
10 – La solidità di Spalletti – Finita l’epoca in cui si occupava di mangimi per galline e perdeva puntualmente con la Juventus, non importa in quale stadio, Spalletti scopre che può anche andare a casa dei bianconeri e sottrarre loro due punti, pazienza se in cambio di una prestazione impalpabile in attacco. I miracoli di Handanovic sono un ingrediente imprescindibile del piatto, ma l’Inter non soffre nemmeno particolarmente contro i campioni ed è la dove voleva essere, unica imbattuta del torneo anche dopo la gita allo Stadium, una difesa che non subisce gol in tre delle ultime quattro partite giocate e primo posto solitario conservato. L’esame più ostico del girone di andata è stato superato. E al ritorno Sarri e Allegri dovranno andare a San Siro.
9 – Il poker di Pioli – A inizio stagione, noi per primi, si diceva che la Fiorentina potesse essere una serie candidata alla retrocessione. Invece Pioli sta facendo maturare i suoi virgulti e diventa il terzo allenatore della stagione, dopo Spalletti e Allegri, a uscire indenne dal San Paolo. I viola hanno una striscia aperta di quattro risultati utili consecutivi, tre pareggi contro Spal, Lazio e Napoli in trasferta, vittoria 3-0 contro il Sassuolo. E per la seconda volta in stagione, due partite consecutive senza incassare gol. A quota 22 punti si vede pure l’Europa League, altro che salvezza.
8 – La rivincita di Oddo – Il tecnico pescarese lo scorso anno allenando la squadra della sua città non aveva mai vinto in serie A prima di essere esonerato. Sulla panchina dell’Udinese dopo la sconfitta di misura con il Napoli ha preso a vincere con il gigantesco 8-3 sul Perugia in coppa Italia e non ha più smesso. Espugnata Crotone 3-0, piegato il Benevento 2-0. Due squadre che lottano nelle paludi della classifica, ma Oddo era stato chiamato proprio per allontanarsi da quelle zone insidiose. Missione finora perfettamente riuscita con una squadra, unica rimasta in serie A, che non ha mai pareggiato, 6 vittorie e 9 sconfitte.
7 – E’ Sorrentino o Ed Warner? – A 38 anni suonati è insieme a Buffon il veterano dei portieri, ma merita una citazione personale perché le parate contro la Roma riportano direttamente dentro le suggestioni di Holly & Benji, cartone animato con il quale intere generazioni sono cresciute negli anni Ottanta. Ed Warner applicava al ruolo elementi di karate e utilizzava i piedi per respingere il pallone, esattamente come Sorrentino contro Schick nel secondo tempo in una delle parate più incredibili della stagione. Aveva fatto cose simili contro il Napoli, è il motivo principale del punto conquistato contro la Roma. Ed è lo stesso portiere che la settimana prima ne aveva presi cinque dall’Inter per colpe evidenti e insindacabili. Misteri dell’età.
6 – Il doppio Bonaventura – Quando gioca il Milan a San Siro pure la neve è confusa, non si capisce se voglia attaccare sul serio o rimanere fastidioso nevischio. E’ uno scenario per cuori duri nel quale Bonaventura trova modo di confezionare una doppietta per regalare il primo sorriso a Gattuso dopo le sberle con Benevento e Rijeka. Il Bologna del grande ex Donadoni è piegato, i passi in avanti sul piano del carattere sono tangibili, sul piano del gioco no. A fine partita si esulta come dopo una vittoria fondamentale. Alcuni parleranno del nuovo Milan che inizia da qui, ma non fidatevi. Oltre ai tre punti i problemi di questa stagione rimangono.
5 – E la legge dello Stadium? – Vero, la Juve arriva al terzo impegno consecutivo e decisivo di fine autunno in riserva di energia. Vero, superare Spalletti quest’anno non è ancora riuscito a nessuno. Vero, un pareggio sposta la resa dei conti solo un po’ più avanti nel tempo. Ma finora i bianconeri hanno vinto un solo scontro diretto, a casa del Napoli, e fatto un punto allo Stadium contro Lazio e Inter. Là dove nelle stagioni trascorse aveva costruito il suo dominio inattaccabile. Vero, quinta partita consecutiva senza prendere gol, ma anche seconda di tre partite senza segnarne nemmeno uno davanti ai propri tifosi, unica eccezione il 3-0 con il Bologna. Altri piccoli segnali che il passato si sta evolvendo in una nuova storia da raccontare, e forse non finirà con il settimo scudetto consecutivo.
