I Cavs smantellano i Celtics, continuano a vincere Raptors, Rockets e Jazz

I Raptors vincono a Charlotte la quinta partita consecutiva, i nuovi Cavs di LBJ travolgono i Celtics, vincono Rockets e Jazz

I risultati della notte NBA. Le altre partite aggiornate nella mattinata del 12 febbraio

Charlotte-Toronto 103-123

I Raptors mantengono la testa momentanea della Eastern Conference e a Charlotte vincono la quinta partita consecutiva portandosi a 39-16. Canadesi avanti fin dal secondo periodo e lo strappo arriva nel terzo quarto con un parziale di 28-19 nel momento migliore della serata di Ibaka (10 punti e 8 rimbalzi). La firma ce la mette come al solito DeRozan (25 punti e 8 assist) che trova in regia il supporto di Lowry ma soprattutto in area un abbondante Valanciunas (21 punti e 9 rimbalzi). Gli Hornets passano la domenica senza nessuna voglia di difendere e concedono il 56.3% dal campo, 18 triple e 35 assist su 49 canestri di squadra ai canadesi. Con queste premesse la quarta sconfitta consecutiva è inevitabile per una squadra che vede allontanarsi quasi definitivamente i playoff, adesso a 23-33 e distante cinque partite da Pistons e Sixers. I soli Walker (23 punti e 9 assist) e Howard (17 punti, 13 rimbalzi e 3 assist) non bastano a Charlotte che come al solito non ha alternative dal quintetto e i 46 punti dalla panchina sono prevalentemente frutto di garbage time.

Boston-Cleveland 99-121

Statement game per i Cavs, che in casa della squadra che ha dominato la prima parte di regular season nella Eastern Conference conferma come l’operazione di mercato che ne ha stravolto il roster abbia dato la scossa necessaria a restituire stimoli e competitività. Nella notte di Paul Pierce, la cui maglia 34 viene ritirata al TD Garden, il palcoscenico se lo prende LeBron James che sfiora la tripla doppia e mostra al mondo che questa nuova versione di Cleveland lo coinvolge su due lati del campo. L’intensità dei Cavs è inedita, la stanchezza atletica e fisica dei Celtics è evidente e con un secondo periodo da 33-20 gli ospiti scappano dominando abbondantemente il secondo tempo. LBJ è travolgente (24 punti, 8 rimbalzi e 10 assist in 28 minuti) prima di lasciare ai sudditi il quarto periodo, ci sono altri sei uomini in doppia cifra per Cleveland con Hill (12 punti e 3 rimbalzi) e Hood (15 punti e 3 rimbalzi dalla panchina) già calati all’interno del nuovo ruolo. I Cavs tirano con il 53.6% dal campo e 16/30 dall’arco, Boston è 6-4 nelle ultime dieci partite e si ferma al 40.4% al tiro con il 26.3% da tre. Irving inizia forte (18 punti e 5 assist) ma si spegne progressivamente, Tatum e Horford vanno a sprazzi e il solo Rozier ha impatto dalla panchina. Il momento più difficile della stagione per gli uomini di Stevens.

Houston-Dallas 104-97

Ottava vittoria consecutiva dei Rockets che ci mettono un tempo per piegare i Mavs, giunti all’ottava sconfitta nelle ultime dieci gare giocate. Houston è sempre avanti e Dallas non dà mai la sensazione di riuscire a colmare un divario in doppia cifra anche se si gioca insolitamente a basso punteggio. Con il minimo indispensabile i padroni di casa continuano la rincorsa ai Warriors andando da Harden (27 punti e 6 rimbalzi), Paul (25 punti, 9 assist e 3 recuperi) e Capela (solita doppia doppia da 16 punti e 11 rimbalzi). Basse percentuali su due lati del campo ma i Mavs sono privi di Nowitzki, caviglia sinistra in disordine, e Barea. E’ Ferrell (20 punti e 5 rimbalzi) in coppia con Smith (16 punti e 11 assist) a provarci ma la panchina non ha impatto e il derby texano finisce alla squadra di D’Antoni che è 42-13, una vittoria in meno di Golden State con lo stesso numero di sconfitte.

