Il 24 agosto 1997 ci lasciava Davide Ancilotto: “Buonanotte, Maestro”

L'avevo conosciuto l'anno precedente, il suo primo a Roma. Non eravamo amici, ma da direttore di Coast to Coast mi bastava ammirarne a distanza la lucida follia cestistica.

Ventuno anni fa, oggi, veniva a mancare Davide Ancilotto, in circostanze tragiche. L’avevo conosciuto l’anno precedente, il suo primo a Roma. Non eravamo diventati amici, ma da direttore irresponsabile di Coast to Coast mi bastava ammirarne a distanza il talento sconfinato e la lucida follia cestistica. Poi quei giorni atroci, il malore improvviso, l’angoscia, il vuoto. Qualche giorno più tardi “dovevo” scrivere il primo editoriale della nuova stagione di CTC, l’house organ della Virtus Roma che avevo pensato per divertire, provare a far ridere e sorridere.

Certamente, le righe più difficili che abbia mai scritto. Queste. Ciao, Davide! Anzi, come scrisse il suo allenatore Dule Vujosevic: “Buonanotte, Maestro!”

In tutta questa maledetta storia, le parole più belle me le ha dette Marco Valenza quindici giorni fa al Palaeur. Avevo letto e riletto il suo articolo su Davide pubblicato da Superbasket: l’avevo trovato meraviglioso e per questo motivo volevo stringergli la mano, ringraziarlo per quell’esempio di giornalismo e di dolcissima umanità.

Così mi sono avvicinato a lui e mi sono presentato: Marco mi è stato ad ascoltare poi, quando gli ho confidato le mie paure di non riuscire a trovare le parole giuste per il primo articolo di quest’anno mi ha guardato e, sorridendo, ha aggiunto: “Giancarlo, non esistono parole giuste in questo momento perchè non è giusto quello che è successo a Davide”. Aveva ragione! Il mio panico di fronte a un foglio desolatamente bianco era l’unica reazione plausibile rispetto a questa crudele disgrazia.

Alla pari del silenzio, sgomento, e degli occhi smarriti di Sandro Tonolli in quel giorno da incubo a Mestre. Le parole, le mie almeno, in questi casi finiscono sempre per rivelarsi formali, di circostanza, stonate. Ed allora preferisco che a parlare siano gli sguardi, gli abbracci, i ricordi, le lacrime, le preghiere, i silenzi.

Meglio così. Ognuno con la propria personalissima dose di angoscia e di vuoto. Ognuno alla disperata quanto vana ricerca di un motivo, di una spiegazione. Ognuno a sforzarsi di fingere che tutto sia uguale a prima. Ognuno di noi impegnato a dare un senso, un senso qualsiasi a una stagione che in questo momento ci appare maledetta, fuori luogo. Coast to Coast desidera che la presenza di Davide nelle sue pagine sia assidua ed incessante ma vorremmo che foste voi a colorarla con lettere, striscioni, ricordi.

Seguiremo con attenzione le iniziative della Fondazione Ancilotto, che il Presidente Corbelli ha fortemente voluto proprio perchè si faccia del bene nel nome di Davide. Proveremo a parlarne come se lui potesse ascoltarci, lo faremo nel suo ricordo e nella speranza di ritrovare un motivo di vita in un momento così atroce per tutti.

CTC riparte per il suo quarto viaggio, il più tormentato. Non ci può essere la tradizionale attesa della prima partita casalinga, non ci può essere lo spirito spensierato che ci ha ispirato finora. C’è, invece, la volontà di CtC di perseverare nel tentativo di riavvicinare Roma alla Virtus. Vecchia storia, direte voi ma arrendersi ora sarebbe vigliacco. Ci riproviamo, nell’anno più difficile. D’altra parte, se ricordate il momento in cui CtC vide la luce, sapete che le sfide non ci spaventano: magari non le vinciamo come la Virtus non vince lo scudetto ma il nostro impegno è tenace, come quello di Caja e dei suoi giocatori.

Che si riparta, allora, perchè magari viaggiando i cattivi pensieri ci risparmieranno pure, ogni tanto. Quest’anno vorremmo viaggiare, da costa a costa, insieme a voi, dai tifosi di vecchia data ai giocatori di I Divisione, dai bambini delle scuole elementari alle fidanzate annoiate di ragazzi innamorati sì, ma della Virtus. L’esordio a Varese è stato orrendo, brutto a tal punto da farmi sperare di non poter essere attendibile. D’altra parte questa squadra uno scotto a questa estate maledetta doveva pure pagarla, confido che il nostro campionato inizi oggi anche se saremo opposti ai Campioni d’Italia della Benetton.

In ogni caso, per parlare di vittorie e sconfitte, di rinforzi da acquistare e di match-up da attaccare avremo tempo: a me oggi basta sconfiggere gli spettri che aleggiano nel Palaeur. Non c’è niente da fare, aveva ragione Marco Valenza: “Non esistono parole giuste in questo momento”.

E infatti, perdonatemi, io sento di non averne trovata neanche una. Ma almeno ora il foglio non è più desolatamente bianco ma desolatamente pieno di parole senza senso. Alla prossima, sperando che sia molto più semplice!

Foto Archivio Privato Giancarlo Migliola