
10 – La Roma seconda – E infine Spalletti, che non si sa se e per quanto sarà ancora allenatore della Roma, batté la Juve. In rimonta, in una serata in cui mancano Dzeko e Strootman, con Nainggolan non al meglio. Ma il tridente leggero non offre punti di riferimento a una difesa bianconera particolarmente distratta e il colpo di biliardo di El Shaarawy è un velenoso e lentissimo pugnale che si conficca nel cuore delle speranze di tricolore di Allegri. Non servirà per lo scudetto, a quattro punti di distanza, ma è quasi decisiva per il secondo posto conservato dall’assalto del Napoli. Finita la salita del calendario, bastano due vittorie contro Chievo e Genoa per andare direttamente in Champions League.
9 – Il Napoli tritatutto – Quando Callejon trova la doppietta, quarto gol del Napoli, viene il leggero sospetto che il Torino non abbia proprio dato tutto tutto per provare a rendere il pomeriggio un minimo interessante. La stagione dei granata è finita sul pareggio di Higuain nel derby, quella degli azzurri si impenna con la quinta vittoria nelle ultime sei giornate e striscia di risultati positivi che tocca la doppia cifra, dieci consecutive. I gol in campionato sono 86, attacco più prolifico, nell’anno in cui perso un Higuain si sono trovati tutti insieme Mertens, Insigne, Callejon. Dieci gol rifilati da Sarri e Mihajlovic tra andata e ritorno ed è un fiorire di geometrie e verticalizzazioni che valgono almeno per qualche ora il secondo posto. Per la Champions League diretta sarà volata fino all’ultima giornata.
8 – Il magnetismo di Conti – E dell’Atalanta, che da inizio stagione ha calamitato un posto in Europa League e lo raggiunge matematicamente pareggiando con il diavolo. Voi buttate un pallone in mezzo all’area su calcio piazzato o su respinta maldestra del portiere o su un rimpallo qualsiasi e vedrete che il primo a calamitarlo sarà Andrea Conti, difensore all’ottavo gol in stagione con un fiuto da tartufo per la deviazione vincente. Dopo Gagliardini, Caldara e Kessié, la prossima cessione dorata potrebbe coinvolgere lui. Il quinto posto potrebbe anche diventare quarto, la Lazio dista tre punti, ma l’1-1 di sabato è il terzo pareggio consecutivo e il quarto nelle ultime cinque giornate. Il che la dice lunga sul livello delle avversarie per andare in Europa se Gasperini da oltre un mese può permettersi di trottare senza pagare dazio.
7 – Il Crotone ci crede – E perché non dovrebbe? Mangia in un colpo solo tre punti a Empoli e Genoa e adesso la salvezza dista solo un punto. Il diagonale di Rohden non è soltanto il suo primo gol in serie A ma anche la stoccata decisiva per battere l’Udinese e fare sognare un’intera regione. Terza vittoria nelle ultime quattro giornate, sette risultati utili consecutivi. E adesso la salvezza passa dallo Stadium. Estasi e tormento alla penultima giornata.
6 – I viola da Over – Dopo Palermo e Sassuolo, un punto che sembrava tenere fuori la Fiorentina dall’Europa League, la squadra di Sousa conferma che il Franchi nel girone di ritorno è il paese dei balocchi del gol. L’ultima vittoria interna era stata il 5-4 con l’Inter del 22 aprile, il 3-2 in rimonta sulla Lazio significa quinto Over nelle ultime sei partite giocate. Delle quali solo due, contro nerazzurri e biancocelesti, sono state vinte. Ma in positivo e in negativo con i viola in primavera non ci si annoia.
5 – Il Milan ridotto (ma irriducibile) – Non che sia divertente ripetere ogni settimana gli stessi concetti, ma l’ultima vittoria del Milan risale al 9 aprile contro il Palermo, mancava una settimana all’uovo di Pasqua e c’era ancora poca confidenza con l’ora legale. Da quel momento tre pareggi e due sconfitte casalinghe. Montella in trasferta pareggia da quattro partite consecutive (1-1 con Pescara, Crotone, Atalanta, 2-2 nel derby con l’Inter) e ha una squadra che non si arrende anche ai rari svarioni di Donnarumma. Ma la qualità oltre il centrocampo è poca, il ritorno di Montolivo non la migliora e adesso è testa a testa anche con la Fiorentina per il sesto posto più disprezzato di sempre.
