Gp Stati Uniti pagelle semiserie, Hamilton quasi mondiale e Verstappen strepitoso

Le pagelle di Austin, Hamilton domina e vola verso il mondiale, Verstappen trova una rimonta strepitosa

Gp Stati Uniti 2017 pagelle – Per la F1 diciassettesima gara della stagione a Austin.

PROMOSSI

  • Hamilton – Non c’è più bisogno di bottoncini magici. Ad Austin mette in ghiaccio il mondiale piloti facendo sfogare Vettel alla partenza e poi mettendosi a volare come aveva fatto anche venerdì e sabato. Ha la macchina più veloce e guida più velocemente degli altri, semplicemente. Ogni tanto per non addormentarsi piazza qualche giro veloce, durante la gara gli passano via radio l’ex presidente Clinton che gli dà un paio di suggerimenti su come gestire la vita sentimentale con le stagiste, in Messico è solo una formalità per timbrare il quarto titolo mondiale. Intanto la Mercedes si prende anche il titolo costruttori. L’anno prossimo lui e il tedesco si giocano il quinto sigillo che vale la supremazia su questa epoca della F1.
  • Vettel – Il sorpasso a Bottas che vale il podio, infilandosi in salita nell’imbuto tra il finlandese e Vandoorne, è forse il più bello della stagione. Pare un surfista che si butta nel tubo e fa tutto quello che è in suo potere per onorare la corsa mondiale che gli sfugge dalle mani. La Mercedes è più veloce ma riesce lo stesso a mettersi in prima fila il sabato e a superare Hamilton alla partenza, il duello dura meno del previsto perché le sue gomme sono un mistero, a volte performanti e a volte formaggio francese. Una fatica del diavolo per prendersi il secondo posto. In questa stagione, a parte la ruotata di Baku, non gli si può rimproverare niente.
  • Verstappen – La Red Bull gli mette le ali, o meglio lo mette al centro della lattina rinnovandogli il contratto fino al 2020 e togliendo dalla vetrina il bocconcino più pregiato del mercato. Contestualmente ottiene non solo il rinnovo, ma anche la centralità del progetto con lo slogan ‘facciamo di lui il più giovane campione del mondo della storia dopo Vettel’. Significa che Ricciardo già da oggi è libero di cercare un nuovo sedile per il 2019, il che con la consueta eleganza e pacatezza tipici della scuderia austriaca è stato più o meno reso esplicito dalla bocca dei capoccia, da Horner a Marko. Poi per festeggiare gli cambiano la Power Unit costringendolo a partire dall’Alabama. Lui esegue senza scomporsi ed è talmente veloce che finisce sul podio dopo una rimonta impeccabile. Il sorpasso alla penultima curva su Raikkonen è emblematico: il pilota affamato del futuro che entra in uno spazio impossibile contro il pilota imbolsito del passato. Però mette tutte e quattro le ruote dove non è consentito dal regolamento, fuori dalle strisce di demarcazione del tracciato, e riceve cinque secondi di penalità che lo retrocedono al quarto posto. E occhio perché l’anno prossimo la Ferrari deve preoccuparsi anche delle lattine se vuole interrompere il digiuno mondiale
  • Ocon – Dietro i grandi c’è lui. Guida in punta di piedi, e non è la prima volta, come non è la prima volta a essere il più efficace tra i piloti di rincalzo. E’ sotto il controllo della Mercedes ed è probabile che nel 2019 sulla macchina argentata ci sia lui. Poco appariscente, sempre più promettente.

BOCCIATI

  • I finlandesi – E’ patria del Jack Daniel’s e anche se in partenza la cosa non sembra smuoverlo, l’idea di un whisky on the rocks dopo la gara suscita in Raikkonen la migliore prestazione stagionale dopo l’Ungheria. Passa molto tempo a fare amicizia con il retrotreno di Bottas ma poi decide di sorpassarlo e ha in premio di lasciare il secondo posto a Vettel dimostrando che anche l’anno prossimo il tedesco avrà un pastore finlandese a fargli da guardia. A patto che qualcuno lo svegli al momento giusto. Ovvero nelle ultime due curve, quando regala a Verstappen il terzo posto che solo dai giudici di gara generosamente gli viene restituito. Bottas dal rinnovo di contratto porta a spasso la stessa macchina che Hamilton ha guidato al quarto titolo costruttori consecutivo, si fa infilzare in sequenza da Raikkonen, Vettel, Verstappen e a due giri dalla fine porta l’auto in concessionaria per fare la revisione visto che non ha più nessuno da cui farsi sorpassare. Per entrambi seconda parte di stagione da dimenticare.
  • Ricciardo – Poverino. Non basta che i vertici Red Bull gli facciano continuamente notare la porta di servizio, fuori dalla quale è pregato di accomodarsi dopo il 2018. Il sorriso non glielo toglie nessuno, inizia appena a divertirsi in un duello scintillante contro Bottas che il motore gli si scioglie come un cremino. Quello vecchio, perché quello nuovo e performante indovinate chi l’ha avuto in dote? Il biondino suo compagno di squadra. Quando pensate ai talenti che avrebbero potuto vincere un mondiale ma non si sono mai trovati al posto giusto al momento giusto, probabilmente nel futuro a medio termine penserete a lui.
  • Magnussen – Il vichingo della Haas è in realtà l’antistress dei colleghi. Dove passa lui c’è una polemica e un pericolo. Dopo essere riuscito a litigare con Verstappen e Alonso, che hanno pepe in corpo da quando sono in culla, e Hulkenberg che non è noto per il carattere rischioso, a Austin completa il prestigioso Slam facendosi mandare a quel paese anche da Perez in qualifica e da Magnussen in gara. Come farsi volere bene in maniera alternativa per le proprie imprese in pista.
  • Alonso – Il risultato in pista, visto che ha deciso di non volere mai più arrivare secondo, non conta. Ma i suoi scambi radio con i box sono puro cabaret. Lui: ‘Mi dite qual è la strategia?’. Box: ‘Niente, smontiamo tutto e poi ci andiamo a bere una birra in città’. Lui: ‘E in pista che dobbiamo fare?’. Parte una supercazzola nella quale l’unica parola che si capisce è Vandoorne. Lui: ‘Fatemi sapere che avete deciso’. Già che c’è si ritira con un altro motore in panne. Armonia regna e regnerà anche nella prossima stagione.
  • Stroll – Il ragazzo ha evidenti problemi coi punti cardinali. Con l’ovest in particolare. In Malesia ha mandato dal carrozziere la Ferrari di Vettel nel giro di rientro, negli Stati Uniti rischia di fare saltare le qualifiche scartando senza senso nel tentativo di fare passare chi è più veloce di lui. In entrambi i casi sterza a destra e doveva solo andare dall’altra parte. Il papi, a suon di milioni, può anche spiegargli che magari non è più di moda, ma a sinistra ogni tanto ci si può andare.