Brexit: rischio ‘no deal’? Ecco le quote aggiornate al 25 maggio!

Come il mercato delle scommesse valuta il rischio di un'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea senza un accordo

I giornali italiani considerano discretamente probabile che il Regno Unito finisca per uscire dall’Unione Europea senza un accordo. Qualcuno si spinge anche oltre. Ma come stanno realmente le cose secondo gli scommettitori? Sarà dunque ‘no deal’? Oppure verrà trovata una soluzione?

Come facciamo da anni, utilizziamo come riferimento il betting exchange internazionale betfair.com. Ricordiamo che le quote esprimono una probabilità, non certificano nulla. Sono un buon termometro anche se sulla Brexit le sorprese non sono certo mancate (ecco il nostro ultimo articolo prima del voto del 2016). Il fatto che un esito sia ritenuto più probabile rispetto ad un altro non significa, ovviamente, che debba verificarsi sempre.

Brexit: quote ‘no deal’ entro il 2019

Quote 'no deal' entro il 2019

Questo non è il primo mercato aperto sulla questione. Il precedente ha generato un movimento di circa 5 milioni di euro ma ormai è chiuso perché scaduto. Ricordiamo infatti che la prima scadenza era fissata per il 29 marzo.

Le regole del nuovo mercato indicano come nuova data di scadenza la fine del 2019. Come si può facilmente verificare dalla grafica, l’ipotesi ‘no deal’, che qui è espressa dall’opzione ‘Yes’, vale 3.75. In passato però, anche di recente, viaggiava su valori più alti e durante tutto il periodo dei negoziati (durato mesi e mesi) la quota ha toccato punte molto elevate.

Si può quindi affermare con ragionevoli margini di errore che l’ipotesi è tutt’altro che peregrina ma è ancora sensibilmente sfavorita. In termini di probabilità siamo intorno al 26%.

La tendenza però è importante: non siamo mai stati così vicini ad un evento che molti esperti considerano catastrofico.

Tra poche ore, venerdì 29 marzo alle 15:30 italiane, alla Camera dei Comuni si terrà un nuovo ‘voto significativo’ sulla mozione relativa all’accordo per la Brexit. Lo Speaker John Bercow ha dichiarato che la mozione presentata dal governo è ‘sostanzialmente diversa’ rispetto al testo bocciato due volte in precedenza dal Parlamento. E’ stata infatti scorporata la dichiarazione politica (political declaration) sulle relazioni future con l’Europa. Si voterà solo sul withdrawal agreement, che ha valore legale e riguarda milioni di persone. Contiene infatti accordi di tipo finanziario ma anche, ad esempio, elementi che riguardano i diritti dei non britannici in UK e la spinosa questione del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda.

Ricordiamo che il cosiddetto ‘Brexit deal’, il pacchetto completo di entrambe le parti, presentato da Theresa May è stato battuto una prima volta con lo scarto record di 230 voti il 15 gennaio e successivamente, il 12 marzo, di 149. Al Primo ministro britannico servono quindi almeno 75 voti in più rispetto all’ultima sconfitta.

In caso di esito favorevole, per il governo, la data della Brexit sarebbe posticipata al 22 maggio mentre in caso contrario in teoria resterebbe in vigore la data attuale del 12 aprile. Ma gli scenari sono tutt’altro che certi. Lo schema preparato dal sito della BBC ci aiuta a capire un po’ meglio.

Aggiornamento dopo il voto del 29 marzo

La Camera dei Comuni ha bocciato per la terza volta il piano May per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea anche se i NO sono stati ‘solo’ 344 contro 286 SI. 58 voti di scarto, un numero considerevolmente più basso rispetto alle votazioni precedenti.

Questo però non implica che si verificherà automaticamente l’ipotesi ‘no deal’, infatti per ora le quote si sono mosse poco.

Quote aggiornate dopo 29 marzo

Salgono le probabilità del SI (e la quota quindi scende) ma il mercato crede ancora in una soluzione diversa, compresa la clamorosa partecipazione dei britannici alle elezioni europee.

Aggiornamento 15 aprile

Sembra dunque che quasi nessuno creda più che tutta la faccenda possa realmente concludersi con un salto nel buio. Questa mattina la quota aggiornata del NO è pari a 1.14 contro 7.80 del SI. Nettamente favorita ovviamente anche l’opzione che vedrebbe il Regno Unito partecipare alle elezioni europee. Permane percorribile, in questo scenario, anche la via verso un secondo referendum da tenersi entro il 2020: quota 3.55.

Aggiornamento 25 maggio

Oggi si è saputo che Theresa May si dimetterà il 7 giugno. Domani si vota anche in Italia per rinnovare l’Europarlamento. Nel Regno Unito il Brexit Party di Nigel Farage dovrebbe prendere molti voti. Boris Johnson, uno dei favoriti nella corsa per la poltrona lasciata libera dal primo ministro uscente, ha dichiarato che il paese dovrebbe lasciare l’Unione ad ottobre, con o senza accordo. Articolo in inglese.

Brexit quote del 25.05

Come si può facilmente dedurre dalle quote, il rischio ‘no deal’ torna a farsi concreto ma per il momento resta l’opzione meno probabile.