I Warriors fermano ancora gli Spurs, Lillard sulla sirena abbatte i Lakers

I risultati della notte Nba, i Warriors costringono gli Spurs alla quarta sconfitta consecutiva e Lillard segna la tripla decisiva che batte i Lakers

 I risultati della notte Nba.

San Antonio-Golden State 92-112

I Fab Four dei Warriors arrivano tutti insieme alla festa contro una rivale classica come gli Spurs, segnano 88 punti sui 112 di squadra e costringono San Antonio alla quarta sconfitta consecutiva. Ma va in onda una partita dalle due facce, la prima comandata dagli uomini di Popovich (espulso infuriato per divergenze con gli arbitri nell’ultimo quarto) che giocano un primo periodo perfetto da 33 punti e allungano su Golden State. La seconda va in scena dopo l’intervallo, quando la reazione della squadra di Kerr è rabbiosa. Gli ospiti segnano 34 punti nel terzo periodo, tengono gli Spurs a 37 punti nel secondo tempo e appena 14 nell’ultimo periodo e come spesso succede in questo inizio di stagione i texani non hanno energie per uscire da un parziale negativo. Nel finale ci sono anche due triple di McCaw a dilatare il distacco, ma la firma è dei soliti noti. Thompson è strepitoso in difesa e segna 27 punti con 5/8 dall’arco, Durant sale a 24 con 8 rimbalzi e 5 assist, Curry vale 21 punti con 7/13 dal campo e Green è sapienza cestistica racchiusa in 16 punti, 5 rimbalzi e 7 assist.

I Warriors tirano con il 51.8% dal campo, 14/28 da tre, distribuiscono 30 assist su 43 canestri di squadra e limitano le palle perse. Gli Spurs non hanno mira, il 29% dall’arco, e non hanno esterni costanti. Mills e Green si spengono nel secondo tempo, non basta un Aldridge da 24 punti e 10 rimbalzi, ma appena 8/22 dal campo, né un Gasol da 11 e 6 rimbalzi per fare la differenza in area. I 16 punti e 4 assist di Anderson e una panchina nella quale Gay segna 9 punti con 3/10 al tiro confermano che gli Spurs al momento non riescono a mettere insieme i pezzi del loro mosaico in attesa che l’illustre infortunato Leonard torni a dare il proprio contributo.

Portland-LA Lakers 113-110

Trattati di balistica decisivi. Nel finale i Blazers sono avanti 110-107, il possesso è dei Lakers quando mancano 18 secondi alla fine e Caldwell-Pope fa una citazione bryantesca ricevendo a ricciolo sul lato sinistro e senza nemmeno palleggiare spara la tripla del pareggio. Ma l’ultimo possesso è dei padroni di casa e Lillard se lo vuole giocare in isolamento. Manda via i compagni, punta Ingram e lo brucia con una tripla da otto metri quando restano sette decimi prima della sirena. I Lakers provano disperatamente l’ultima giocata ma la tripla di Kuzma va lontana dal ferro e Portland si prende una vittoria emozionante.

I Blazers avevano cercato di chiuderla presto, con un primo periodo da 41 punti e un vantaggio di 18 a inizio secondo quarto. Ma la reazione di LA, 60 punti a cavallo dell’intervallo, è da squadra vera e il secondo tempo non ha un proprietario. Quando diventa una questione di giocata che risolve la partita Lillard mette tutti d’accordo chiudendo una notte da 32 punti, 6 rimbalzi e 5 assist, supportato dai 22 di McCollum. Ma l’altra battaglia è in area, dove Nurkic segna 28 punti con 5 rimbalzi e 3 stoppate e sostanzialmente pareggia contro Lopez che dall’altra parte ne inventa 27 con 3 rimbalzi. I padroni di casa non hanno altri uomini in doppia cifra, i Lakers hanno 22 punti da Kuzma che esplode dalla panchina con 10/17 dal campo ma pagano un Ball irriconoscibile da 0 punti in 28 minuti e 0/2 al tiro. E’ il 4/18 dall’arco che condanna la squadra di Walton alla sconfitta, oltre all’infortunio alla mano di Nance Jr, la gestione del finale è acerba come è normale che sia per una squadra così giovane. Ma non mancano i segnali positivi.