Cengiz Under, a Roma da “nuovo Iturbe” a “Dybala turco” è un attimo…

Con quattro gol e un assist in tre partite, il 17 giallorosso ha risollevato la squadra di Di Francesco, che ora sa a chi affidare la fascia destra nel tridente d'attacco.

Cengiz Under talento turco che sta salvando la Roma.

Nelle radio capitoline stamattina impazzavano improbabili motivetti concepiti dalle parti del Bosforo. E’ la Roma, bellezza. Due settimane fa tutti alla ricerca del bisnonno di Antonucci, per carpirne aspetti reconditi dell’albero genealogico del nuovo eroe romano e romanista, ora la caccia al talentino autore di 4 gol e 1 assist nelle ultime tre partite.

Eppure Cengiz Under non ha segnato una tripletta al Bayern Monaco ammutolendo l’Allianz Arena: l’ex gioiello dell’İstanbul Başakşehir ha colpito Verona, Benevento e Udinese, ovvero due squadre quasi retrocesse e una che ha smarrito lo smalto di qualche settimana fa. Non importa. Tutte le copertine di questi giorni sono per lui, a Roma e in tutta la Turchia.

Dopo mesi di serpentine fallite, fiammate incoraggianti e soluzioni affrettate al momento di concludere, il piccolo turco è esploso risolvendo in un colpo solo due problemi a Di Francesco: il ruolo dell’esterno destro ora non è più in discussione e soprattutto Under ha interrotto il digiuno offensivo della Roma, che grazie ai suoi guizzi è tornata a segnare con regolarità (7 nelle ultime 3).

Da “nuovo Ucan” e “Iturbe turco” a “nuovo Salah” e “Dybala turco” il passo è breve, non più lungo di due settimane comunque. Bravo Di Francesco a non smettere di crederci, anche quando Under sembrava francamente acerbo per un calcio di alto livello. Brava la dirigenza ad accompagnarlo nel percorso di crescita in questi mesi non semplici, soprattutto per i problemi legati alla lingua.

Faccia tosta, velocità di esecuzione e tiro velenoso Cengiz li aveva già esibiti nel corso della tournée americana ma poi erano arrivate le partite vere e i primi dribbling falliti al cospetto delle difese italiane, all’Olimpico spesso arroccate nella propria area di rigore. Cengiz non si è abbattuto e ha continuato a giocare il proprio calcio, per certi versi di altri tempi. Testa bassa, sistematica ricerca dell’uno contro uno e vagonate di pallone riversati in area, quando non gli è permesso di far esplodere il sinistro. Educato, schivo e molto professionale, Cengiz. Uno determinatissimo ad arrivare, e ad arrivare con le proprie qualità.

D’incanto la Roma ha trovato nel suo elemento più giovane il leader capace di toglierla dalle secche di un periodo orrendo. Ora in un ambiente sano andrebbero evitati paragoni, esaltazioni, statue equestri, copertine. Andrebbero, appunto. Ma andrà diversamente e alla sua prima partita sbagliata (può succedere già a Donetsk) ci ritroveremo a leggere di un fuoco di paglia, di un ragazzino sopravvalutato e che si è montato la testa. In caso contrario, lo spettro giallorosso si chiamerà plusvalenza e potrebbe concretizzarsi già dalla prossima estate.

Perché di questi tempi a Roma se un giocatore azzecca tre partite di fila il retrogusto amaro del timore di una cessione imminente contamina pesantemente la gioia del momento. E sulle tracce di Under, già dalla scorsa estate, pare non ci fosse solo Monchi…

Ufficio Stampa AS Roma