Lillard batte Durant e i Warriors, Rockets e Jazz continuano a vincere, ottimo esordio di Belinelli con i Sixers

Durant segna 50 punti ma Lillard risponde con 44 e i Blazers piegano i Warriors, anche i Celtics sono in calo, non si interrompe la striscia di vittorie di Rockets e Jazz, ottimo esordio e vittoria per Belinelli con i Sixers

I risultati della notte NBA.

Portland-Golden State 123-117

I Warriors passano la serata a inseguire i Blazers senza riuscirci ed è uno straordinario Lillard a dare la vittoria ai padroni di casa spezzando una striscia di sette sconfitte consecutive contro gli uomini della baia. La sua prestazione travolgente (44 punti, 8 assist e 12/12 ai liberi) conferma la flessione di Golden State, 6-4 nelle ultime dieci partite giocate e per la prima volta in stagione sorpassata da Houston in vetta alla Western Conference. I Blazers hanno anche McCollum (29 punti e 5 rimbalzi) e Nurkic (17 punti e 13 rimbalzi) in serata illuminata e la squadra di Kerr ha poche energie difensive e perde 16 palloni. In una partita resa meravigliosa anche da Durant (50 punti, 7 rimbalzi e 6 assist), Curry e Thompson partecipano in maniera marginale al duello tirando 12/32 dal campo per 34 punti complessivi e non basta un ottimo Green (16 punti, 12 rimbalzi e 4 stoppate) a cambiare l’inerzia della notte. Il coach dei campioni a fine gara dirà: ‘Per noi la pausa dell’All Star Game è iniziata con un giorno di anticipo’.

Boston-LA Clippers 119-129

Anche i Celtics sono in netta flessione, terza sconfitta consecutiva, mentre i Clippers sono 7-3 nelle ultime dieci gare, quattro vinte nelle ultime cinque giocate. Al TD Garden solita partita in equilibrio e Los Angeles se la prende nell’ultimo periodo grazie a Jordan e Lou Williams che hanno più propellente dei padroni di casa, a inizio stagione implacabili nei finali in volata. I nuovi Clippers dominano dentro l’area con Jordan indiavolato (30 punti, 13 rimbalzi e 8 schiacciate, non è un refuso) e Gallinari sempre più a suo agio come terminale offensivo di riferimento (20 punti, 9 rimbalzi e 10/10 ai liberi). Williams dalla panchina fa giornata in ufficio (19 punti e 6 assist) e la difesa di Boston è insolitamente friabile concedendo il 50% dal campo. Irving (33 punti e 8 assist) prova a trascinare i compagni ma gli manca la scintilla finale, Tatum è intermittente e Horford non è ancora a suo agio nei panni di risolutore (20 punti e 4 rimbalzi). Boston ha due partite di ritardo rispetto a Toronto.

Houston-Sacramento 100-91

Il compito più facile della notte lo avevano i Rockets, che con il minimo indispensabile piegano i Kings, salgono a dieci vittorie consecutive e a 44-13 vedono per la prima volta in stagione il tetto della Western Conference. Al Toyota Center insolita serata a basso punteggio e Houston se la prende con un secondo periodo da 35-20 al quale seguirà un secondo tempo che mostra tutti i limiti di Sacramento. Gli ospiti non sono mai pericolosi, vanno in lunetta appena 8 volte e la panchina ha più impatto del quintetto, con Bogdanovic (20 punti, 4 rimbalzi e 5 assist) più prolifico tra i suoi. La squadra di D’Antoni cavalca Harden che flirta con la tripla doppia (28 punti, 9 rimbalzi e 9 assist), porta l’intero quintetto in doppia cifra con il solito Capela (13 punti e 11 rimbalzi) e passa la serata a sparare da lontano, alla fine 14/49 da tre e 19/34 da due. Basta per essere padroni della Nba alla pausa per l’All Star Game.

