La firma di LeBron James, i Cavs battono i Celtics

Basket Nba risultati della notte, i Cavs battono i Celtics 117-104 e LeBron James è padrone della scena con la quinta partita consecutiva da almeno 35 punti

Il re è sul trono, Boston non ha antidoti – LBJ è il giocatore più utilizzato di questa stagione, quello con più minuti di impiego, figuratevi cosa può fare dopo nove giorni di riposo. Se lo chiedevano tutti e tutti a Boston lo temevano. E puntualmente l’uragano è arrivato per spazzare via i Celtics in gara 1, dare la vittoria ai Cavs 117-104 e ripristinare nel primo episodio il fattore campo che era stato consegnato a Boston con un finale di regular season sciagurato. Ma si gioca per vincere e il re ha lo scettro in mano. Lo si capisce subito che sarà una serata targata Cleveland e stregata per i padroni di casa. James si mette al lavoro dentro l’area e inizia segnando i primi sette tiri vicino al canestro. Stevens e il suo staff si mettono al lavoro per provare ad arginarlo, perché fermarlo è un verbo che nessuno nella Nba di oggi può coniugare, e passa 48 minuti di alambicchi senza successo. Prova con il quintetto basso e LBJ lo distrugge con la sua fisicità. Prova con i lunghi e il re si mette lontano dal canestro a generare vantaggi e armare il braccio di Love. Prova di nuovo con i piccoli e il 23 torna in post basso a prendersi quello che manca della vittoria. I Celtics sono ancora provati da gara 7 contro i Wizards meno di due giorni prima e a fine primo tempo si ritrovano sotto 61-39 con James che ha già tirato 10/12 da due contro il 13/26 di tutta Boston. Le parole prima delle cifre. Sono quelle di coach Lue a fine partita che più o meno dice: ‘Quando gioca così, agli altri basta fare il minimo indispensabile per avere ottime possibilità di vincere’. Il re trascina e i numeri sono impressionanti, 38 punti con 9 rimbalzi, 7 assist, 2 recuperi, 14/24 dal campo, 9/11 ai liberi e la clemenza di tirare 1/6 dall’arco.

E siccome Irving si prende una serata di riposo aggiuntivo, 11 punti, 6 assist e 4/11 dal campo, è Love a mettere la firma con 32 punti e 12 rimbalzi tirando 6/9 dall’arco, il primo giocatore in maglia Cavs nelle ultime 27 stagioni a giocare una partita playoff da almeno 30 punti e 10 rimbalzi che non si chiami LeBron James. La sua rivalità con Olynyk, eroe di gara 7, è nota e la sua vittoria integrale.

Il resto lo fa un Thompson da 20 punti, 9 rimbalzi e 7/7 dal campo e i Cavs gestiscono in maniera oculata ogni possesso perdendo appena 8 palloni e chiudendo con il 48% dal campo. La panchina produce solo 11 punti e al copione mancano Smith, Korver e Williams. I Celtics sono troppo stanchi per reagire ed è un problema risolvibile nel corso della serie. Senza l’apporto di Thomas, 17 punti e 10 assist ma scostante in attacco con 7/19 dal campo, sono Crowder e Bradley a produrre fatturato offensivo con 21 punti a testa, il primo con 8 rimbalzi e 5 assist e il secondo con 4 rimbalzi. Ma Horford è schiacciato nella fisicità dei Cavs vicino al canestro, 11 punti e 8 rimbalzi con 4/11 al tiro e la panchina stavolta non ha impatto se non in Brown, 10 punti e 9 rimbalzi tirando 5/7 ma a giochi chiusi. Il problema non risolvibile è la marcatura di LeBron James con i suoi effetti collaterali. Boston non ha un uomo che possa stare con lui e lui ha troppa sapienza cestistica per non approfittare di ogni mismatch. Gara 2 sarà più equilibrata se i Celtics migliorano il 31.6% dall’arco, ritrovano la spinta di Thomas e costringono i Cavs a perdere più palloni. Ma la sensazione è che siano i Cavs, 9 vittorie senza sconfitte ai playoff dopo il 10-0 con cui partirono la scorsa stagione, a mettersi nelle condizioni di perdere. E il re è alla quinta partita consecutiva con almeno 35 punti. Lo aveva già fatto nel 2009. E soltanto un altro prima di lui ci era riuscito, quello pure con il 23. Si chiamava Michael Jordan.

Boston Cleveland 0-1

 

WESTERN CONFERENCE

Golden State San Antonio 2-0