La miniera d’oro del Monaco; vendere in modo intelligente

Il Monaco ha venduto quasi tutti i suoi gioielli ad altre squadre europee, seguendo però una filosofia ben precisa.

Monaco rosa squadra 2017 – Vi ricordate quando nel 2011, l’imprenditore russo Dmitrij Rybolovlev acquistò in pompa magna il Monaco, annunciando un rilancio del calcio francese? Ecco, a sei anni di distanza il Monaco è sì campione di Francia, ma in tutt’altro modo. Da squadra che spende a squadra che guadagna, e anche tanto, il passo è stato breve, ma obbligatorio.

Nel 2012 il club tornò in Ligue 1 sotto la guida di Claudio Ranieri, e nella stessa estate furono acquistati James Rodriguez, Joao Moutinho, Eric Abidal, Ricardo Carvalho, Geoffrey Kondogbia, Jeremy Toulalan e Radamel Falcao, per un totale di più di 150 milioni di euro. All’epoca, sembrava che anche in Francia fosse iniziata l’era dei grandi proprietari. Il sogno di Rybolovlev però si infrange contro i problemi finanziari e l’imminente divorzio nel 2014, ed uno ad uno i campioni della squadra vengono ceduti, uno su tutti James Rodriguez al Real Madrid (oggi al Bayern Monaco). Inizia così la rifondazione biancorossa, che ha portato alla valorizzazione dei giovani rimasti (Kondogbia e Ferreira Carrasco) e ad un ingaggio di giovani talenti e semi sconosciuti, che faranno le fortune della squadra.

Leonardo Jardim, allenatore del Monaco, si mette in mostra con quel che ha, raggiungendo l’apice nell’annata appena trascorsa. E’ l’apoteosi della squadra; vince la Ligue 1, sfiora la finale di Champions League, e valorizza al massimo tutti i talenti messi in mostra (con troppa fretta, ma a completo beneficio del Monaco): Kylian Mbappè, seguito da Arsenal e Real Madrid, Bernardo Silva e Benjamin Mendy, già giocatori del Manchester City, e Tiemouè Bakayoko, neo centrocampista del Chelsea.

La corsa all’oro della miniera Monaco è in fase d’arrivo, con i soli Thomas Lemar, Djibril Sidibè, Fabinho e Mbappè (per ora) a resistere alle offerte estere: ma l’intento della nuova filosofia del Monaco sembra proprio quella di vendere all’asta quanti più giocatori possibile, ben consci di avere a che fare con un calciomercato folle e dai prezzi esagerati, come dimostrano gli oltre 150 milioni guadagnati con le cessioni di Bernardo Silva, Mendy e Bakayoko, che a conti fatti hanno giocato una sola grande stagione. E’ chiaro come il fiore all’occhiello della squadra, quel Kylian Mbappè, appena diciottenne ma già desiderato da chiunque, con precedenza al Real Madrid, pronto a privarsi di 180 milioni complessivi per designarlo erede di Cristiano Ronaldo, possa essere la cessione che andrebbe a sfondare il muro dùei 300 milioni di euro dalle vendite, portando quella che, statisticamente, è la più grande plusvalenza nel mondo del calcio.

Una manovra scaltra verso i club che senza pensare pagano a peso d’oro giocatori potenzialmente forti ma con grande rischio di fallimento (chiedere agli interisti per Kondogbia, o ai madridisti per James). Ma nel Principato dormono sogni tranquilli, perchè è in atto la rivoluzione 2.0. Lontano dai riflettori, il Monaco ha messo le mani su Youri Tielemans, Terence Kongolo, Jordi Mboula, Jordy Gaspar e ad una serie di giocatori dalle giovani speranze. Proprio come successe dopo il 2014, i monegaschi puntano sul settore giovanile e sull’intuito per ricostruire una squadra talentuosa ma allo stesso tempo in grado di competere almeno in Francia, come dimostrato da Jardim, prima di essere nuovamente saccheggiata (con o senza inganno) dai maggiori club europei.