Lo United e il trauma delle piccole. Stagione compromessa?

I dubbi e i limiti del Manchester United, che neanche sotto la guida di Josè Mourinho riesce ad uscire dal torpore di Old Trafford.

Take me home, United Road – Una stagione fatta di alti e bassi, quella del Manchester United. L’approccio dello Special One, da agosto, ha portato due ulteriori trofei in bacheca (Community Shield e Coppa di Lega) tuttavia lo United non ha mai pienamente convinto tifosi e addetti ai lavori. L’ultimo pareggio casalingo contro il Bournemouth ha evidenziato ancora una volta, gli enormi problemi avuti in campionato contro squadre di medio/bassa classifica. E nella carriera di Josè Mourinho questo non è una novità; ecco perchè il 2017 del Manchester United può essere già compromesso.

L’anno del triplete – L’annata in cui l’Inter vinse tutto, il 2009/10, viene ricordata all’unanimità come una delle migliori nella storia del calcio, avendo costruito una formazione vincente in quasi ogni aspetto del gioco. Mourinho si prese la gloria e tutt’ora rimane nel cuore di tutti i tifosi nerazzurri. Ma anche nella sua miglior stagione, quell’Inter ebbe più di qualche complicazione. L’Inter pareggiò tre volte con le cosiddette piccole (Bari, Sampdoria e Genoa) mentre fece molta fatica in alcune occasioni (due 4-3 contro Chievo e Siena, sempre in casa). Chiaramente queste prestazioni vennero offuscate dallo strabiliante ed indimenticabile successo finale in tutte le competizioni, ma già ai tempi le squadre di impronta Mourinhana incappavano in problemi di sorta.

Destino beffardo – Per essere un tecnico che cura in maniera maniacale ogni dettaglio delle sue squadre, la sfortuna ci ha visto benissimo quando si è parlato dello United di Mou. Ad oggi è la squadra con più pali e traverse prese in Premier League, ma oltre a questo la gestione Mourinho ha messo in mostra più di un limite. Innanzi tutto, la composizione della rosa; tre giocatori giocano sempre (de Gea, Pogba e Ibrahimovic) rendendoli il punto focale della squadra, ma proprio per questo sono i tre soggetti a più stanchezza (vedasi errore di Ibra contro il Bournemouth). Gli altri, a partire dalla difesa, quasi sempre in cambiamento; una squadra quindi senza una solida base collettiva, che mira a giocare principalmente su e con Ibrahimovic. Il coinvolgimento dello svedese fini a qui è stato stellare (suoi i gol vittoria per i trofei conquistati dallo United) ma presenta anche un grande problema; senza Ibra non si vince, o comunque si fatica enormemente a giocare. Questo è successo fin troppo, contro squadre anche di bassa classifica; i pareggi dello United sono 10, 7 dei quali ad Old Trafford. Stoke City, Burnley, Arsenal, West Ham, Liverpool, Hull City e Bournemouth hanno tutte ottenuto un punto a Manchester, risultando per lo United una perdita totale di 14 punti in classifica. Questo significa che i Red Devils avrebbero potuto essere secondi in Premier League, a pochi punti di distanza dal Chelsea. E viste le squadre con cui sono arrivate i pareggi, escluse Arsenal e Liverpool, è lecito rammaricarsi. Inoltre, in queste sette partite, lo United ha segnato solo 5 gol a fronte di 136 tiri in porta, 49 dei quali nello specchio, con appena lo 0.7 di media realizzativa; un enorme problema che non può persistere dalle parti di Old Trafford ancora per molto.

Champions fondamentale – L’obiettivo rimane sempre quello di rientrare nella top 4, ad oggi ancora non raggiunta. In Europa League il cammino è piuttosto agevolato, ma quello che vogliono supporters e proprietà è ben altro, inutile nasconderlo. Il ritorno in Champions League è uno step focale per il progetto che vuole lo United al centro del calcio inglese ed europeo, in grado ovviamente di competere in tutto. Che sia un tecnico “speciale” non esenta da responsabilità Mourinho, che non avrà sconti a fine stagione in caso di fallimento; a lui il compito di riuscire ad invertire la tendenza fin qui negativa contro questo tipo di squadre. E l’occasione sembra capitare al momento giusto, dato che Ibrahimovic è stato appena squalificato dalla FA per tre partite a causa di una gomitata su Tyrone Mings, sempre nell’ultimo match contro il Bournemouth. Lo svedese sarà assente lunedì 13 marzo in FA Cup contro il Chelsea e in Premier League per le prossime due giornate con Middlesbrough e West Bromwich Albion. Due squadre ampiamente alla portata che dovranno essere affrontate senza il giocatore migliore della rosa per rendimento; ora tocca a Mou sperimentare, magari rilanciando giocatori, Wayne Rooney su tutti, ad oggi poco utilizzati.