Coppe europee, la regola dei gol in trasferta va abolita?

La regola dei gol in trasferta va abolita? In un periodo di possibili cambiamenti per Champions ed Europa League è un dibattito aperto

La discussione va avanti da anni, addirittura da decenni, tra chi la considera un retaggio da salvare del calcio romantico e spietato del vecchio millennio e chi la considera superata e fonte di ingiustizie che falsano i risultati in Champions ed Europa League. A marzo prima della pandemia ha aggiunto la propria voce al coro Diego Simeone e non in una circostanza qualsiasi, ma subito dopo che la regola dei gol in trasferta aveva dato una mano al suo Atletico Madrid a espugnare Anfield ed eliminare ai supplementari il Liverpool campione in carica. ‘La regola dei gol in trasferta è ingiusta, il Liverpool ha avuto trenta minuti meno di noi per segnare un gol fuori casa. Oggi siamo stati favoriti, domani potrebbe danneggiarci’. E visto che siamo in una fase nella quale si stanno ripensando i format di campionati e coppe, con Champions ed Europa League completate ad agosto con le Final Eight in partita secca, la regola dei gol in trasferta potrebbe essere ripensata o almeno discussa a bocce ferme.

Le ultime edizioni di Champions League ed Europa League

Per vedere l’impatto che ha avuto negli ultimi anni, ripercorriamo le ultime quattro Champions League nella fase a eliminazione diretta.

  • 2019-20: detto dell’Atletico Madrid qualificato ai danni del Liverpool agli ottavi, anche la Juve è stata eliminata a causa della regola dei gol in trasferta, sconfitta 1-0 all’andata sul campo del Lione e vittoriosa 2-1 allo Stadium al ritorno, 2-2 complessivo che ha dato la qualificazione ai francesi e provocato l’esonero di Sarri e l’arrivo di Pirlo in panchina.
  • 2018-19: il sorprendente cammino del Tottenham verso la finale è stato certamente e robustamente aiutato dalla regola dei gol in trasferta. E’ successo sia ai quarti di finale, nel 4-4 complessivo contro il Manchester City e grazie alle tre reti segnate al ritorno in trasferta nonostante la sconfitta 4-3 contro gli uomini di Guardiola, che in semifinale contro l’Ajax. Sconfitta casalinga 1-0 e vittoria 3-2 in trasferta per il 3-3 complessivo. In questa edizione anche il Manchester United è andato ai quarti grazie ai gol in trasferta, sconfitta casalinga 2-0 contro il Psg e vittoria 3-1 al ritorno con la celebre papera di Buffon. In totale tre casi di squadre qualificate grazie alla regola dei gol in trasferta.
  • 2017-18: l’anno del sorprendente cammino della Roma verso la semifinale è stato condizionato da due casi di gol in trasferta che hanno favorito i giallorossi. Agli ottavi sconfitta 2-1 sul campo dello Shakhtar e al ritorno vittoria 1-0 per il 2-2 complessivo, ai quarti sconfitta 4-1 a Camp Nou contro il Barcellona, vittoria 3-0 al ritorno e 4-4 complessivo. Senza il famoso rigore all’ultimo minuto che garantì al Real il gol che diede la qualificazione ai quarti contro la Juve, i bianconeri avrebbero avuto trenta minuti in più per segnare un altro gol al Bernabeu in una situazione potenzialmente identica a quella dell’Atletico Madrid di quest’anno.
  • 2016-17: un solo caso in questa edizione, agli ottavi con il Monaco che poi perderà in semifinale contro la Juve qualificato agli ottavi dopo un 6-6 complessivo contro il Manchester City, vittoria degli inglesi 5-3 all’andata e successo dei francesi 3-1 al ritorno.
  • 2015-16: fu proprio l’Atletico Madrid, in semifinale contro il Bayern Monaco, a beneficiare della regola dei gol in trasferta per andare in finale. Vittoria 1-0 in casa all’andata, sconfitta 2-1 al ritorno per il 2-2 complessivo. Ancora la Juve, pareggiando entrambe le gare 2-2 contro il Bayern agli ottavi, si trovò nella condizione di avere trenta minuti in più all’Allianz Arena per passare il turno anche se arrivò la sconfitta 4-2.
  • In Europa League nel 2018-19 Krasnodar qualificato agli ottavi contro il Bayer Leverkusen grazie all’1-1 sul campo dei tedeschi al ritorno e Eintracht qualificato in semifinale dopo il 4-4 contro il Benfica, sconfitta esterna 4-2 all’andata e vittoria 2-0 al ritorno. Nel 2017-18 Napoli eliminato ai sedicesimi dal Lipsia dopo la sconfitta 3-1 al San Paolo e nonostante la vittoria 2-0 al ritorno, Dinamo Kiev qualificata agli ottavi grazie all’1-1 sul campo dell’Aek Atene prima dello 0-0 al ritorno, Cska Mosca qualificato ai quarti contro il Lione vincendo 3-2 al ritorno in trasferta dopo avere perso 1-0 in casa, Sporting Lisbona qualificato ai quarti contro il Viktoria Plzen grazie al gol segnato al ritorno ai supplementari dopo che entrambe le gare erano finite 2-0, stesso discorso per il Marsiglia che accede alla finale grazie al gol ai supplementari nel ritorno sul campo del Salisburgo. Nel 2016-17 Anderlecht qualificato agli ottavi contro lo Zenit vincendo 2-0 all’andata e perdendo 3-1 in trasferta al ritorno, Schalke ai quarti contro il Borussia Monchengladbach dopo il pareggio 1-1 in casa e il 2-2 al ritorno.

