Coronaminus

Forse i resoconti dei metodi utilizzati in altri paesi hanno indotto qualcuno a pensare di potersi spingere ben oltre i limiti del buon senso

Stamattina, verso le 10.30, sono uscito di casa per andare in farmacia. Ieri ho ricevuto, via e-mail, le ricette per i medicinali dal medico di base dei mie genitori. Stanno bene, per fortuna, ma a 87 e 89 anni hanno bisogno di prendere diversi farmaci. Ovviamente vado io, e porto con me un bel sacchetto perché in tutto sono 16 scatole più una confezione di Citrosodina.

Fatti pochi passi nella strada deserta sento una voce provenire dall’alto.

«Signore scusi, dove sta andando?»

A parlare è una signora di mezza età. Sta in piedi sul balcone mentre parla al telefono.

Normalmente non ci avrei fatto nemmeno caso ma di questi tempi è impossibile.

«Sto andando in farmacia!»

«Ma la farmacia è dall’altra parte!»

Ovviamente non era vero, ci troviamo in una zona centrale di Milano e le farmacie ovviamente abbondano. Difficile modulare la risposta. Scartata d’istinto la replica piccata, non è il momento, non ho voluto però esagerare con l’assecondare un atteggiamento del tutto sbagliato.

«C’è n’è una più avanti!»

Tornando indietro, venti minuti dopo, pensavo di trovarla ancora lì, a scrutare l’orizzonte per vedere se tornavo e magari chiedermi di mostrare il bottino. Non è stato così, per fortuna.

Si passa da un’estremo all’altro: dal menefreghismo irresponsabile all’immotivata e ostile diffidenza. Speriamo che finisca presto o arriveremo alla delazione, alla denuncia del vicino sempre odiato e finalmente colto in flagrante mentre rientra a casa con due kg di mele.