
Quando parliamo di triplete ci viene subito in mente una squadra che in una singola stagione riesce a vincere tre trofei. L’Inter del 2009-10 allenata da Mourinho, che vinse campionato, Coppa Italia e Champions League è la prima che ci viene in mente. Il Bayern Monaco del 2012-13, che vinse Bundesliga, Coppa di Germania e Champions con Jupp Heynckes in panchina prima di cedere il trono a Guardiola, è un altro esempio memorabile. Ma quest’anno, esattamente vent’anni dopo la prima volta, potrebbe verificarsi un triplete delle panchine italiane, ovvero tre allenatori nostrani che vincono tre diversi campionati esteri.
Il precedente del 1996-97 – Il concetto di allenatori italiani vincenti all’esterno prende forma a metà degli anni Novanta, quando con Vialli al Chelsea iniziò il fenomeno dei tecnici di casa nostra che prendevano possesso di panchine riservate storicamente ad allenatori autoctoni. Il 1996-97 vide per la prima volta tre allenatori italiani vincere tre diversi campionati stranieri. Lippi vinse la serie A con la Juve, Capello centrò la Liga al primo tentativo nella sua prima esperienza al Real Madrid e Trapattoni vinse la Bundesliga con il Bayern Monaco. Un triplete che quest’anno molto probabilmente verrà bissato. Allegri a meno di cataclismi vincerà il terzo scudetto consecutivo con la Juve. Conte è ormai quasi sicuro di vincere la Premier League con il Chelsea e anche Ancelotti ha conquistato il titolo della Bundesliga con il Bayern Monaco. Rispetto al precedente di venti anni fa è inedito che i due allenatori che vinceranno i campionati stranieri siano alla prima esperienza assoluta nel paese in cui stanno allenando, mentre nel 1996-97 l’esperienza di Trapattoni a Monaco durava già dal 1994.
Italia e Francia impermeabili – Limitando lo studio agli ultimi dieci anni, è evidente come soltanto il campionato italiano e quello francese siano rimasti praticamente impermeabili all’impronta dei tecnici stranieri. Le ultime dieci edizioni della serie A sono state vinte otto volte da allenatori italiani, due da Mancini e tre da Conte e Allegri. L’unica parentesi fu quella del 2009 e 2010 con Mourinho all’Inter. Anche in Ligue 1 è dominio di allenatori transalpini, nove su dieci con l’unica eccezione di Ancelotti che vinse con il Paris Saint Germain nel 2012-13. Blanc ha vinto quattro campionati, tre con il Psg e uno con il Bordeaux, un titolo a testa per Houllier e Perrin (entrambi a Lione), Deschamps (Olympique Marsiglia), Garcia (Lilla) e Girard (Montpellier).
Inghilterra e Germania aperte allo straniero – La Premier League è il campionato più eterogeneo tra i più importanti in Europa. Non ci sono allenatori inglesi nell’albo d’oro delle ultime dieci stagioni, non a caso scuola che fatica a emergere e i risultati si vedono anche a livello di nazionale dove spesso il Ct è stato straniero e quando si è tornati al patriottismo è stato anche peggio, vedi lo scandalo Allardyce, anche se i cinque titoli di Ferguson al Manchester United finiscono in mano a un allenatore scozzese e quindi britannico. Ci sono stati tre successi azzurri. Ancelotti al Chelsea nel 2009-10, Mancini al Manchester City nel 2011-12, Ranieri lo scorso anno al Leicester. Nelle ultime cinque stagione la Premier è finita in mano a cinque allenatori diversi, di quattro diverse nazionalità. Nel 2013 Ferguson, nel 2014 il cileno Pellegrini al City, nel 2015 a Mourinho con il Chelsea. In Germania la scuola tedesca ha prodotto sei successi su sette edizioni dal 2006-07 al 2012-13, due trionfi per Klopp al Borussia Dortmund, il già citato Heynckes al Bayern Monaco, i titoli di Veh allo Stoccarda, Hitzfeld al Bayern Monaco e Magath al Wolfsburg. Nel 2010 si impose l’olandese Van Gaal e nelle ultime tre edizioni lo spagnolo Guardiola.
La Liga parla latino – A proposito di Spagna, una sola affermazione non di estrazione latina nelle ultime dieci stagioni di Liga. Schuster vinse con il Real Madrid nel 2007-08 e fu l’unica eccezione in un albo d’oro nel quale compare Capello, seconda esperienza al Real nel 2006-07, tre titoli consecutivi di Guardiola dal 2009 al 2011 al Barcellona, due di Luis Enrique nel 2015 e 2016 e uno di Villanova nel 2013 sempre con i blaugrana, il portoghese Mourinho nel 2012 ancora al Real e l’argentino Simeone a sorpresa all’Atletico Madrid nel 2013-14.
L’Europa parla italiano – Tranne la Bundesliga, tutti i cinque campionati più importanti d’Europa nelle ultime dieci stagioni sono stati vinti almeno una volta da un tecnico italiano. E anche in Germania, con Ancelotti, succederà a fine stagione. Nessun’altra scuola può vantare un così alto numero di successi. Non a caso gli allenatori italiani guidano la graduatoria dei campionati vinti in giro per il continente con 13, davanti a spagnoli e francesi con 9 e tedeschi a 7. Se anche Conte vincerà, come è quasi sicuro, per la prima volta nella storia la Premier League sarà vinta per due stagioni di seguito da allenatori italiani e sarebbe la terza volta nelle ultime sei stagioni.
Il poker con Carrera – In realtà il triplete potrebbe trasformarsi in poker se anche Massimo Carrera riuscirà a imporsi nel campionato russo. Ne parlammo già a gennaio, doveva traghettare lo Spartak Mosca verso un nuovo allenatore dopo essersi separato da Conte, di cui per anni aveva fatto il vice, ha ereditato la panchina e adesso comanda il torneo davanti al Cska Mosca. Non lo abbiamo inserito nella statistica perché il campionato russo è minore rispetto a quelli del centro Europa, ma è ulteriore testimonianza che il made in Italy nelle panchine in questo momento gode del suo prestigio più alto nell’era del calcio moderno.