Memphis-OKC 114-121

I Grizzlies sono alla settima sconfitta consecutiva, il copione prevede una nuova tripla doppia di Harden e i Thunder non sarebbero loro se non provassero nel finale a regalare una partita nella quale erano stati avanti di venti a fine primo tempo. OKC segna 73 punti nel primo tempo, si ferma nel secondo e a 1:30 dalla fine Memphis torna a meno tre. A quel punto torna al lavoro l’Mvp (23 punti, 13 rimbalzi e 15 assist) che insieme a Anthony la risolve definitivamente ringraziando anche il contributo di George (28 punti, 6 rimbalzi e 4 assist). Finirebbe prima se gli ospiti non tirassero 24/35 ai liberi sfruttando anche i quattro falli tecnici fischiati ai padroni di casa. Il nervosismo dei Grizzlies rovina una pregevole serata dall’arco, 51.9%, con il migliore Harrison della stagione (28 punti e 10/16 al tiro) e il solito Evans (23 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) sul perimetro. Poco dentro l’area e i Thunder ringraziano e continuano a combattere nella fluida Western Conference nella quale Spurs, Wolves, OKC, Blazers e Pelicans sono separate da quattro partite.

Detroit-Atlanta 104-98

I Pistons spezzano la striscia di tre sconfitte consecutive ma rischiano di mandare per aria una serata che avevano dominato per tre quarti. Detroit segna 37 punti nel terzo periodo e sembra padrona della partita, poi decide che le vacanze sono cominciate con 12 minuti di anticipo e gli Hawks tornano a meno quattro nel finale ma mancano solo pochi secondi alla sirena per completare la rimonta. Atlanta non ha nemmeno Schroder e Bazemore, tira con il 18.2% dall’arco ma viene rimessa in partita dai padroni di casa, che portano sei uomini in doppia cifra e hanno Griffin (13 punti, 12 rimbalzi e 9 assist) e Drummond (13 punti e 15 rimbalzi) più precisi del solito nella selezione dei tiri. Il resto del lavoro lo fa Smith (22 punti e 9 assist) che sul perimetro non ha antidoti da parte degli ospiti. I Pistons probabilmente si giocheranno l’ottavo posto della Eastern Conference con Miami.

New York-Washington 113-118

Altra partita nella quale i padroni di casa dominano nel primo tempo ma l’epilogo è diverso, perché quella squadra sono i Knicks e dall’altra parte ci sono i Wizards, specialisti assoluti dell’attaccare e staccare la spina all’interno della stessa partita. Al Garden la mela va avanti di 27 punti sul finale del primo tempo, subisce un incredibile parziale di 39-15 nel terzo periodo e sono gli esterni nella capitale a deciderla nel finale completando la più grande rimonta di questa stagione. Beal (26 punti e 7 assist) e Porter Jr (22 punti e 6 rimbalzi) fanno la differenza, Washington tira con il 54.5% dal campo e ai Knicks non basta uno straripante Hardaway Jr (37 punti e 6/9 dall’arco) e neppure in intenso Kanter (24 punti e 14 rimbalzi) per interrompere la striscia perdente adesso salita a otto sconfitte consecutive, la più lunga attualmente in corso nella Nba.

