiore con Kevin Love che si frattura il quinto metacarpo della mano sinistra. Dovrà stare fermo circa due mesi ed è possibile che l’infortunio modifichi le strategie di Cleveland sul mercato che chiude l’8 febbraio. ‘Quando piove grandina’ è la chiosa di coach Lue. Intanto Detroit si prende la vittoria con un meraviglioso Drummond (21 punti, 22 rimbalzi e 7 assist) e con quattro uomini del quintetto oltre i 20 punti (Smith 19 e 7 assist). La difesa dei Cavs è tenera come al solito e non bastano LBJ (21 punti e 7 assist) e Thomas (19 punti ma 3/10 dal campo e 6 palle perse) a cambiare l’inerzia.

LA Clippers-Portland 96-104

Allo Staples Center nel primo tempo sembra non sia successo niente, poi i Blazers confezionano un parziale di 30-16 nel terzo periodo che risolve la partita e tutti si ricordano che i Clippers sono entrati in una nuova epoca senza più Blake Griffin. I padroni di casa non riescono a rientrare e Lillard (28 punti, 7 assist e 3 recuperi) e Nurkic (14 punti e 20 rimbalzi) regalano ai Blazers la terza vittoria di seguito. I nuovi Clippers ripartono da Gallinari, che ritrova il posto in quintetto dopo due mesi di assenza e risponde in maniera positiva (15 punti e 5 rimbalzi in 25 minuti). E’ l’unico insieme a Wallace (15 punti e 3 assist) in doppia cifra nello starting five, Jordan è strepitoso a rimbalzo, 20 alla sirena, ma poco incisivo in attacco e Williams (20 punti e 5 assist) chiude con 2/9 dall’arco.

New Orleans-Sacramento 103-114

I Pelicans non hanno assorbito l’infortunio di Cousins e allo Smoothie King Center perdono la seconda partita consecutiva consegnandosi ai Kings in un quarto periodo disastroso da 18 punti segnati e una difesa che non ha più punti di riferimento. ‘Quando perdi uno come Cousins le conseguenze rimangono a lungo’ dirà coach Gentry alla fine. Sacramento non ha in panchina Dave Joerger che si era sentito male durante la partita precedente, il suo posto è preso dall’assistente Elston Turner che vede andare in onda una delle migliori prestazioni di Randolph della stagione (26 punti e 12 rimbalzi) con Koufos che spazza l’area (17 punti e 17 rimbalzi) e la sua squadra dominare 49 a 36 a rimbalzo. New Orleans ha il solito Davis (23 punti, 13 rimbalzi e 6 stoppate) e un buon Holiday (21 punti e 6 assist), 45 punti dalla panchina ma anche 15 palle perse. Ci vorrà tempo per ritrovare equilibrio.

New York-Brooklyn 111-95

Derby della mela senza storia, i Knicks a fine primo tempo sono già avanti 61-41 e il secondo tempo scorre senza sussulti. New York con la nuova divisa che celebra i pompieri della città ha una notte gigantesca da Kanter (20 punti e 20 rimbalzi) e Porzingis (28 punti e 5 rimbalzi) tirando con il 50% dall’arco. I Nets sono alla quarta sconfitta consecutiva, cinque uomini in doppia cifra non bastano a compensare un atteggiamento remissivo dalla palla a due e Allen (12 punti e 4 rimbalzi) è l’unico uomo del quintetto che arriva al Garden con l’intenzione di combattere.