Tanking Nba, l’arte di perdere che la Lega non riesce a contrastare

Tanking Nba, ovvero perdere più partite possibile per avere una scelta più alta al draft. La Lega è corsa ai ripari ma sarà una battaglia dura da vincere

Abbiamo parlato di recente delle differenze tra basket Eurolega e Nba accennando anche alle profonde distanze culturali tra lo sport europeo e quello americano. Una delle quali, forse la principale, è l’assenza di retrocessioni e promozioni nelle leghe professionistiche statunitensi, un modello chiuso e ricco che l’Eurolega sta provando a replicare ma rimane un’anomalia rispetto ai campionati nazionali e alle altre coppe continentali.

Il draft

Sostanzialmente, in campionati nei quali le squadre partecipanti sono sempre le stesse e quando cambiano succede per business (trasferimenti di una franchigia in un’altra città o più raramente espansione del numero totale delle squadre), per cercare di equilibrare i risultati sportivi e dare a tutti la possibilità di costruire in prospettiva una squadra competitiva, a fine anno si ricorre al draft, una lotteria nella quale nella Nba le squadre con il record peggiore possono scegliere per prime i giocatori più promettenti usciti dalla Ncaa oppure da altre nazioni del mondo. Perciò in linea teorica le squadre peggiori possono mettere nel roster elementi in grado di cambiarne la struttura, a patto di scegliere con saggezza e qui potremmo aprire un capitolo che non si chiude più. Questo nel corso degli anni ha però comportato un’anomalia filosofica e agonistica. Squadre la cui stagione vira al negativo molto presto tendono a cercare di perdere il maggiore numero di partite possibile per avere più possibilità di ottenere una scelta più alta al draft. Pratica che nella Nba è nota come tanking.

Il tanking

Fino alla scorsa stagione funzionava così. La squadra con il record peggiore aveva il 25% di possibilità di avere la prima scelta assoluta al draft nella lottery di maggio, la seconda peggiore aveva il 19.9%, la terza il 15.6% e via a scalare. Significava che esisteva un incentivo percentualmente concreto e appetibile per avere il record peggiore della Nba. Ma questa è una Lega che vende spettacolo a cifre altissime e deve farlo su una regular season spalmata su 82 partite, perciò il business finisce per scontrarsi contro il tanking per evidenti ragioni. Per questo motivo da questa stagione la Lega ha modificato il modello di assegnazione delle scelte e le prime tre squadre con il record peggiore avranno tutte indistintamente il 14% di ottenere la prima scelta. Il che significa che aumentano le percentuale per tutte le altre squadre, dalla quarta alla decima peggiore. Nel vecchio modello si estraevano solo le prime tre posizioni, nel nuovo vengono sorteggiate le prime quattro e anche questo abbassa la probabilità delle prime tre squadre con il record peggiore di ottenere le prime tre scelte. Adam Silver, commissioner Nba, ha orgogliosamente annunciato questo cambiamento come prima mossa per combattere il tanking.

Le conseguenze

Se il nuovo regolamento limita la voglia di ottenere il record peggiore, potenzialmente ingolosisce più squadre ad avere un record negativo. Soprattutto quelle che dopo un paio di mesi di stagione si rendono conto di non avere possibilità concrete di raggiungere i playoff a causa di un rendimento discontinuo o di infortuni che ne limitano la competitività. Sintetizzando, si vedranno probabilmente meno squadre con un record pessimo ma più squadre con un record negativo. Perdere di meno, ma perdere significativamente più di quanto si vince, è una strategia che coinvolgerà più squadre e le conseguenze si vedranno da febbraio anche se insolitamente questa regular season è altamente competitiva soprattutto nella Western Conference nella quale dodici squadre si contendono legittimamente otto posti ai playoff. La Nba ha anche limitato il riposo programmato dei giocatori più importanti per lo stesso motivo, oltre che per garantire partite il più possibile equilibrate nel corso della regular season, ma il tanking con questa struttura e modello di business continuerà a fare parte dei piani delle franchigie che hanno bisogno di buone scelte per ricostruire il proprio roster.