Leclerc vs Verstappen, la rivalità del futuro con lampi di presente

Leclerc vs Verstappen è la rivalità del futuro ma anche del presente, due predestinati che non si amano e presto lotteranno per il mondiale

Siamo nell’epoca dello storytelling e raccontare storie appassionanti è sempre stata una delle prerogative, se non addirittura un dovere, dello sport. Tanto poi sempre lì andiamo a parare, raccontiamo le gesta, mettiamo in evidenza i nomi e le personalità dei singoli anche all’interno degli sport di squadra. In quelli individuali è più facile, perché il nome di un protagonista è esso stesso lo sport che rappresenta. E dove c’è un protagonista, spesso c’è un antagonista. E dove c’è agonismo, c’è l’essenza della competizione.

Leclerc vs Verstappen

In F1 l’essenza della competizione non c’è da un po’ di tempo. Molto per merito della Mercedes, che ha monopolizzato il campionato dal 2014 in avanti e per regalare un po’ di pepe al mondo ha dovuto gestire la lotta interna tra Rosberg e Hamilton nel 2016, con il tedesco che vince il mondiale e poi si ritira. Storytelling non banale ma neanche sensazionale, perché i compagni di squadra che se le danno di santa ragione non potranno più eguagliare i picchi di Senna e Prost e perché tutto sommato questa F1 non è più quella degli anni ottanta. E nemmeno dei novanta. Quindi molto demerito di chi il circus l’ha gestito e lo gestisce nell’ultimo decennio, ne abbiamo parlato abbondantemente. E’ uno sport pensato da ingegneri per ingegneri, non è immediato, non è equo, non è fondamentalmente divertente e quando la Ferrari non è competitiva lo è ancora meno.

Poi arriva l’Austria e il duello tra due ventunenni. Uno che rimonta come una furia dopo una partenza sbagliata, un olandese che è già un veterano della F1 che frequenta da quattro stagione e ha già attraversato lo spettro delle definizioni più disparate, da talento della sua generazione a sbandato al volante che mette in pericolo gli altri piloti ogni volta che incrocia le ruote con loro. L’altro che prova disperatamente a resistere, lo fa per qualche giro e poi è costretto a soccombere, un francese alla seconda stagione nella massima formula che è già stato adottato dal paese e che ha guidato solo le massime espressioni motoristiche italiane, l’Alfa Romeo e la Ferrari. Si incontrano, si scontrano, si toccano. L’epilogo è noto, premia Verstappen e punisce Leclerc che vede sfumare la seconda vittoria stagionale per un dettaglio sbagliato, in Bahrain un problema di affidabilità e a Spielberg una strategia poco lungimirante. Ma è la scintilla. Il big bang ad altissimo livello tra due personaggi che già sui kart facevano a sportellate e non se le mandavano a dire.

La dialettica

E’ chiaro che non si può fare un confronto di stile, di guida, tra i due perché Leclerc è ancora in fase di apprendistato mentre Verstappen sta in un top team dal 2016. Che siano i punti di riferimento della prossima generazione è chiaro a tutti, che lotteranno per il mondiale anche, che vengano usati per lo storytelling del nuovo che avanza e si porta nel futuro anche Norris e Russell pure. Ma c’è una differenza sostanziale, il sapore essenziale della rivalità, che per esempio è sempre mancato nella sfida tra Hamilton e Vettel e si è visto raramente tra Hamilton e Rosberg. Il fatto che Leclerc e Verstappen forse non si detestano, ma sicuramente non si stanno simpatici, probabilmente non si stimano, certamente non fanno niente per nasconderlo. E’ il sale di ogni rivalità sportiva. Per quanto possiamo apprezzare la stima che i grandi campioni hanno tra di loro, tendiamo ad amare una rivalità tra personaggi opposti e che da opposti si trattano rispetto a una versione più edulcorata della sfida. Sarebbe stato bello vedere Hamilton continuare a duellare con Alonso, per esempio, per questo motivo. Più di quanto sia stato divertente vedere Alonso combattere con Vettel. Per questo Leclerc e Verstappen hanno nel loro futuro una rivalità che probabilmente farà epica, forse diventerà storica, e contestualmente dopo l’Austria avrà bagliori di presente nel corso della stagione in corso. E rappresentano il motivo di interesse più gustoso da qui a dicembre in un campionato ormai di proprietà di Hamilton e della Mercedes.