Bonucci, Higuain e quell’asse Torino-Milano in sottofondo

CR7 alla Juve con Bonucci, Higuain al Milan con Caldara. Mosse di mercato che in prospettiva potrebbe riportare Torino e Milano al centro del potere calcistico italiano

Ricapitolando, quando manca un attimo all’inizio della nuova stagione. La Juve nell’arco di un mese prende Cristiano Ronaldo, si riporta a casa Leonardo Bonucci e contestualmente gira al Milan un attaccante come Higuain e un difensore come Caldara. Traduzione veloce, sembrano tutti soddisfatti. I bianconeri adesso hanno in casa il migliore giocatore del mondo e uno dei difensori centrali più forti del continente, riportato nell’ambiente in cui è stato in grado di rendere al meglio. I rossoneri hanno l’attaccante più prolifico della serie A nell’ultimo lustro e uno dei difensori con più margini di crescita nel panorama italiano, ovvero l’inizio di un solido asse per provare a tornare dentro la geografia che conta, quella dal quarto posto in su. E ovviamente hanno anche guadagnato credito agli occhi del mondo e del campionato con due operazioni di prestigio e spessore tecnico, necessità assoluta per una nuova proprietà nella quale la faccia e la firma ce la mette Leonardo.

Le due domande

Ora perché la Juve dei sette scudetti consecutivi si mette a casa un attaccante di 33 anni e si riprende un difensore che ne ha 31, rinunciando a un attaccante che 31 deve farli e a un difensore che è ancora lontano dal compierne 25? E perché, dovendo cedere il proprio attaccante più forte dopo averne preso uno ancora più forte, lo gira quasi a un passo da casa, a San Siro che dista circa cento chilometri invece che spedirlo a Londra dove Sarri l’avrebbe accolto a braccia aperte? La prima domanda ha una sola risposta di due parole, Champions League. Il tentativo di all in da parte della dirigenza bianconera è chiaro. Naturalmente non metti in piedi un giro di mercato di queste proporzioni, e di questi rischi, solo per vincere l’ottavo scudetto consecutivo anche se è nei piani naturali della stagione. L’obiettivo della caccia è la coppa che sfugge da cinque finali consecutivi e saranno ventitre anni a maggio. Marotta e Allegri volevano giocatori pronti subito, da sfruttare per le prossime due stagioni, indipendentemente dall’età media che si alza soprattutto in difesa. D’altra parte è un approdo fisiologico. Se vinci sempre in campionato, hai bisogno di stimoli extra. CR7 ne garantisce di ogni genere anche all’interno dello spogliatoio e da questo punto di vista anche Bonucci aggiunge tensione emotiva che può rendere la stagione domestica meno noiosa. C’è una forte dose di rischio e una difesa che con Barzagli e Chiellini sarà ampiamente soggetta a usura e infortuni. Ma anche per i bookmaker la Juve è una pretendente credibile alla Champions League. E quando ti mancano un paio di tasselli per vincere, l’urgenza nello sport prende il sopravvento sulla programmazione.

L’asse Torino-Milano

La seconda domanda è più interessante. E’ vero che se il Chelsea si fosse mosso per tempo forse Higuain sarebbe finito a Stamford Bridge, ma tecnicamente l’attaccante argentino è andato a rafforzare una concorrente diretta in serie A. Un momento. E’ attualmente, il Milan, una concorrente diretta della Juve? No. Sicuramente non al livello del Napoli, sulla carta, della Roma o dell’Inter. E’ con Higuain (e Caldara) il Milan una squadra in grado di tornare tra le prime quattro della classifica? Sì, lo dimostra la sua storia e il suo feeling con il campionato italiano, attaccante che sotto i venti gol in stagione non ci va mai. Perciò un punto di vista affascinante è che la Juve, mentre assalta il continente, fa in modo che la Milano calcistica torni a essere competitiva con l’obiettivo di tornare un punto di riferimento nei prossimi tre anni. L’Inter faticosamente ci sta riuscendo, giocherà la Champions e il mercato è promettente. Se torna anche il Milan, il nord italiano si riprende una posizione di comando nel panorama calcistico che dal 2011 in avanti si è eclissata, spazzando via le milanesi per mettere sul podio Roma e Napoli. Una Milano competitiva non fa bene solo dal punto di vista sportivo, ma anche dell’appeal del prodotto calcio, che ha bisogno di essere venduto a cifre sempre più alte. Mettete insieme Cristiano Ronaldo e un triello con Inter e Milan con Roma e Napoli pronte a guastare i piani e i nostri dirigenti hanno in prospettiva un campionato dai contenuti tecnici ed emotivi di altissimo livello. Già adesso, escludendo una nuova stagione inaspettata della Lazio, una tra Napoli, Roma, Inter e Milan guarderà la Champions League 2019-20 in televisione e nessuno può permetterselo. Da questa lista escludiamo la Juve, perché il suo quinto posto in campionato non equivarrebbe a un fallimento ma all’apocalisse. Perciò la dirigenza bianconera ritiene che tutto sommato Higuain al Milan da questo punto di vista sia un affare in prospettiva. Il campionato, alle porte, dirà.