Anche se c’è stato un incremento di casi in cui i gol in trasferta sono stati determinanti per la qualificazione di una squadra nelle ultime due stagioni, è impossibile definirlo un trend statistico in crescita. Abbiamo visto invece come nelle due coppe europee, che diventeranno tre nelle prossime stagioni vista la nascita della Conference League (sempre che lo stravolgimento dei calendari non porti a un posticipo dell’esordio del torneo), negli ultimi anni nella fase a eliminazione diretta ci sia sempre stato almeno un caso di risultato determinato dalla somma dei gol in trasferta. E’ chiaro che senza arrivare agli estremi di Tottenham e Roma, che hanno costruito la loro cavalcata europea nelle ultime stagioni grazie a questo format regolamentare, il valore dei gol in trasferta impatta anche sull’importanza del sorteggio, ovvero su quale squadra deve giocare l’andata in casa. La rilevanza di avere la gara di ritorno davanti ai propri tifosi non è soltanto ambientale, perché è comunque un vantaggio giocare i novanta minuti decisivi nel proprio stadio se ci sono i tifosi, ma anche regolamentare. E’ una situazione che ricorda con le dovute proporzioni la sanzione del portiere espulso per un fallo su chiara occasione da gol dentro l’area, che regalava alla squadra avversaria non soltanto un calcio di rigore ma anche la possibilità di costringere gli avversari a giocare con un uomo in meno.

La regola dei gol in trasferta ha ancora senso?

La domanda che ci si pone è se i cambiamenti del calcio moderno, non solo tecnici, non solo fisici ma anche logistici, siano ancora compatibili con una regola nata quando non solo questo sport, ma il mondo intero erano completamente diversi. All’epoca si giocavano tutte le competizioni senza fase a gironi, con gare di andata e ritorno dai sedicesimi per la coppa dei Campioni e la coppa delle Coppe, dai trentaduesimi per la coppa Uefa. Partecipava un minore numero di squadre e il divario tecnico, anche andando avanti nella competizione, poteva essere particolarmente sbilanciato, vedi la seconda parte degli anni Ottanta nei quali le squadre italiane dominavano e quelle inglesi non partecipavano dopo la tragedia dell’Heysel. In molti ritengono che anche il fattore ambientale sia cambiato e si sia in qualche modo appiattito, visto che molte arene si somigliano tra loro, che i materiali con cui si gioca sono gli stessi come ad esempio i palloni, e che arrivati alla fase a eliminazione diretta soprattutto in Champions League il risultato finale è determinato solo in piccola parte dallo stadio in cui si gioca. Con la Uefa che prende in considerazione format inediti per completare le coppe, come le recenti Final Eight di agosto, e con questa edizione che vedrà disputata la fase a eliminazione diretta in stadi senza pubblico, il passo successivo potrebbe essere abolire la regola dei gol in trasferta soprattutto se nel futuro a medio termine le competizioni si dovessero giocare a porte chiuse o con una presenza ristretta di pubblico o in partita secca. Ovvero si qualifica chi nel computo di andata e ritorno segna un gol in più degli avversari, indipendentemente da dove l’ha segnato. Che un cambiamento del genere sia giusto in termini di etica sportiva è fuori discussione, ma potrebbe anche produrre un incremento in termini di spettacolo e agonismo perché eliminerebbe ogni calcolo che automaticamente si produce ogni volta che una squadra segna in trasferta.