Ascesa dei Clippers: la parte oscura di Los Angeles al potere

I Los Angeles Clippers hanno il miglior record della Nba, la combo play-lungo più efficace e un nucleo di giocatori al culmine della maturazione. Può essere l'anno giusto?

Los Angeles Clippers 2016-17, miglior record della Lega – C’è molto di simbolico in quello che sta succedendo a Los Angeles in questo autunno. Per anni la città californiana è stata simbolo di Lakers, di anelli vinti, di showtime, di grandi campioni che hanno fatto la storia della Nba. Da anni però, anche, i Los Angeles Clippers sempre meno silenziosamente hanno smesso di essere la squadra barzelletta che erano stati fino al nuovo millennio. Si sono scrollati di dosso la proprietà di Donald Sterling (a proposito: ricchissimo, tirchio, sessista, costretto a cedere la franchigia dopo che sono venuti alle luce dei commenti razzisti nei confronti di giocatori di colore. Curioso, adesso, che un altro Donald con caratteristiche simili stia mettendo piede alla Casa Bianca).

Sono finiti in mano a Steve Ballmer, ex amministratore delegato di Microsoft, per 2 miliardi di dollari. Si sono installati nelle zone alte della Western Conference, vanno ai playoff dal 2012, giocano tre semifinali di Conference. Tutto questo mentre la metà gialloviola di Los Angeles è al crepuscolo. E adesso il simbolismo ha raggiunto il suo apice. In estate si è ritirato Kobe Bryant. E in novembre i Clippers hanno il miglior record della Lega, 10 vittorie e 1 sola sconfitta. Potrebbe essere l’anno della parte oscura?

Los Angeles Clippers 2016-17, la squadra – Potrebbe, anche se è presto e anche se lo si è detto spesso negli ultimi anni. I Clippers rimangono comunque i Clippers e serbano nella loro essenza una certa dose di ironia cestistica. Nessuno poteva prevedere l’esplosione a questi livelli dei Golden State Warriors sul Pacifico e il ritorno di LeBron James a Cleveland sull’Atlantico per guastare i piani di crescita. Nessuno poteva immaginare che Blake Griffin lo scorso anno potesse fratturarsi una mano a febbraio, e saltare la parte decisiva della stagione, per una rissa con un magazziniere della squadra. Modi fantasiosi di complicarsi la vita anche con la nuova proprietà. Ma il nucleo è solido e i pezzi sono tutti al posto giusto.

Doc Rivers è coach di esperienza e saggezza, sa come si vince il titolo in una piazza storica e in una città piena di insidie (Boston 2008, ultimo titolo dei Celtics). Chris Paul e Blake Griffin sono in questo momento la combo play-lungo più efficace, tecnicamente e fisicamente, della Nba e se stanno bene fino a maggio rischiano di essere inarrestabili. DeAndre Jordan finisce sempre in qualche Top 10 delle azioni più spettacolari ma difende e porta rimbalzi quando decide di essere concentrato. E Jamal Crawford è stato tre volte miglior sesto uomo della Nba. Poi ci sono gli specialisti: J.J. Redick con le triple, Austin Rivers che è figlio del coach e produce scosse dalla panchina, Bass, Felton e Speights sono uomini di rotazione che aggiungono esperienza. Risultato, nessuno a Ovest va meglio di loro. Non Golden State né San Antonio. Solo Cleveland dall’altra parte ha perso una sola partita. Hanno vinto sette partite di fila, hanno perso solo con i Thunder dei quali si sono subito vendicati.

Los Angeles Clippers 2016-17, le cifre – Ma non è solo che stanno vincendo sempre. E’ come lo fanno. Hanno asfaltato i Pistons con 32 punti di scarto, i Blazers di 31. In entrambe le partite sono stati a più 40. Segnano tanto e la chiave inaspettata è che hanno la migliore difesa della Lega, sono la squadra che concede meno canestri per tiri contestati. Viaggiano a 108.8 punti di media, quarto attacco del torneo, e ne concedono appena 92.2. Recuperano 45.6 rimbalzi a partita, sfornano 22 assist di media e hanno un record in trasferta di cinque vinte senza sconfitte. Sono la quarta squadra della Nba per percentuale dall’arco, 37.5%, e per percentuale dal campo, 50%. Hanno cinque uomini in doppia cifra media, con Griffin a 20.2, Paul a 19.2 e Redick a 13.3. Il play è quarto tra gli assistman con 8.5 di media e primo per palle rubate con 2.9. Redick tira il 43.5% dall’arco, DeAndre Jordan viaggia in doppia doppia di media a 10.5 e 12.4 rimbalzi a partita. Nella Western Conference la corsa rischia davvero di essere a tre. Ma Golden State deve trovare chimica e distribuzione dei tiri con l’aggiunta di Durant. San Antonio deve ridistribuire leadership dopo il ritiro di Duncan. I Clippers hanno un nucleo rodato da anni che è al ciclo finale della propria maturazione. E’ quest’anno o mai più. E i segnali sono tutti incoraggianti.