Francesca Zara e l’Amore per il Basket: Quale partita vorrei rigiocare? Tutte!

I trionfi con la Comense, l'esperienza in Nazionale, la WNBA, l'amicizia con Elena Paparazzo. Archiviata una carriera straordinaria, ora è il preparatore fisico della squadra di A1 di Broni, città nella quale ha aperto una palestra.

Francesca Zara è cittadina del Mondo. Del variopinto mondo della pallacanestro, che lei stessa ha contribuito a colorare.

In Nazionale ha esordito nel 1996, ventenne, e poi giocato fino al 2011 (124 le presenze, 1.018 i punti). Ha iniziato a giocare a Schio, poi Vicenza, Alcamo, Como, Napoli, Seattle Storm in WNBA, Napoli, Spartak Mosca, Valenciennes, Parma, Umbertide, Venezia, Vigarano e Broni. Ora, dopo aver vinto tutto, sembra essersi fermata.

Sembra. Ma non sono mica così convinto, sapete…

Hai girato il mondo e mille squadre, in Italia, Europa e Stati Uniti. Rimpianti?
Un paio: quando avevo 14 anni dopo un raduno di alta specializzazione a Madonna di Campiglio dove c’era un allenatore americano, quest’ultimo per due anni mi chiese di andare a giocare per lui nella High School e io non lo feci perché spaventata.C’è da dire che all’epoca non era così comune andare oltreoceano. Anni dopo comunque in America ci sono arrivata ugualmente ed ecco l’altro, se così vogliamo dire, rimpianto. Non aver giocato più stagioni in WNBA.

Una partita che vorresti rigiocare.
Vorrei rigiocarle tutte!!!!!!!!

C’è una Zara nel basket attuale?
Credo non ci sia nessuna Zara oggi semplicemente perché grazie a Dio ognuno gode della propria unicità. Poi tu vorresti rivedere una testa rasata con mille colori in testa e un Jordan stilizzato?

La giocatrice italiana più forte con cui hai avuto a che fare?
Oltre a Cata Pollini che in campo era armonia pura, ma con la quale ahimè ho avuto poco a che fare, direi come talento e follia Chicca Macchi. Con la quale in campo a Como e in Nazionale mi sono sempre divertita molto.

Sei consapevole che tu e Valentina avete svezzato in Nazionale un giovane e ingenuo giornalista romano che nel 2000 si avvicinava per la prima volta al basket femminile?
Veramente ti abbiamo svezzato noi? E guarda un po’ quanta strada hai fatto, eh? Che bel capitolo quello, ma meglio non raccontarlo…

L’amica che ti è rimasta del mondo del basket anche ora che hai smesso?
Elena Paparazzo è la persona con la quale ho legato di più, nel mondo della pallacanestro. Appena riusciamo ci vediamo nella mia amata Bologna.

Che effetto ti fa pensare al PalaSampietro deserto?
Faccio davvero fatica ad immaginarlo vuoto perché l’ho sempre vissuto stracolmo di gente nelle varie finali scudetto o partite di Eurolega. Saperlo vuoto mi spezza il cuore. Lì è racchiuso un periodo importante della mia vita oltre che un periodo glorioso della pallacanestro italiana.

Broni, un microcosmo a se stante rispetto alla pallacanestro femminile. Raccontacelo.
Broni è una nuova realtà nella massima serie ma è già un microcosmo che grazie al colorato entusiasmo dei suoi tifosi si è fatto conoscere e apprezzare in tutta Italia. L’entusiasmo, la passione e la genuinità contraddistinguono questa società, che certamente ancora deve crescere ma che ha intrapreso la giusta strada. Mi auguro riusciranno a creare una realtà solida e duratura nel mondo del basket femminile.

Ora che hai smesso ce lo puoi dire. Eri un playmaker o una guardia?
Amo e mi da gioia passare la palla. E poi credo che non mi venga così male.

Ma soprattutto. Hai smesso?
Alla domanda precedente ti ho risposto, inconsapevolmente, al presente. Devo aggiungere altro?

Sei parte attiva di Broni ma hai aperto una tua attività.
A Broni è stata la mia prima stagione da preparatrice fisica. Non è stato facile ma le ragazze sono state super e hanno lavorato con grande professionalità e dedizione, mi hanno dato grandi soddisfazioni! A stagione finita continuano a venire in palestra da me a Pavia e questa è la gratificazione più grande perché significa che forse sono riuscita a trasmettere loro il messaggio più importante per me che è la cura per il proprio fisico 365 giorni l’anno. È proprio questo concetto di off-season che con la mia attività sto cercando di divulgare. Ho aperto una palestra che prevede anche uno spazio outdoor sul quale a breve nascerà un campo 3c3 e non solo! Inoltre collaboriamo col centro di fisioterapia a noi adiacente che da due anni segue il Basket Broni. Tutta la struttura è accessibile ai disabili perché crediamo che lo sport sia per tutti!

Giancarlo quando vuoi ti aspetto!

Foto Ufficio Stampa Federazione Italiana Pallacanestro