4 – La Lazio generosa – Con gli attacchi avversari. Tutti presi a decantare le meraviglie della fase offensiva di Inzaghi, ci si è dimenticati che la sua difesa incassa gol consecutivamente da otto partite, tutte finite Over. Vero che il tecnico ha fatto talmente tanto turnover in vista della finale di Coppa Italia da essere tentato di mandarsi in campo da solo per risparmiare energie, ma l’ultima volta con la porta inviolata fu il 19 marzo nello 0-0 di Cagliari. Da quel momento i gol incassati sono stati 18, ovvero 2,25 a partita. Nove dei quali solo nelle ultime quattro giornate. Il quarto posto per ora è al sicuro ma sulla lista della spesa di Tare, oltre alla conferma di un nucleo che può dare altre soddisfazioni, ci sono anche un centrale e un paio di terzini affidabili.
3 – L’incubo dell’Empoli – La squadra di Martusciello aveva un tesoretto di sette punti da gestire sul Crotone e l’ha dilapidato con i primi caldi. Nelle ultime tre giornate ha battuto solo il Bologna in casa e incassato sei gol, tre a testa, dal Sassuolo in casa e a Cagliari. Entrambe squadre che non hanno più niente da chiedere al campionato. Sull’isola i toscani vengono travolti nel primo tempo e la rimonta è tardiva e incompleta. Con Atalanta e Palermo, ognuna già tranquilla per motivi opposti, potrebbero arrivare i punti salvezza. Ma la difesa ha incassato 8 gol nelle ultime quattro giornate e sarà un finale concitato.
2 – L’incubo al quadrato del Genoa – Signori, stallo alla messicana per la lotta salvezza. Al triello partecipa, meritatamente visto il disastroso girone di ritorno, anche il Genoa. Che riesce a perdere a Palermo contro una squadra già intenta a organizzare la prossima stagione di serie B e deve ringraziare il calendario che la scorsa settimana ha messo sulla sua strada l’Inter se quei tre punti in questo momento garantiscono la permanenza nel massimo campionato. Juric affronterà Torino e Roma nelle ultime due giornate. E se per sbaglio contro i granata non arrivassero i punti che servono, la salvezza passerebbe dall’Olimpico contro i giallorossi in corsa per il secondo posto nell’ultima partita in carriera di Totti. Uno scenario apocalittico.
1 – La Juve e il dogma (65.1) del triplete – Successe pure all’Inter nel 2010. Non puoi andare fino in fondo a tutte le competizioni senza perdere pezzi e punti per strada. La Juve in campionato non vince dal 23 aprile contro il Genoa, poi i due pareggi con Atalanta e Torino e la sconfitta dell’Olimpico. Fa due punti nelle ultime tre giornate e soprattutto 7 gol subiti. Inusuale e anomalo, esattamente come il 3-1 subito contro i giallorossi che è la peggiore sconfitta stagionale e la prima dal 22 gennaio contro la Fiorentina. Analogie per atteggiamento e qualità in campo, con Allegri che punta apertamente al pareggio e la sua squadra non ha energie fisiche e mentali per evitare la rimonta dopo che la serata si era messa in discesa con il gol di Lemina. Scudetto rimandato, e contro il Crotone non sarà una passeggiata, e mercoledì contro la Lazio non sono permessi passi falsi per rendere il triplete concreto.
0 – L’Inter demenziale – Non che sia divertente ripetere ogni settimana gli stessi concetti, vabbè, stesso discorso del Milan. Ma con un tocco drammatico in più tipico del meraviglioso mondo nerazzurro. La minchiata colossale (copyright Stefano Petrucci) di Murillo che fa da genesi alla doppietta di Iemmello aggiunge una pennellata demenziale alla primavera dell’Inter. Sarebbe la quarta sconfitta consecutiva ma non vale neanche la pena perdersi in statistiche. Inquietante e lampante appare il quadro all’orizzonte: perché arrivare sesti e iniziare la stagione tra venti giorni quando il prossimo anno senza impicci di Europa League ci si può concentrare sulla qualificazione diretta alla Champions League anche arrivando quarti? A Milano se lo domandano tutti. E pazienza se in tribuna, di fronte all’ennesima prestazione deludente, i bambini piangono.