Indiana-New York 121-113

I Knicks in trasferta facevano fatica al completo e l’infortunio di Porzingis non li ha resi più competitivi. Sesta sconfitta consecutiva e i Pacers progressivamente si prendono la partita dopo un primo periodo ad alto punteggio nel quale New York gioca tutte le proprie carte senza riuscire a prendersi l’inerzia della serata. Indiana la vince fisicamente, 54 a 45 a rimbalzo e nuovo massimo stagionale, e portando sei uomini in doppia cifra guidata da Oladipo (30 punti, 9 rimbalzi e 6 assist) e Young (18 punti e 11 rimbalzi). I Knicks si fermano al 25.7% dall’arco e nonostante sette uomini in doppia cifra, con un Beasley pregevole (16 punti e 13 rimbalzi) stanno rendendo la loro stagione sempre più anonima.

Atlanta-Detroit 118-115

Seconda sconfitta consecutiva per i Pistons, dolorosa perché in volata e perché a due minuti dalla fine Detroit era avanti di tre con una tripla di Ish Smith. Invece gli Hawks trovano sei punti consecutivi di Dedmon, gioco da tre punti e tripla, che generano il 112-107 a un minuto dalla fine che decide la partita. I padroni di casa hanno quintetto abbondante, sei uomini in doppia cifra e uno Schroder trascinante (23 punti e 7 assist) insieme al migliore Dedmon della stagione (20 punti, 13 rimbalzi e 3 recuperi). Detroit gestisce male i possessi decisivi a cominciare da Griffin (23 punti e 7 rimbalzi ma 7/21 dal campo) che si intestardisce a tirare dall’arco e ha poco dagli esterni nonostante la grande serata di Drummond (25 punti e 15 rimbalzi).

Minnesota-Sacramento 111-106

I Wolves faticano e piegano Sacramento nel finale confermando di vivere un momento di appannamento nell’ultimo mese. La squadra di Thibodeau stavolta vince in rimonta e in volata ma i Kings la fanno soffrire e ha bisogno di un Towns straripante (29 punti, 8 rimbalzi e 6 assist) per risolvere la partita. L’intero quintetto va in doppia cifra con Butler (18 punti e 3 assist) meno ispirato del solito e Teague (12 punti e 10 assist) che segna i canestri decisivi nel finale. Gli ospiti sono trascinati da Fox (23 punti e 3 recuperi) e da Bogdanovic (13 punti e 8 assist) che in quintetto è positivo ma si trovano senza energia nel finale perdendo la seconda partita consecutiva.

OKC-Memphis 110-92

Facile la vittoria dei Thunder che nonostante le assenze di Westbrook e Anthony ci mettono meno di un periodo a piegare i teneri Grizzlies che salgono a sei sconfitte consecutive. OKC chiude il primo periodo 35-18, segna 74 punti nel primo tempo e i titoli di coda scorrono per tutto il secondo. La questione è affidata a Paul George, che la risolve a modo suo (33 punti e 8 assist), in collaborazione con Abrines e Felton promossi in quintetto e con un ottimo Grant dalla panchina. Memphis difende talmente male che manda i padroni di casa in lunetta 40 volte, non è un refuso, tira con il 39% dal campo e perde 17 palloni. Le statistiche dicono che Gasol è il migliore dei suoi (18 punti e 6 rimbalzi) in una serata in cui non c’è niente da salvare.

Portland-Utah 96-115

La striscia vincente dei Jazz si allunga a nove partite consecutive, la più lunga al momento nella Nba, e anche i Blazers devono arrendersi a una squadra che nell’ultimo mese insieme ai Rockets è diventata la più prolifica della Western Conference. Al Moda Center gioca un primo tempo contratto ma si scatena nel secondo e la chiude con un parziale di 38-19 nel terzo periodo e segnando 72 punti nel secondo tempo. I padroni di casa come sempre hanno almeno una stella che brilla particolarmente, stavolta è Lillard (39 punti e 3 rimbalzi in 39 minuti) a esplodere in attacco, McCollum (22 punti ma 8/22 dal campo) è meno preciso e il resto del quintetto non lascia traccia nella partita. I Jazz tirano con il 50% dall’arco e al contrario hanno risposte dagli uomini chiave, a partire da Mitchell (27 punti e 6 rimbalzi) sempre più candidato a rookie dell’anno e continuando con Ingles (24 punti e 4 assist) e Gobert (12 punti e 11 rimbalzi). Non c’è Rubio, fermo da venerdì, Rose è arrivato dal mercato e già stato rilasciato, ma anche senza due esterni la squadra di Snyder si porta 28-28 a una sola partita di distanza dai playoff.