Afro-Napoli United, il capitano si candida con Salvini e viene messa fuori rosa

Il capitano è stata esclusa perché candidata al consiglio comunale di Marano con una lista civica che figura nell'alleanza insieme a “Noi con Salvini”.

Titty Astarita, calciatrice e capitano della squadra dell’Afro-Napoli United, è stata esclusa dalla rosa delle giocatrici perché candidata al consiglio comunale di Marano con una lista civica che figura nell’alleanza di centrodestra insieme a “Noi con Salvini”.

La decisione è stata presa dalla dirigenza del club che si occupa di integrare, attraverso il calcio, italiani e migranti. “L’Afro-Napoli United non è una squadra come le altre, nasce come progetto di inclusione e integrazione”. Immediato il commento della giocatrice: “Quando mi hanno detto che avrei dovuto scegliere sono rimasta senza parole. Mi sono candidata con una lista civica, non sposo le politiche di Salvini e non farei un selfie con lui”.

Astarita, commentando la vicenda, ha poi aggiunto: “Avrei capito se mi avessero chiesto di restituire la fascia di capitano, non mi aspettavo mi chiedessero di ritirare la candidatura per restare”.

Il club ha spiegato che l’Afro-Napoli United è un progetto “…per dare voce a un’Italia multietnica che già esiste e che quotidianamente è oggetto di discriminazioni e razzismo, vedendosi negare diritti, uguaglianza, opportunità. La scelta della donna di candidarsi con una lista civica alleata a quella leghista ci ha lasciati esterrefatti. Ci addolora la sua perseveranza nel rifiutare il passo indietro da noi richiestole, soprattutto perché dopo un anno di partecipazione alle vicende dell’Afro-Napoli, in un ruolo chiave di rappresentanza, le dovrebbe essere stato chiaro che quella candidatura la poneva automaticamente fuori dal perimetro dell’idee-guida che sono alla base del nostro sodalizio”. 

La decisione dell’Afro-Napoli ha riscosso le pesanti critiche di alcuni esponenti politici locali.È indegno – scrive il vice coordinatore regionale della Campania di Forza Italia Severino Nappi – che l’impegno civile venga ostacolato. È ancora più grave che questo accada in una terra come la nostra nella quale il disinteresse per la cosa comune regna sovrano. Titti deve giocare e amministrare la terra di cui è figlia“. Identico il parere della sinistra: “Esistono – si chiede il consigliere comunale del PD Diego Venanzoni – politiche societarie nello sport, da sempre strumento di aggregazione sociale, che impediscono a  chicchessia di godere dei diritti fondamentali dell’individuo costituzionalmente garantiti?”.

Foto Archivio Privato Giancarlo Migliola