
L’inedita gara in Azerbaigian è almeno tre gran premi diversi, stando alle qualifiche. C’è quello delle Mercedes, che corrono da sole per conto loro, almeno fino a quando stanno in strada. C’è quello degli altri, per lo più inaspettati, come Sergio Perez (secondo in qualifica, settimo sulla griglia per il cambio del cambio). E c’è quello delle Ferrari, che come prestazioni e guidabilità sono rimaste a Montreal e anche al sabato hanno dimostrato di non digerire il circuito cittadino, ma velocissimo, di Baku.
La pole position è comunque una questione argentata (oltre 1 secondo a Ferrari e Red Bull). Lewis Hamilton si perde in un sabato di traiettorie sbagliate, entra in Q3 dopo un testacoda per una questione di secondi, sradica la sospensione anteriore destra nel giro lanciato dell’ultima sessione contro un muretto (bandiera rossa, qualifica sospesa) e vede complicata la sua rincorsa mondiale: partirà nono. La pole se la prende Rosberg, lui pure a fare la barba ai muri, in 1:42.758.
In mezzo Sergio Perez, con una Force India in grande spolvero: sarebbe secondo, scatterà settimo ma è la sua migliore qualifica in carriera. La sua posizione se la prende Ricciardo: il suo 1:43:966 è identico a quello di Vettel ma avendolo fatto registrare per primo ha diritto di prelazione sulla prima fila. Bene anche Kvyat, settimo con la Toro Rosso, con Massa quinto a beneficiare della grande velocità di punta delle Williams (oltre 357 km/h in rettilineo).
Le Ferrari? Lente a lungo, nervose, rompicapo perverso che ha costretto gli ingegneri rossi a stare in garage fino a notte fonda. Senza risultati. La SF16-H è come uno che soffre terribilmente di solletico: appena ci metti le mani reagisce in maniera imprevedibile. In Canada ha lottato per pole e vittoria, a Baku annaspa in mezzo al gruppo con distacchi inenarrabili, e ancora una volta non riesce a prendersi la prima fila nonostante l’assenza di Hamilton e la penalizzazione di Perez. Vettel ha lo stesso tempo di Ricciardo e sarà terzo. Il solito incolore Raikkonen completa la seconda fila rossa. Paradossalmente il risultato migliore della stagione in qualifica in una delle giornate più difficili.
Ma sarà una gara complicata e lunga: Baku è spettacolare con le monoposto che sfiorano i muretti, ma una grande incognita con 22 macchine in pista contemporaneamente e piloti che ancora non hanno stabilito in maniera assoluta il limite in condizioni di serbatoio pieno. Si sono viste macedonie assortite di ruote bloccate, retromarce dalla via di fuga, muretti divelti, tutto in tempi e momenti diversi. Prima curva tra le più rischiose del mondiale per il gruppo. Succedesse in gara, si vedrebbe molto spesso una vettura stradale davanti alle monoposto, la safety car. Tanto, quella pure, è targata Mercedes.