Philadelphia-Miami 104-102

I Sixers fanno sul serio e gli Heat si stanno sciogliendo come neve al sole dopo un autunno sopra le righe. Philadelphia si prende la quinta vittoria consecutiva con un copione abusato nella notte Nba, la rimonta del secondo tempo dopo essere finita sotto di 24 nel primo. I padroni di casa chiudono il terzo periodo 34-19 e il secondo tempo 65-40 e in un finale contratto è una tripla di JJ Redick a dare il 97-94 che manda definitivamente la serata dalla parte dei padroni di casa. Che non hanno Embiid e devono cavalcare Simmons che risponde con una tripla doppia (18 punti, 12 rimbalzi e 10 assist) e Saric (19 punti e 8 rimbalzi) per avere sostanza dentro l’area. Il dominio a rimbalzo è tale, 60 a 29, che la partita sfugge a ogni logica statistica e l’esordio di Belinelli (17 punti e 7/12 dal campo in 28 minuti) è spumeggiante. Miami si scopre ancora una volta senza energie nel finale nonostante un ottimo Dragic (18 punti e 4 assist) e un illuminato Joe Johnson (22 punti, 4 rimbalzi e 5 assist) dalla panchina. Gli Heat sono alla settima sconfitta nelle ultime dieci partite giocate e sanno che dovranno lottare per un posto ai playoff nell’ultima parte di regular season.

New Orleans-LA Lakers 139-117

L’All Star Game si gioca a Los Angeles e i Lakers si sentono parte in causa decidendo di farne una simulazione sul parquet dei Pelicans. Perciò niente difesa, attacchi disinvolti e con queste intenzioni facile vittoria di New Orleans che resta sempre avanti e si gode l’esibizione di Davis (42 punti, 15 rimbalzi e 15/18 dal campo) che non trova nessuna opposizione da parte degli ospiti. I Pelicans tirano con il 53.5% dal campo, portano cinque uomini in doppia cifra sotto la direzione di Holiday (24 punti, 11 assist e 4 recuperi) e si arrampicano all’ottavo posto nella Western Conference. Per i Lakers seconda sconfitta consecutiva con Kuzma (23 punti e 5 rimbalzi) in evidenza e 20 palle perse in una serata che sembra l’ultimo giorno di scuola.

Utah-Phoenix 107-97

Anche i Jazz continuano a vincere, undicesima consecutiva tenendo sempre a distanza i Suns senza scappare ma godendosi protagonisti conclamati e sconosciuti. Mitchell (24 punti, 4 rimbalzi e 7 assist) è sulla lista dei papabili come rookie dell’anno, Royce O’Neale è un nome sconosciuto sulla cartina Nba ma viene spedito da Snyder in quintetto e risponde con una prestazione inaspettata (19 punti, 5 rimbalzi, 7/12 al tiro). L’intero quintetto dei Jazz va in doppia cifra con Gobert padrone dell’area (14 punti e 17 rimbalzi) e nessuno si accorge che per la terza partita consecutiva manca Rubio. Per Phoenix l’unica buona notizia è il ritorno di Booker (28 punti e 3 assist) dentro la settima sconfitta consecutiva confermandosi abbondantemente la peggiore difesa della Nba con 112.8 punti incassati a partita.

Brooklyn-Indiana 103-108

I Pacers si prendono un’altra vittoria preziosa in prospettiva playoff e costringono i Nets alla settima sconfitta consecutiva, con Oladipo che in un finale insidioso e dopo una notte faticosa (25 punti ma 9/24 dal campo) segna il canestro che decide la partita. Indiana porta l’intero quintetto in doppia cifra, domina 52 a 44 a rimbalzo ma non ha la forza di chiuderla mentre Brooklyn come al solito non ha un uomo in grado di deciderla. Per Dinwiddie la peggiore prestazione stagionale, al suo fianco Crabbe (24 punti e 8 rimbalzi) ha sostanza ma anche 4 palle perse e i Pacers sono al sesto posto nella Eastern Conference.

Orlando-Charlotte 102-104

Dwight Howard torna sul parquet della squadra che aveva portato in finale nel 2009 e in un finale in volata si prende la vittoria insieme agli Hornets dopo una prestazione abbondante (22 punti e 13 rimbalzi). Più di Walker (20 punti e 6 assist) nel finale è Batum a fare la differenza (14 punti e 7 assist) e i Magic si godono l’esplosione di Hezonja (21 punti, 10 rimbalzi e 3 assist) mentre rimangono ancorati sul fondo della Eastern Conference, terza sconfitta consecutiva e 18-39 di bilancio.