Copa America: Messi rigore sbagliato, Cile campione ai rigori

Per il secondo anno consecutivo la Copa si decide ai rigori: Messi sbaglia dal dischetto, Biglia lo imita e il Cile incredibilmente si porta a casa il trofeo come nel 2015

Da Pasadena 1994 a East Rutherford 2016, c’è un filo invisibile lungo 22 anni che lega le finali che si giocano nei tornei organizzati negli Stati Uniti. C’è un epilogo che finisce 0-0, ci sono le due squadre che si contendono il torneo che se la giocano ai rigori, c’è un numero 10, il più atteso in campo, che sbaglia un rigore decisivo. Tirandolo sopra la traversa. Se questo plot vi ricorda Roberto Baggio e l’Italia a Usa ’94, non sbagliate. Che possiate sostituire il nome di Leo Messi a quello del Codino è di sicuro una coincidenza suggestiva, e non c’è niente di più doloroso per l’Argentina. Che per il secondo anno consecutivo lascia il trofeo al Cile dopo essere finita dalla parte sbagliata della lotteria dei rigori.

Al MetLife Stadium doveva essere il sigillo di una nazionale perfino troppo abbondante in attacco, ma il Cile che era stato travolto dall’Albiceleste è cresciuto durante il torneo e va in scena una gara equilibrata. Il primo tempo è condizionato da due eventi. Il primo, a ben guardare, è un altro deja vu: riguarda Higuain, che aveva sbagliato un’azione decisiva nella finale dei Mondiali 2014 al Maracanà e gli tocca in sorte un altro errore di pochi centimetri. Ruba palla, si presenta davanti al portiere, tenta il cucchiaio e la palla va fuori. E adesso in molti ripeteranno la storia dell’attaccante prolificissimo ma incapace di incidere nelle gare decisive, quelle da dentro o fuori. Nel primo tempo ci sono anche due cartellini rossi: il primo per somma di ammonizioni di Marcelo Diaz che lascia il Cile in dieci uomini, il secondo un incredibile compensazione fischiata dall’arbitro Heber Roberto Lopes che estrae un rosso diretto a Rojo per un intervento su Vidal che forse non era nemmeno da ammonizione. Direzione di gara quantomeno rivedibile.

Il nervosismo aumenta e la tensione, la paura di perdere, incidono sulla qualità dello spettacolo. Messi è in serata di eroe solitario contro il mondo e finisce sempre nella gabbia roja, l’ingresso di Aguero per Higuain non cambia la dinamica, ci sono solo due occasioni per Vargas e lo stesso Aguero nel finale. Si va ai supplementari dove la musica non cambia. Iniziano a essere protagonisti i due portieri: Romero e Bravo che tolgono dalla porta due conclusioni proprio di Vargas e Aguero. Si finisce ai rigori, come nel 2015. Il primo lo sbaglia Vidal e tutto sembra apparecchiato per la consacrazione definitiva di Messi con l’Albiceleste: invece il numero 10 lo spara alle stelle e l’Argentina non si ritrova più. I cileni non sbagliano, il quarto rigore è di Biglia, uno specialista. Ma si fa ipnotizzare da Bravo, mentre il Gato Silva non sbaglia e regala al Cile la coppa. Rivoluzione completata dal ct Pizzi, che entra nella storia insieme a una nazionale che mai prima aveva vinto due edizioni consecutive della Copa America. E va definitivamente sul banco degli accusati l’Argentina dall’enorme talento, ma incapace di vincere un trofeo dal 1993. Per gli scaramantici è maledizione, per i critici è una generazione di perdenti con la maglia della nazionale, per i tifosi un altro incubo che non potrà essere dimenticato. E cercare il riscatto ai Mondiali in Russia del 2018 non sarà facile.

ARGENTINA – CILE 0-0 (2-4 d.c.r.)

Argentina (4-3-3): Romero; Mercado, Otamendi, Funes Mori, Rojo; Biglia, Mascherano, Banega (111′ Lamela); Messi, Higuain (70′ Agüero), Di Maria (57′ Kranevitter). Ct: Martino

Cile (4-3-3): Bravo; Isla, Medel, Jara, Beausejour; Aranguiz, Diaz, Vidal; Fuenzalida (80′ Puch), Vargas (109′ Castillo), Sanchez (103′ Silva). Ct: Pizzi

Arbitro: Heber Roberto Lopes (Brasile)