4 – E la Roma da trasferta? – Di Francesco aveva abituato troppo bene i suoi tifosi fino alla trasferta in casa del Genoa. Solo vittorie. Ma da quel momento solo pareggi e lo 0-0 di Chievo ha il sapore amaro dell’occasione persa perché una giornata in cui rosicchiare due punti a Juve e Inter contemporaneamente non capita spesso. L’attacco con Schick titolare non punge, il primo tempo è forse il peggiore della stagione e forse manca ancora qualcosa sul piano della personalità per pensare allo scudetto. Senza dimenticare che Sorrentino ha grandi responsabilità sull’esito del mezzogiorno.
3 – Non si balla senza Insigne – Tre partite consecutive senza vittorie il Napoli non le viveva dall’età del bronzo. Invece, come la Roma, ecco un’altra squadra che non approfitta del turno favorevole per allungare su bianconeri e nerazzurri. Il Napoli dell’ultimo mese è in concreto imbarazzo offensivo, appena due gol segnati nelle ultime quattro partite giocate, due delle quali chiuse a bocca asciutta contro Juventus e Fiorentina. E gli azzurri che non segnano per due partite di seguito in campionato è l’altra notizia di giornata. Due gare consecutive al San Paolo contro Juve e Fiorentina con un solo punto conquistato. A conferma che il meccanismo di Sarri, appena perde uno dei suoi architetti e manovali come Insigne, è più delicato di quanto si pensasse fino a un mese fa.
2 – Poca Spal nell’ultimo mese – La squadra di Semplici è anche sfortunata, vedi la collezione di pali e Var nello scontro salvezza contro il Verona. Ma gli emiliani non vincono dal 29 ottobre nell’1-0 casalingo contro il Genoa e e nelle ultime tre partite giocate, comprensive anche di eliminazione dalla coppa Italia per mano del Cittadella, hanno segnato solo tre gol, quello della bandiera all’Olimpico nella sconfitta 3-1 contro la Roma e i due della furiosa rimonta contro il Verona. La classifica rimane compressa, ma la salvezza inizia a trasformarsi in una salita ripida anche per gli scaligeri, che sprecano il doppio vantaggio ed escono dalle sfide con Genoa e Spal con appena un punto conquistato. Pecchia è il prossimo indiziato a non mangiare il panettone.
1 – La prodezza di Viviano – Il premio Hart per il portiere con l’iniziativa più fantasiosa della giornata ha un nuovo sostanzioso pretendente in Viviano. L’aria rarefatta di alta classifica deve avere dato le vertigini alla Sampdoria e il suo estremo difensore, su un comodo 2-0 esterno, scambia Farias per un respingente del flipper e genera la più comica carambola dell’anno che riapre la partita. E genera la rimonta del Cagliari che significa terza partita di seguito senza vittorie per Giampaolo, due sconfitte con Bologna e Lazio e il pareggio della Sardegna Arena. Il portiere doriano già lo scorso anno a Cagliari era stato protagonista di un’uscita insensata costata la sconfitta. L’anno prossimo magari invece che in campo lo fanno andare in spiaggia.
0 – I gol degli scontri diretti – Fatta eccezione per i derby, che sportivamente e filosoficamente fanno storia a sé, gli scontri diretti più attesi del girone di andata sono finiti senza gol. Che è un po’ come andare in un ristorante di lusso e stare seduti al tavolo con le posate in mano in attesa di un piatto che non arriva mai. Napoli-Inter e Juve-Inter, entrambe 0-0. Roma-Napoli 0-1 e solo per un errore casuale di De Rossi. Napoli-Juve 0-1 e solo per una fiammata di Higuain. Due gol in quattro partite. Le tre che sembrano contendersi lo scudetto sembrano anche volersela giocare contro tutte le altre, ma non tra di loro. Cortocircuiti di una classifica compressa in vetta che regala un peso eccessivo enorme ai big match. Spesso anche eccessivo.